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Come trasformare un tradimento in marketing con Gwyneth Paltrow Una lezione di PR management da parte di Astronomer

Sulla notizia del CEO di Astronomer che ha tradito la moglie con la responsabile HR della sua azienda durante un concerto dei Coldplay non c’è molto altro da aggiungere. Per almeno un paio di giorni, ogni feed social, da Instagram a LinkedIn, sembrava trasmettere in loop il video-reveal della tresca, con tanto di commentario dal vivo di Chris Martin, frontman e voce della band inglese. Dopo aver fatto il giro del mondo a tempo record, e aver portato alle dimissioni di entrambi i protagonisti dello scandalo, l’azienda ha scelto una strategia che ha lasciato un po' tutti senza parole. Invece di pubblicare il classico messaggio di scuse, o contrizione, Astronomer ha deciso di riprendersi la narrativa con quella che è forse una delle mosse di PR più geniali (o folli) degli ultimi anni: ingaggiare Gwyneth Paltrow, attrice, imprenditrice e - rullo di tamburi - ex moglie di Chris Martin, come spokesperson temporanea. Il video, ironico e sapientemente studiato, mostrava Paltrow in un setting a metà tra l’istituzionale e il corporate, rispondere con finta compostezza alle domande del “pubblico” sullo scandalo. Ma invece di affrontare la questione, le sviava sistematicamente parlando dei nuovi progetti tech dell’azienda, rimbalzando così tutta l’attenzione ricevuta nelle settimane precedenti in pura visibilità positiva. I social, naturalmente, sono impazziti per la seconda volta, e non solo per il valore pop-culturale del momento, ma anche perché, fu proprio Chris Martin, ai tempi del suo matrimonio con Paltrow, a essere circondato da rumor di infedeltà.

Nel frattempo, il dibattito etico non si è fatto attendere. Testate come Dazed si sono interrogate sul perché il tradimento, nel 2025, rappresenti ancora un tale tabù, mentre Rivista Studio, anche alla luce dei presunti vocali scambiati tra Raoul Bova e una ventenne, ha sottolineato come forse sarebbe il caso di iniziare a normalizzare certi comportamenti, evitando reazioni collettive sproporzionate. È una posizione comprensibile, se si considera che tutto il “fattaccio” ruota attorno a una relazione sentimentale, seppur proibita, tra due adulti consenzienti. Eppure, c’è una riflessione che sembra mancare a molti: nell’intero caos, l’unico vero vincitore è stato proprio Astronomer, l’azienda coinvolta suo malgrado in un dramma da miliardi di like. Mentre i protagonisti lasciavano il posto di lavoro e i media scavavano nei dettagli più scabrosi, l’azienda ha rischiato grosso in termini di reputazione, ma ha saputo ribaltare la situazione, trasformando una potenziale débâcle in un’operazione di branding dal tempismo chirurgico. Negli ultimi anni, infatti, l’arte della gestione delle crisi PR sembra essersi smarrita, sostituita da un approccio passivo-aggressivo fatto di silenzi prolungati, comunicati evasivi e tentativi maldestri di ignorare i problemi finché l’onda dell’attenzione pubblica non si placa da sola. È lo stesso pattern visto nel cosiddetto pandoro-gate di Chiara Ferragni: nessuna risposta immediata, nessun confronto diretto, solo un silenzio denso che ha alienato una fetta importante del suo pubblico. In questi casi, non è tanto lo scandalo a irritare le masse, quanto la sensazione di essere trattati con condiscendenza, di non meritare nemmeno una spiegazione.

@mollybmcpherson If you’re in the midst of a PR crisis that sparked viral attention, “try” to remain calm and strategic. This is a critical opportunity to shift the narrative by focusing on solutions rather than dwelling on the problem. Own it, Explain it, Promise it. The gold is in the promise. #crisiscommunication #prlady #pr #publicrelations #prcrisis #communication vlog, chill out, calm daily life(1370843) - SUNNY HOOD STUDIO

Non tutte le crisi si possono risolvere con un cameo hollywoodiano, né tutte le aziende possono permettersi il cachet di Gwyneth Paltrow per mettere una toppa a uno scandalo diventato virale, ma tutti si possono permettere di parlare, invece di nascondere la polvere sotto il tappeto, come è successo recentemente con Prada. Durante l'ultima sfilata uomo per la stagione SS26, il brand italiano ha dovuto fronteggiare una crisi reputazionale legata di stampo culturale a un sandalo costosissimo, sostanzialmente identico al tradizionale Kolhapuri indiano. A protestare non sono stati soltanto gruppi di artigiani locali, ma anche Sambhaji Chhatrapati, ex parlamentare e membro dell’antica famiglia reale della regione di Kolhapur, che ha definito l’incidente come una nuova forma di colonialismo contemporaneo. Un contrasto che, partito dalle passerelle, ha rapidamente raggiunto i media nazionali indiani, obbligando Lorenzo Bertelli, erede del Gruppo Prada, a firmare una lettera ufficiale di scuse alla Camera di Commercio del Maharashtra. Una risposta tardiva, istituzionale, che non è riuscita però a placare del tutto la tensione. Oggi, con ogni minimo errore diventa immediatamente virale, amplificato all’estremo da social media e commentari live va ricordato che gestire le crisi PR non può più essere un optional, ma dev’essere considerata una skill necessaria per l'intera azienda. E forse avevamo bisogno proprio della donna che vende candele al profumo di vagina per ricordarcelo.