FUORIMODA REVIEWS – La prima piattaforma online per recensire i fashion show

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Quando trovare casa diventa un problema di salute mentale Oltre il 70% degli italiani vive in stato di assoluta ansia mentale per le spese abitative

In un Paese come l'Italia, dove il sogno di una casa propria rimane spesso un miraggio per le generazioni più giovani, la ricerca di un affitto accessibile si è trasformata in una vera e propria prova di resistenza emotiva e finanziaria. Milioni, tra ventenni e trentenni, si confrontano ogni giorno con il peso psicologico profondo della ricerca e della gestione della casa. Un recente studio condotto da HousingAnywhere, la principale piattaforma continentale per gli affitti temporanei, rivela che il 72,6% dei residenti italiani vive con un'ansia costante legata alle spese abitative, sentendosi intrappolati in un ciclo di sacrifici che erode la serenità quotidiana. Questo malessere non è astratto: si manifesta in notti insonni, rinunce a cene fuori o viaggi, e una sensazione diffusa di precarietà che influisce sul lavoro e sulle relazioni personali.

Più grande è la città, più ansia crea

@gioelearreghini_ Replying to @Mariarita original sound - Gioele Arreghini

Il problema si acuisce nelle metropoli, dove la domanda di alloggi supera di gran lunga l'offerta, gonfiando i prezzi a livelli insostenibili per la maggior parte dei potenziali inquilini. A Roma, ad esempio, il costo medio per un appartamento ammobiliato si aggira intorno ai 2000 euro mensili, una cifra che supera di un terzo il portafoglio tipico degli aspiranti affittuari, fermatosi a circa 1500 euro dopo aver sottratto le altre spese essenziali. Idem a Bologna, dove gli affitti medi sfiorano i 1800 euro, mentre i budget disponibili languono sui 1400, costringendo molti a compromessi come condividere spazi angusti o saltare pasti. Milano, nemmeno a dirlo, ha canoni che volano oltre i 1800 euro, contro un tetto massimo di spesa che per la media degli inquilini non supera i 1415. Tutti squilibri, documentati nel Rent Gap Monitor del secondo trimestre 2025, non sono isolati ma riflettono un trend europeo più ampio.

Di fronte a questa morsa, i giovani italiani provano come possono ad aggirare le barriere del mercato. Secondo il report una tattica diffusa tra gli over 30 è quella di simulare una convivenza stabile, fingendo di stare insieme per apparire più appetibili ai proprietari. Il 17% degli intervistati ammette di aver ricorso a questo escamotage, dato che i locatori preferiscono le coppie ai single o ai gruppi di coinquilini instabili. Come osserva Luca Contella, esperto di dinamiche immobiliari per il Sud Europa in HousingAnywhere, questa pratica emerge da un contesto di competizione feroce, dove ogni dettaglio conta per distinguersi in un mare di candidature. I proprietari, spesso diffidenti verso profili troppo fluidi, vedono nelle coppie una garanzia di puntualità nei pagamenti e di cura degli spazi, spingendo gli aspiranti inquilini a una “recita per la sopravvivenza”.

Fuga dalla metropoli

Ma non tutti optano per questi trucchi: molti preferiscono cercare zone meno “competitive”. Il 12% degli intervistati, dopo aver esaurito le opzioni nella città dei sogni, opta per aree limitrofe e più economiche. Il 10% degli utenti cercano fuori città fin da subito, o comunque valutano il pendolarismo. La stragrande maggioranza, però, rimane ancorata a una sola piazza, alimentando un circolo vizioso di delusioni e ritardi. Per Contella la flessibilità geografica è un'arma vincente sia per la facilità di trovare un alloggio che per i prezzi più bassi. Lo stesso principio vale per i sobborghi o i quartieri periferici, purché ci siano trasporti efficienti e servizi essenziali, che mantengano alto il tenore di vita. In un panorama dove l'affordability italiana vede province come Milano e Roma assorbire fino al 43% e il 39% del reddito netto in affitti. affitti, queste mosse sono dettate più dalla sopravvivenza che dalla convenienze.

Queste strategie emergono da un contesto più ampio delineato da un'indagine condotta da HousingAnywhere a giugno 2025. La piattaforma ha intervistato 3.190 giovani europei di età compresa tra i 18 e i 34 anni, che avevano affittato un alloggio tramite il servizio negli ultimi sei mesi o che erano ancora attivamente alla ricerca di una sistemazione in affitto in Europa. In termini di distribuzione per età, il 18% aveva tra i 18 e i 20 anni, il 36% tra i 21 e i 24 anni, il 30% tra i 25 e i 29 anni, e il 15% tra i 30 e i 34 anni. Inoltre, il 63% degli intervistati aveva già trovato un alloggio, mentre il restante 37% era ancora in fase di ricerca. Gli utenti si concentravano principalmente su soluzioni abitative in Germania, Italia, Paesi Bassi e Spagna, con una presenza minore da Belgio, Francia, Portogallo e altri paesi europei; in particolare, più di 620 partecipanti stavano cercando una sistemazione proprio in Italia, indipendentemente dalla loro nazionalità.

In questo contesto, per l'Italia, il cammino verso l'equilibrio resta irto di ostacoli, aggravati da normative frammentate e da un'offerta residenziale che fatica a tenere il passo con l'urbanizzazione. Ciò che servirebbe sono interventi strutturali come il potenziamento di incentivi fiscali per i locatori etici alla promozione di piattaforme digitali trasparenti, per spezzare il circolo del rent gap. Nel frattempo, i giovani continuano a navigare queste situazioni come possono, anche ricorrendo a espendienti. Perché, in fondo, trovare casa non è solo questione di muri e tetti, ma di reclamare uno spazio per respirare, sognare e crescere in un'Italia che, nonostante tutto, non si è ancora data per vinta.