A Guide to All Creative Directors

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L’amore libero di "Diva Futura" raccontato dal cast del film

Vita, nascita e protagonisti dell’agenzia pornografica di Riccardo Schicchi e Ilona Staller

L’amore libero di Diva Futura raccontato dal cast del film Vita, nascita e protagonisti dell’agenzia pornografica di Riccardo Schicchi e Ilona Staller

Erano gli anni del primo telefono cellulare. Al cinema arrivava Scarface e le pagine di cronaca erano piene della storia di Emanuela Orlandi. A Helsinki si svolgevano i mondiali di atletica e la sonda statunitense Pioneer 10 era il primo veicolo a lasciare il sistema solare, mentre a Zurigo entravano in commercio gli orologi Swatch. Era il 1983 e sulla via Cassia, nella zona più a nord di Roma, nasceva l’agenzia Diva Futura. Ideata dalle menti di Riccardo Schicchi e Ilona Staller, la società pornografia delle persone «amorali, ma mai immorali», si faceva spazio tra le fantasie delle persone, offrendo le creature più magiche e rilevanti del costume italiano dell’allora cultura popolare. Non esisteva il termine pornostar prima che lo coniasse il visionario Schicchi, che le donne le elevava e mai martoriava, innamorato della loro essenza ben più accomodante e fascinosa di quella maschile, e da cui fu per tutta la sua vita attratto. Un’isola felice durante gli anni della sua esistenza, meno dopo le continue retate e indagini a cui venne sottoposta, chiudendo definitivamente nel 2021, nove anni dopo la morte del suo creatore. Nel 2024 Diva Futura è il film passato in anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia e destinato ora ad arrivare nelle sale italiane per la regia di Giulia Louise Steigerwalt, alla seconda opera dopo l’esordio Settembre, che chiama a raccolta gli attori Pietro Castellitto, Barbara Ronchi, Denise Capezza, Tesa Litvan e Lidija Kordic per raccontarne il mondo sensuale e industriale delle persone coinvolte dietro la vetrina pubblica. In arrivo in sala dal 6 febbraioDiva Futura di Giulia Louise Steigerwalt verrà distribuito in più di trecento sale da Piper Film. 
 

«Diva Futura arrivava sulla scia della rivoluzione degli anni Settanta che aveva stravolto l’ambiente conservatore - racconta Steigerwalt - Ha rappresentato una roccaforte per il costume nazional-popolare italiano, con Cicciolina che entrò in politica perché in quel momento Pannella ci aveva visto un’affinità con il partito dei radicali, ma anche perché era un atto provocatorio, di vera e propria rottura con ciò che c’era stato prima. E, se ci pensiamo, ciò che proponeva l’onorevole Ilona Staller erano temi ad oggi centrali, dall’animalismo all’introduzione dell’educazione sentimentale-sessuale a scuola». Prendendo spunto dal libro Non dite alla mamma che faccio la segretaria scritto da Debora Attanasio, che per dieci anni fu proprio la segretaria di Riccardo Schicchi, l’opera letteraria così come la sua trasposizione per il cinema vanno nel profondo di icone come Moana Pozzi ed Éva Henger. Un romanzo da cui Steigerwalt, anche sceneggiatrice, ha estrapolato quegli eventi talmente assurdi che potevano solo che essere reali, e da cui è partita per lavorare sulla vita lontano dalle scene pubbliche e a luci rosse a cui si prestavano le artiste dell’agenzia Diva Futura. Come racconta la regista:

 

«Ho trovato una storia sorprendente. Il loro obiettivo era creare certamente scandalo, ma mandando messaggi positivi come l’emancipazione femminile e non dimenticando di farlo con divertimento e irriverenza. Un mondo del porno che entra in contrasto con ciò che accade oggi. Riccardo aveva realizzato circa trecento fondali fatti dipingere da veri e propri pittori per i suoi film perché c’era sempre un’intenzione artistica dietro ai suoi lavori. Perciò, anche col nostro Diva Futura, abbiamo cercato di innalzare una parabola che ha avuto poi una sua caduta, ma che può essere uno spunto per guardare al contemporaneo e alle diverse strade che ha preso in seguito l’industria del porno».

 

Effettivamente, questa sottolineatura del ruolo della donna e della sua importanza l’ha notata anche Ronchi, nella parte della Debora, che ha successivamente pubblicato il libro alla base della pellicola sui componenti di Diva Futura. «Debora vide il sogno dell’amore e dell’erotismo liberi dove il piacere della donna era centrale, ci dice Ronchi - Se ci pensiamo erano loro le dive, coloro che erano diventate ricche e famose. Gli uomini nei film con Cicciolina, Moana o Éva te li dimentichi proprio. C’era l’ideale di un femminismo che passava anche attraverso queste figure. Stelle del panorama culturale, che non mancavano però di essere anche derise». Un credo, ciò a cui si riferisce Barbara Ronchi, perseguito in vita da Schicchi e portato in scena nel film dal suo interprete Pietro Castellitto. «Non si trattava solo di un’ideologia, ma di una necessità. Già da piccolo Riccardo era destinato a creare Diva Futura, era sulla sua passione che ha impostato la sua intera esistenza - ci racconta Castellitto - Si è inventato un mestiere che non esisteva. C’era tanta naturalezza in ciò che ha costruito, che presupponeva anche la libertà di fallire. Ha intrapreso un lavoro con grande avanguardia incontrando difficoltà e sacrifici. Ed ha creato un mondo dove ci si facevano molte più domande, ed era esattamente questa la sua rivoluzione. Soprattutto se pensiamo ad oggi, dove il porno ormai ti chiede solo se hai diciotto anni».

Non potevano perciò mancare nel film le stesse stelle che hanno portato avanti i profitti, ma soprattutto i sogni di Diva Futura. Mentre Tesa Litvan ha potuto confrontarsi con Éva Henger spingendosi a chiederle più di quanto potesse sperare, Denise Capezza ha dovuto incorporare il mistero che ha sempre avvolto l’immagine privata di Moana, incredibilmente fragile e riservata nel suo privato fino alla sua scomparsa, nel 1994. «Interpretare un mistero è stato complesso - ha spiegato Capezza - Aveva un tale pudore per i sentimenti che non li svelava mai. Ho dovuto interpretarne il dolore di non essere stata presa sul serio, come il fatto che venisse innalzata come diva ma ghettizzata quando si trattava di voler fare altro, che fosse scrivere libri, dedicarsi al cinema o entrare in politica [insieme a Schicchi fu capolista del Partito dell’Amore dal 1991 al 1994, ndr]. Ma non ha mai raccontato questa grande sofferenza che, invece, ha vissuto Debora dal vivo e ha poi riportato nel libro. Come il grandissimo dispiacere provato quando non è riuscita a vincere le elezioni per il ruolo da sindaco di Roma”. Viaggi interiori in cui anche le colleghe si sono avventurate. «Abbiamo sempre visto Cicciolina come una fata colorata blu, gialla o rosa, ma parlando con Giulia volevamo mostrarne un lato inedito che il pubblico non conosceva», spiega l’interprete Lidija Kordic. «Volevamo indagarne il privato non come Cicciolina, ma come Ilona». Esattamente come ha fatto Tesa Litvan con Henger. «Quando l’ho incontrata mi ha fatto sentire parte della famiglia, per lei fu un periodo eccitante della sua vita sebbene a oggi si penta di alcuni aspetti del suo passato. L’obiettivo, per me, era di riuscire a ritrarre questo senso di fiducia che provava verso gli altri, oltre a un profondo sentimento di amore».