Anche le feste di paese sostituiranno i droni ai fuochi d'artificio? Dalle Olimpiadi al Coachella, gli show tecnologici convincere tutti

Stanno diventando sempre più popolari gli spettacoli di drone art, realizzati cioè sfruttando una flotta di droni dotati di luci colorate, programmati per volare ad alta quota in perfetta sincronia e comporre immagini stilizzate. In passato queste coreografie si vedevano soprattutto durante i grandi eventi, come le Olimpiadi, e in particolare nei Paesi asiatici: nel 2020, a Wuhan, in Cina, fu utilizzata per comunicare l’inizio del primo lockdown, mentre l’anno dopo, a Shanghai, venne riprodotto con una flotta di droni un enorme QR code che consentiva di accedere al download di un gioco per smartphone. Oggi la drone art viene impiegata anche in Occidente in contesti che spaziano dai festival musicali agli eventi aziendali, fino alle celebrazioni pubbliche e ad altre occasioni di intrattenimento, come l’incoronazione di re Carlo, che è stata festeggiata proprio così. Lo stesso si è visto ai Superbowl, o in occasione di grossi festival come il Coachella o il Glastonbury.

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Il modello di drone più utilizzato in questi spettacoli è l'americano Shooting Star, nonostante la maggior parte delle realtà che operano nel settore provenga dall’Asia. Gli spettacoli di drone art in alcuni casi stanno prendendo il posto dei tradizionali fuochi d’artificio: spesso le istituzioni li preferiscono rispetto alle esibizioni pirotecniche perché non producono forti rumori, problematici per gli animali domestici e non solo, e azzerano il rischio di innescare per errore degli incendi. Per realizzare uno spettacolo di drone art si utilizzano appositi software, che consentono di pilotare da remoto la flotta di droni, gestendo anche le luci LED dei singoli dispositivi coinvolti - che possono variare da poche decine fino a diverse migliaia. Lo scorso ottobre, in Cina, è andato in scena lo spettacolo di droni più grande mai realizzato, che ha visto la partecipazione di oltre 10mila dispositivi, superando così il record stabilito appena un mese prima. 

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I software di drone art consentono di progettare in anticipo l’intera coreografia, scongiurando anche possibili collisioni  tra i droni poiché di solito si mantiene una distanza di circa 3 metri tra un dispositivo e l’altro. La navigazione si basa su dati GPS e sistemi di geolocalizzazione che impediscono agli apparecchi di oltrepassare l’area autorizzata così che la flotta di dispositivi, volando in maniera coordinata, riesce a formare scritte, figure o animazioni anche molto elaborate. Prima dell’inizio dello spettacolo, i droni vengono disposti a terra secondo schemi prestabiliti, e in genere l’intero volo viene controllato da un singolo operatore. Per garantire una migliore visibilità e sicurezza, gli spettacoli all’aperto si svolgono preferibilmente di notte e con condizioni meteo favorevoli - alcuni modelli sono persino in grado di interrompere autonomamente la sequenza e atterrare in sicurezza quando viene brutto tempo.  

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Resta il fatto che il principale limite della drone art non riguarda la presenza di pioggia o vento, ma il costo: allestire anche solo una coreografia di dimensioni contenute può costare intorno ai 20mila euro, mentre le cifre salgono fino a circa 300mila euro quando si impiegano diverse centinaia di dispositivi. Tuttavia la drone art, nonostante il costo elevato, in alcuni casi sta cominciando a essere sfruttata anche in eventi più intimi e familiari, come i matrimoni, grazie al fatto che la tecnologia necessaria a progettare le coreografie è sempre più accessibile. In molti casi, però, la vera sfida è di natura legislativa: le norme sull’utilizzo dei droni variano notevolmente tra i vari Stati, condizionando ciò che è effettivamente realizzabile in un determinato contesto: l'Inghilterra e molti Paesi occidentali, ad esempio, hanno regole ben più severe rispetto al Medio Oriente o all’Asia.