A Guide to All Creative Directors

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Senza "In the Mood for Love" non avremmo mai avuto MUBI

Il film di Wong Kar-wai del 2000 festeggia venticinque anni in sala

Senza In the Mood for Love non avremmo mai avuto MUBI Il film di Wong Kar-wai del 2000 festeggia venticinque anni in sala

Quest'anno In the Mood for Love torna al cinema per il suo venticinquesimo anniversario. La storia più bella che riguarda il film del 2000 di Wong Kar-wai lo riporta però al piccolo schermo - non a quello della televisione, ma a uno ancora più piccolo. È il 2006 ed Efe Cakarel si trova in un caffè di Tokyo, vorrebbe vedere la pellicola del cineasta hongkonghese ma non può farlo, almeno non sul suo computer. Pensa sia assurdo. In quel periodo esisteva già Netflix ma era completamente diverso da come lo conosciamo oggi: non bastava fare un abbonamento e premere play, bisognava prenotare i DVD desiderati e aspettare che venissero spediti a casa (solo nel 2008, un anno dopo al lancio di MUBI, Netflix comincia a offrire il servizio streaming). Erano dunque anni di sconvolgimenti per l’audiovisivo e, soprattutto, per la propria fruizione, ma per Cakarel il discorso si faceva ancora più specifico. Si trattava di offrire la possibilità di poter godere di un cinema d’autore che non aveva una propria collocazione nel panorama domestico. Così, partendo col servizio VoD dal nome The Auteurs, nasce un proto-Mubi finanziato da Celluloid Dreams che nel tempo si sarebbe trasformato nel contenitore raffinato che conosciamo oggi. Non solo una finestra online per il cinema impegnato tra il passato e il presente, MUBI è diventato distributore attivo con potere di acquisto e diffusione di progetti ambiti come Queer di Luca Guadagnino e The Substance di Coralie Fargaet. 

Ma perché è emblematico il coinvolgimento di un film come In the Mood For Love per la creazione della piattaforma (non è nemmeno l’opera preferita dell’imprenditore turco, battuta dall’8 e mezzo di Federico Fellini) ? Grazie alla piattaforma, persone che sono distanti ma innamorate di un’arte meravigliosa come il cinema possono trovare ciò che cercano in un solo posto di condivisione, accorciare le distanze che, invece, un film come In the Mood for Love rende invalicabili. Nel film di Wong Kar-wai due protagonisti vicini di casa, chiusi nelle mura delle loro case e costretti a sfiorarsi nei corridoi, assistono inermi al loro allontanamento. Non emotivo, quanto rappresentato dall’impossibilità di poter perseguire un’attrazione reciproca che non può essere consumata, sublimata, costretta a osservarsi da lontano, tanto che sul finale il personaggio di Chow Mo-wan, interpretato da Tony Leung Chiu-Wai, dovrà spostarsi per trovare un po' di pace. Per riuscire a pronunciare le parole che i protagonisti non si sono mai detti, e che nemmeno in quel momento agli spettatori è concesso sentire. È a Siem Reap, nel sito delle rovine di Angkor Wat in Cambogia, che il personaggio rivelerà finalmente il proprio segreto. Il sentimento corrisposto ma infruttuoso per la signora Chan, impersonata da Maggie Cheung, affidato alla natura e per questo ormai eterno. O almeno questo è ciò che ci fa credere la confessione di un uomo a un pertugio nella roccia, ricoperto poi di terra, che custodirà per sempre il suo amore. 

@mubi The dance scene that never made the final cut in #WongKarwai original sound - MUBI

In questa storia di divari forzati, di prossimità non sfruttate e di una tangibilità che viene sacrificata per mantenere il riserbo e le buone maniere, l’idea che sia stato un tale racconto a ridurre la lontananza tra gli spettatori e il cinema d’autore è commovente quasi quanto il film stesso. Così In the Mood for Love, dal 2007, non ha più fatto parte solo della trilogia dell’amore di Wong Kar-wai, cominciata con Days of Being Wild del 1999 e chiusasi con 2046 del 2004, ma di un intero immaginario autoriale online. E se lo streaming oggi ci permette di guardare un film in qualsiasi momento, sarebbe folle lasciarsi scappare l’opportunità di vedere il capolavoro di Wong Kar-wai proiettato in sala in versione restaurata 4K. Un vero e proprio peccato, quasi quanto lasciarsi sfuggire l’amore.