FUORIMODA REVIEWS – La prima piattaforma online per recensire i fashion show

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Perché negli Stati Uniti si parla delle “braccia da Pilates” E soprattutto, cosa c’entra la politica e il movimento conservatore

Di recente il New York Times ha pubblicato un contenuto-video, curato dal giornalista statunitense Calum Marsh, sul possibile legame tra i trend in corso nel campo del fitness femminile e l’attuale clima politico. La questione nasce dopo che un reel della personal trainer e content creator MaryBeth Monaco-Vavrik era diventato virale, facendo molto discutere. Nel post si sosteneva che i costrutti sociali legati al corpo femminile venissero in qualche modo influenzati dal contesto politico: nei momenti storici caratterizzati dall’ascesa della corrente conservatrice, come gli anni Cinquanta, dice Monaco-Vavrik, veniva privilegiata – più o meno indirettamente – la figura femminile poco muscolosa, mentre durante gli anni Settanta, anche grazie ai movimenti femministi, si fece spazio un modello corporeo più robusto. Secondo Monaco-Vavrik, la forte spinta conservatrice che ha portato Trump avrebbe contribuito – ancora una volta indirettamente – a rendere più popolari nell’immaginario delle persone i corpi più minuti. Per questo, in riferimento al clima politico attuale, Monaco-Vavrik non trovava sorprendente che stessero tornando di voga, all’interno del settore del fitness femminile, le cosiddette “braccia da Pilates”, un ideale estetico molto specifico: braccia sottili, slanciate e toniche, ma non visibilmente muscolose.

@radpilates Yes, Pilates is political. What you have access and opportunity to do is political. #greenscreen #pilates original sound - rad pilates

Più in generale, molti osservatori da tempo hanno notato una diminuzione dell’interesse per la body positivity. La questione è diventata ancor più evidente da quando si è diffuso l’Ozempic, il farmaco antidiabetico che, tra le altre cose, causa una notevole perdita di peso. L’uso di questo prodotto sta diventando socialmente accettato anche tra persone che non soffrono di diabete, nonostante i potenziali rischi - il fenomeno è talmente dibattuto che già nel 2023 il New York Magazine dedicò una copertina al tema. La tendenza che oggi vede il ritorno in auge della magrezza si avvicina molto a quella tipica degli anni Novanta, quando veniva promossa la cosiddetta estetica heroin chic. In passato, questi ideali avevano però generato una profonda reazione, anche e soprattutto all’interno del campo della moda – sebbene lo stesso settore aveva in parte contribuito a renderla cool. In questo contesto, per contrasto, la body positivity e l’inclusività avevano goduto di grande popolarità. L’ambito del fashion design si era così fatto portavoce di principi più nobili, nella convinzione che fosse necessario fornire una rappresentazione più realistica dei consumatori, oltre che promuovere canoni estetici meno rigidi. Nonostante negli ultimi anni sia stato evidente lo sforzo di molti brand in questo senso, oggi si sta assistendo a una sorta di dietrofront. In particolare, con il ritorno dell’estetica tipica degli anni Duemila sono aumentate le richieste di modelli e modelle “tradizionali”, insieme ai riferimenti fisici di quel periodo.

Di fronte a questi trend, la stessa Monaco-Vavrik ha più volte fatto notare che l’attività fisica – tra cui il Pilates – non fa necessariamente dimagrire. Come per molti aspetti che riguardano la salute, infatti, la questione è più complessa. È vero che muoversi di più fa consumare più energie all’organismo, ma se si ha una dieta alimentare sbilanciata l’esercizio fisico potrebbe non essere sufficiente per restare in forma o perdere peso. In sostanza, è importante mantenere un corretto equilibrio tra quel che si mangia, quanto si mangia e quanto si consuma. Sul mantenersi in forma, poi, influiscono fattori che conosciamo ancora relativamente poco e spesso sono molto soggettivi, come il metabolismo o persino le ore di sonno, tra le molte cose. Inoltre, va ricordato che si possono ottenere benefici anche da semplici attività quotidiane, come scegliere di camminare invece di usare i mezzi pubblici o l’auto; ma è anche vero che se si riduce l’attività fisica o la si interrompe del tutto si perdono velocemente i benefici iniziali.