
Gli snack di carne stanno andando fortissimo grazie ai gym bro
Il loro consumo accentua la difficoltà di molte persone a consumare più vegetali
11 Marzo 2025
Negli ultimi anni gli snack a base di carne sono diventati molto popolari, soprattutto tra gli appassionati di fitness e chi si occupa di alimentazione sui social network. Negli Stati Uniti, lo scorso anno l'industria dei "meat stick" ha raggiunto un valore di 3 miliardi di dollari. Nel Regno Unito, invece, le vendite di carne essiccata a partire dal 2020 sono aumentate di circa 40 punti percentuali e si prevede un ulteriore incremento di quasi il 50% entro il 2027. Anche in Italia, sebbene la cultura alimentare sia molto diversa da quella dei Paesi anglosassoni, si osserva una crescita del settore degli snack proteici, con un aumento dell'interesse per prodotti a base di carne – soprattutto tra gli appassionati di fitness. Questa crescente diffusione sta però sollevando diversi interrogativi, in relazione ai rischi per la salute associati al consumo di carne processata. Ciò nonostante, segnala il Guardian, le diete ricche di carne hanno guadagnato molta popolarità negli ultimi anni, soprattutto sui social network e negli ambienti online legati alla cosiddetta “manosfera”, cioè la galassia di Internet composta da gruppi di uomini sessisti e antifemministi. In questi contesti l’alimentazione basata quasi esclusivamente sulla carne è nota come "lion diet". Chris Van Tulleken, autore di Ultra-Processed People, un saggio sull'impatto degli alimenti processati sulla salute umana, mette però in guardia i consumatori: parlando con il Guardian, lo studioso fa notare che quando prodotti più grassi e ricchi di zuccheri diventano rappresentativi dell'intera categoria degli snack di carne, le persone in genere tendono a scegliere prodotti meno salutari all’interno di questo ambito alimentare, pensando che siano equivalenti alle versioni più sane.
@thecarnivorebar @carnivoreray Carnivore diet snack ideas #carnivore #carnivorediet #eatmeat original sound - thecarnivorebar
Il consumo di carne è un argomento notoriamente divisivo, e molte persone – tanto più se si tratta di “maschi alfa” – reagiscono con impulsività. Nel 2021, ad esempio, il ministro Alberto Garzón aveva invitato la popolazione del suo Paese a mangiare meno carne, per ragioni di salute e di impatto ambientale. Tuttavia, il video in cui spiegava le motivazioni del suo appello, citando dati affidabili, era stato molto criticato. La carne, a farci caso, rientra nelle tradizioni culinarie di tantissimi territori, e la rispettiva industria è una parte importante di molte economie, compresa quella italiana. L’approccio più usato dalle istituzioni per cercare di migliorare le abitudini alimentari delle persone si basa principalmente su campagne di informazione, che contengono suggerimenti su come mangiare in modo più sano. Si tratta di iniziative che non limitano in alcun modo la libertà degli individui, eppure non solo spesso finiscono per essere attaccate, ma funzionano anche di rado. La riduzione del consumo di carne rientra anche tra le azioni che i singoli possono fare per contrastare il cambiamento climatico. Moltissime persone attente all’ambiente, però, continuano a mangiare carne. E lo fanno anche coloro che sono consapevoli che negli allevamenti intensivi gli animali soffrono enormemente.
@steakandbuttergal Cold meat yummmm #carnivore #highfatcarnivore #carnivorediet original sound - Steakandbuttergal | Carnivore
Come si fa, allora, a convincere le persone a mangiare meno carne? Secondo gli studiosi, una modalità efficace potrebbe essere quella di offrire ai consumatori più opzioni vegetariane, eliminando al contempo le “tentazioni”. Negli Stati Uniti, ad esempio, gli snack di carne spesso vengono esposti in prossimità delle casse dei supermercati, dove i consumatori sono più propensi ad effettuare acquisti impulsivi. Un’altra via per sfavorire il consumo di carne coinvolge invece il settore della ristorazione: le portate a base di proteine di origine animale dovrebbero essere proposte come “alternativa” ai piatti vegetariani – non il contrario. Se questo approccio fosse portato avanti anche in ambienti frequentati da molte persone, come le scuole, la componente educativa finirebbe per influenzare positivamente il trend. Un ulteriore metodo sarebbe quello di applicare una tassazione sui prodotti alimentari a base di carne processata, come lo si fa già in alcuni Paesi con quelli ad alto contenuto di zuccheri. Ma iniziative del genere di solito non vengono accolte con entusiasmo; tuttavia, sostengono gli esperti, anche altre politiche considerate sulla carta impopolari, come ad esempio il divieto di fumare al chiuso, sono poi state apprezzate dalla stragrande maggioranza delle persone.