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"Overcompensating" è una delle serie più divertenti dell’anno College, segreti e Charlie XCX: cosa volere di più?

Overcompensating, nuovo titolo di Prime Video, è rivoluzionario perché non è rivoluzionario per niente. Spieghiamo meglio. Ispirata alle criticità reali vissute dal suo ideatore e protagonista, il comico, creator e podcaster Benito Skinner, lo show in otto puntate prende due grandi topoi, uno della narrazione ed uno legato al genere cinematografico (poi convertito in serie), e li inserisce in un contenitore pop, moderno e che si scatena in un bacino culturale adattato ai nostri tempi. Da una parte c’è la storia di un ragazzo, Benny, il golden boy che dalla sicurezza della sua squadra di football nella cittadina natale nell’Idaho si sposta nel mondo più grande e pericoloso del college, dove nessuno è ciò che è, bensì ciò che gli altri vorrebbero e si aspettano debba essere. Ad esempio non c’è una sola persona che sappia che Benny sia gay. Nemmeno il protagonista può esserne certo. Tenendo nascosto il suo segreto, il ragazzo proverà a rispettare tutte le etichette possibili pur di continuare ad essere considerato se non il più figo dell’istituto, almeno non il più sfigato. Stesso tentativo della giovane Carmen, interpretata dall’autrice comica Wally Baram, alle prese con un lutto che l’ha lasciata sola al mondo e che dovrà tentare di colmare con la nuova vita al college.

Dall’altra parte, invece, Overcompensating inserisce il tema dell’omosessualità, del sentirsi degli outsider e il desiderio di integrarsi in un tessuto composto da aspettative (che appartengono a ogni singolo personaggio, non solamente ai due protagonisti) all’interno dei meandri della commedia demenziale, che trova spesso approdo nel teen movie. Il college viene considerato quasi un genere a sé, pieno di club segreti e voti alti da dover prendere, di feste da sballo e corsi da dover seguire, con tanto di toghe che, seppur non utilizzate per un party alla Animal House, richiamano un immaginario ben preciso che la serie ci tiene a rispettare. Così Skinner, che porta con sé nel cast anche la collaboratrice Mary Beth Barone dei podcast Obsessed e Ride e riserva un cameo niente meno che a Chalie XCX (cara amica del fidanzato Terrence O’Connor), arricchisce il proprio bagaglio prendendo dal suo personaggio sui social Benny Drama e lo unisce assieme allo show omonimo del 2018 portato nei teatri, donando a questo amalgama un’inedita forma.

@clashmagazine First look at Charli xcx’s acting in Benito Skinner's #Overcompensating series #charlixcx #brat original sound - Clash Magazine

In un’industria in grado di offrire uno sguardo sempre più contemporaneo su argomenti come l’adolescenza e il suo momento subito successivo, Overcompensating sceglie di tornare a dei canoni che hanno reso alcuni titoli simili dei veri classici (nuovamente, non a caso, in un piccolo ruolo troviamo il James Van Der Beek di Dawson’s Creek) pur aderendo con perfezione all’attualità e sfuggendo a proprio modo a formule già scritte. La serie non ha - almeno non solo - l’intenzione di essere una lente sul progressismo o l’avanzamento dei tempi nella società, bensì raccontare un momento traumatico come la scoperta e lo svelamento del proprio sé ad una collettività che non siamo sicuri di come potrà accoglierci, soprattutto perché non sappiamo come farlo noi in primis. Lo show di Prime Video è più vicino a un’idea di prodotto che richiama operazioni come Glee - che viene citato ed è evidentemente nel magma culturale che ribolle sotto la serie, pur senza canzoni - e non un Sex Education in cui, nonostante i problemi che ogni personaggio può avere, c’è una consapevolezza maggiore oltre che del riformismo in riferimento a certi temi. Un po’ perché Skinner racconta a grandi linee la propria storia, ciò che ha vissuto in prima persona, ricordando che per quanto film o show possano essere innovativi, non è detto che la vita reale riesca sempre a stare al medesimo passo. E un altro po’ perché dall’edificazione della piramide collegiale di Overcompensating si percepisce il desiderio di prendere a piene mani da produzioni che possono aver accompagnato l’ideatore negli anni della sua formazione. 

Di una comicità dirompente e una scrittura semplice, ma diretta, la serie Prime Video è un’esilarante fotografia dei bisogni primari di accettazione e amore di cui ogni essere umano è bramoso, raccontati con il pizzico di assurdità che non manca quando ci impegniamo troppo nell’ottenere qualcosa o puntiamo alla costruzione di una maschera che non ci appartiene. Sono personaggi che partono da una stilizzazione (il ragazzo che prova a fare l’Alfa e il branco che gli va dietro, la ragazza perfetta che bada solo alle apparenze, l’altra fuori di testa che pensa solo al sesso) e che poi esplodono con battute improvvise e interpretazioni irresistibili. Di uno spassoso che ti intrattiene e ti fa sentire al contempo a casa, tra protagonisti che senti di conoscere, storie che hai già visto ma a cui non puoi resistere e il ricordo di quei momenti in cui non ti sei sentito abbastanza, compensante talvolta dalla presenza dei tuoi migliori amici.