
KPop Demon Hunters è il film più visto nella storia di Netflix Il kpop ha conquistato anche l’ambito cinematografico
Negli ultimi anni il kpop è stato capace di influenzare ambiti molto diversi tra loro. L’estetica e l’immaginario di questo genere musicale si ritrovano nella moda, nella comunicazione sui social media e, di recente, anche nella produzione cinematografica. Un esempio è il film KPop Demon Hunters, prodotto negli Stati Uniti da Sony Pictures Animation in collaborazione con Netflix, e uscito sulla piattaforma a fine giugno e ora diventato il film più visto nella storia della piattaforma. Ambientato a Seoul, racconta le avventure di un gruppo di k-pop idol (termine con cui vengono chiamate le pop star coreane), che oltre a cantare e ballare vanno a caccia di demoni; le protagoniste devono affrontare come antagonisti i Saja Boys, una boy band rivale formata da cinque demoni sotto copertura. La trama unisce elementi fantastici a riferimenti reali legati al kpop, cosa che ha reso il film particolarmente apprezzato dal pubblico più giovane, ma al tempo stesso è stato accolto con favore anche dagli spettatori adulti.
Il successo internazionale del film, dimostrato sia dal posizionamento su Netflix, sia da quanto se ne è parlato sui social, è particolarmente significativo se si considera che si tratta di una produzione originale, non basata su fumetti o libri già di per sé popolari. In altre parole, è un progetto che ha sviluppato da zero il proprio universo narrativo e che, nonostante fosse pensato principalmente per bambini, ha saputo raggiungere un’audience molto ampia. Questo risultato si deve al modo in cui la storia è stata costruita, mescolando scene più emotive e sequenze d’azione. Alcuni spettatori hanno apprezzato in particolare il modo in cui sono stati affrontati temi complessi come i traumi generazionali, che difficilmente trovano spazio in film di animazione per bambini. Ma il vero punto di forza di KPop Demon Hunters è la colonna sonora. Le canzoni interpretate dalle Huntr/x (si legge “Huntrix”), il trio di idol immaginarie protagoniste del film, sono diventate in breve tempo tra i brani più ascoltati su Spotify, tanto da competere con quelli dei gruppi reali e arrivare in cima alle classifiche di Billboard 100 e 200, un risultato ambito dalle principali label coreane.
‘Golden’ by HUNTR/X from ‘KPOP DEMON HUNTERS’ has reached #1 on the Billboard Hot 100 charts
— DiscussingFilm (@DiscussingFilm) August 11, 2025
• First #1 for a female K-Pop artist ever
• First #1 for a girl group since Destiny’s Child
• Second song from an animated film to reach #1 this decade pic.twitter.com/juTON0rtpd
A dimostrazione di quanto sia stata curata la componente musicale nel film, i brani di KPop Demon Hunters non ricordano le tipiche canzoni “da cartone animato”, ma produzioni k-pop autentiche. Non a caso, sono state coinvolte figure di primo piano dell’industria musicale sudcoreana, come Teddy Park, produttore storico delle Blackpink, e Lindgren, compositore tedesco che ha collaborato con i BTS e le Twice. Questa mossa ha avuto l’effetto di legittimare il film non solo come prodotto di intrattenimento, ma anche come ponte tra l’universo cinematografico e quello musicale. L’esperimento si inserisce in una tendenza più ampia che già da tempo vede la creazione di idol virtuali o immaginari. Nel 2021 il gruppo femminile Eternity, composto da sei personaggi digitali iper-realistici, aveva ottenuto milioni di visualizzazioni online con il singolo “I’m Real”.
In Giappone fenomeni simili esistono da oltre vent’anni, ma in Corea del Sud questa pratica ha assunto una portata nuova, grazie all’uso delle tecnologie di intelligenza artificiale e al coinvolgimento diretto dei fan nei processi creativi. Le Eternity, ad esempio, sono nate da una sorta di sondaggio pubblico: l’azienda tecnologica Pulse9 aveva generato oltre 100 volti digitali e chiesto agli utenti di votare i loro preferiti. I più apprezzati sono stati poi trasformati in personaggi veri e propri, con una biografia e tratti caratteriali ben definiti. A farci caso, il kpop sta sperimentando molto più di altri generi musicali con la tecnologia digitale, tanto che persino alcuni artisti reali hanno adottato questo approccio: le aespa, ad esempio, sono formate da quattro ragazze e dai loro rispettivi avatar digitali (chiamati æ) e spesso si esibiscono tutti insieme sia piattaforme virtuali online che in concerto. Questo processo, che unisce musica, tecnologia digitale e storytelling, mostra come il kpop stia ridefinendo non solo l’industria musicale, ma anche quella cinematografica. KPop Demon Hunters, con le sue idol immaginarie capaci di scalare le classifiche musicali pur nascendo da un film di animazione, rappresenta un esempio concreto di come i due ambiti possano convergere, dando nuovo slancio e possibilità di guadagno a entrambi i settori.











































