
Ci sono sempre più remake di anime giapponesi
I progetti a garanzia di successo delle piattaforme streaming
05 Febbraio 2025
L’industria dell’intrattenimento da tempo ha sdoganato i remake, che garantiscono alle case di produzione una fonte sicura di guadagni e sono un'opportunità per rinnovare certe storie in modo che non rimangano ancorate nel tempo o, peggio ancora, vengano dimenticate dal pubblico. Affidarsi a trame e personaggi già noti offre un duplice vantaggio: innanzitutto, non è necessario imbarcarsi nelle complesse operazioni che accompagnano la creazione di una sceneggiatura del tutto nuova; in secondo luogo, è possibile fare leva sull’effetto-nostalgia dei fan. Uno dei settori culturali che più di tutti ha compreso l’efficacia dei remake è quello degli anime giapponesi, dove la domanda per nuovi contenuti è tornata a crescere rapidamente grazie alle piattaforme di streaming. Oltre a essere parte dell'immaginario collettivo di intere generazioni, «gli anime sono diventati un elemento imprescindibile nel catalogo dei servizi di streaming», scrive il magazine Movieplayer.it, vista la loro sorprendente capacità di attirare spettatori e accrescere il numero di sottoscrizioni. Di conseguenza, i remake sono diventati sempre più frequenti. E anche quando non si tratta di rifacimenti veri e propri, molte serie tendono a riproporre schemi narrativi già esplorati in passato, che per qualche ragione si sono fatti apprezzare. «È innegabile che ogni stagione escano decine di titoli che si limitano a riproporre formule collaudate, viste e straviste. Le stesse trame, le stesse situazioni, le stesse tipologie di personaggi», scriveva già nel 2017 l’esperta di anime Cristina Bignante su Fumettologica.
@marcustalksanime WHICH ANIME DESERVES A REMAKE THE MOST!? #yuyuhakusho #naruto #dragonball #bleach Elevator Music - Bohoman
Oltre alle motivazioni economiche, in alcuni casi i remake nascono anche con l’intento di offrire al pubblico una trasposizione più fedele all’opera originale da cui sono tratti. Tuttavia, non tutti gli appassionati vedono di buon occhio le nuove versioni di anime di per sé iconici. Alcuni fan tendono a percepire i remake come una sorta di tradimento, etichettandoli come mere operazioni commerciali. Sebbene ad alimentare il dibattito sia una minoranza di appassionati, questa forma di dissenso è molto sentita e tenuta in considerazione nel settore. Come sostiene Bignante, a volte è apprezzabile che una fetta di pubblico (per quanto piccola) non accolga con entusiasmo un determinato remake – il fenomeno, infatti, spesso consente di mantenere uno sguardo critico sulle uscite: «Non accuserei mai qualcuno di non amare il cinema o la letteratura sulla base del fatto che non apprezza tutti i film che escono al cinema, o tutti i romanzi che scalano le classifiche di vendita; quindi perché per gli anime dovrebbe essere diverso?».
Storia dell’anime da cui derivano tutti gli altri
Incredible year for ONE PIECE fans
— Anime Updates (@animeupdates__) October 14, 2024
• One Piece Anime returns in April 2025
• Remaster/Recut in October
• Netflix Live Action Season 2 in 2025
• Remake by Studio WIT
• Short Film in October pic.twitter.com/ycy9CA7g10
Per molto tempo gli anime giapponesi sono stati pensati per target molto specifici. A partire dagli anni Ottanta, invece, queste produzioni hanno cominciato a rivolgersi a un pubblico sempre più ampio, includendo anche gli spettatori occidentali. Tale passaggio è avvenuto grazie a quello che oggi è riconosciuto come l’anime di maggiore successo a livello internazionale, di cui finora non è stato fatto un remake ma che viene ciclicamente riproposto nei cinema in occasione di ogni suo anniversario. Si tratta di Akira, lungometraggio animato di Katsuhiro Otomo uscito in Giappone nel 1988 che, insieme ad alcuni dei lavori più noti dello Studio Ghibli, è indubbiamente uno degli anime più celebri di sempre. Negli anni '80, dunque, l’industria dell’animazione giapponese era arrivata a un punto di svolta: una nuova generazione di autori stava rivoluzionando dall’interno il settore, sperimentando con contenuti più audaci e capaci di superare i confini nazionali.
Akira (1988) pic.twitter.com/2zJzAd1hnT
— Retro Anime (@retro_twt) January 24, 2025
Dagli anni '70 in poi, i cartoni animati Made in Japan hanno subito una costante espansione. Gli anime erano visti dall'estero come dei prodotti più sperimentali e innovativi, dove anche i lungometraggi riuiscivano a ritagliarsi uno spazio. Proprio grazie a questa crescita del settore si è arrivati alla produzione di Akira, un film d’animazione talmente ambizioso e sofisticato che, da solo, in seguito è stato in grado di influenzare moltissime altre produzioni, compreso il cinema tradizionale. A oggi non ci sono stati altri anime che abbiano registrato un impatto culturale paragonabile a quello di Akira: negli Stati Uniti è stata persino fondata la casa di distribuzione Manga Entertainment, che negli anni ha avuto un ruolo importantissimo nel fare arrivare sul mercato occidentale titoli che poi sarebbero diventati molto amati, entrando nell’immaginario di intere generazioni, tra cui Pokémon, Dragon Ball, Neon Genesis Evangelion e Ghost in the Shell.