
"Death of a Unicorn" è il film da VHS della A24
Jenna Ortega e Paul Rudd sono i protagonisti della commedia horror di Alex Scharfman
10 Aprile 2025
Death of a Unicorn è un film fuori dal tempo. Non perché prodotto - dalla casa indipendente A24 - in ritardo, ma per lo stile e soprattutto per la sensazione che lascia dopo la sua visione, che sembra appartenere a un momento storico ben preciso. L’opera di Alex Scharfman, al suo debutto nel lungometraggio come regista e sceneggiatore, sembra uscire direttamente da una di quelle videocassette che nei pomeriggi davanti alla televisione finivamo per vedere e rivedere ancora una volta mandando indietro il nastro. È uno di quei prodotti per chi è cresciuto a pane e Piccoli Brividi, dove all’orrore spesso si univa un pizzico di stravaganza e un retrogusto, seppure macabro, di magia. Era la tv di quando si era ragazzini, dei titoli proposti a ripetizione sui canali generalisti che trasmettevano le opere pop di quando si comincia a riempire il proprio bagaglio di film che poi rimangono lì, cristallizzati in una parentesi, pronti per essere ripresi in mano dalla nostalgia.
Tutto questo Scharfman lo realizza mescolando le tinte di un horror che entra in contrasto con la figura mitica e soprannaturale dell’unicorno, aggiungendo quel tocco di comicità che contribuisce a rendere Death of a Unicorn adeguatamente surreale oltre che splatter e intrattenitivo. È la storia di un padre (Paul Rudd) e della figlia (Jenna Ortega) che si imbattono e investono niente meno che un unicorno sulla via di casa di un magnate dell’industria farmaceutica, scoprendo le meraviglie curative della creatura, di cui ben presto cercheranno di approfittarsi. L’opera, però, scarseggia di brio, mancanza che contribuisce a lasciare il film rilegato a una dimensione più nostalgica che travolgente, destinato quindi a non avere una grande presa qui nel presente. Non si tratta di un’operazione che cerca di trasportarci indietro nel tempo, bensì di una pellicola che lascia l’impressione di non essere riuscita a fare il salto per essere più di ciò che è: una classica storia tra sangue e qualche risata che lasceremo in un cassetto. Perché, pur con l’aurea da cult del passato, Death of a Unicorn non ne ha la stessa iconicità, e può vivere soltanto di riflesso quell’idea di film anche un po’ storto e stropicciato che, alla fine, conquista per la carica e lo spirito.
@a24 Payback is a beast. Alex Scharfman's DEATH OF A UNICORN starring Paul Rudd, Jenna Ortega, Will Poulter, Téa Leoni, and Richard E. Grant. In theaters everywhere March 28.
original sound - A24
Il prodotto resta dunque nella media per la A24, che potrebbe cominciare a risentire del peso del proprio ruolo in un’industria che ormai la vuole sempre innovativa, stramba e peculiare, trovando soggetti e suggestioni accattivanti ma che, come per l’opera di Scharfman, non sempre vanno completamente a segno. Con un buon bilanciamento tra la figlia scostante e lunatica di Jenna Ortega e il genitore impacciato di Paul Rudd, pur se a esaltare e portare dietro la carica comica e accentrativa della pellicola è Will Poulter, la cui performance potrebbe valere da sola la possibilità di una visione (e della cui bravura, sia nelle commedie che non, dovremmo forse renderci un po’ più conto). In Death of a Unicorn ci sono un mucchio di citazioni che, però, non stuccano in un film che trova comunque la sua personalità pur modellata su opere di culto come Alien e Jurassic Park. Nel sua lista dei film preferiti per il portale di IMDB, Scharfman aveva del resto indicato titoli come The Abyss di James Cameron, La cosa di John Carpenter e La casa 2 di Sam Raimi. Come tutti questi campioni, Death of a Unicorn è un film che lascia l'impressione di averlo visto più volte in VHS che sul grande schermo.