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Televideo esiste ancora

L'iconico portale su sfondo non molla

Televideo esiste ancora  L'iconico portale su sfondo non molla

Di recente molti utenti si sono resi conto che il Televideo esiste ancora, dopo che ha fatto notizia una svista che lo ha coinvolto: durante la cerimonia degli Oscar, il servizio ha descritto il film Io Capitano – candidato per l’Italia nella categoria “Miglior film straniero” – come una pellicola dedicata alla storia di Francesco Schettino e alla tragedia della Concordia. Secondo quanto ha ricostruito Fanpage, l’errore sarebbe stato frutto della compilazione automatica da parte dei sistemi che sfrutta Televideo. Sì perché il servizio, pubblicando ancora oggi migliaia di pagine al giorno, in molti casi si vede costretto a utilizzare la generazione istantanea dei suoi contenuti, cosa che probabilmente avviene attraverso la mediazione di un’intelligenza artificiale – da qui la svista in questione. Ma al di là di questo, il Televideo – a farci caso – rimane un servizio sorprendente perché è stato in grado di resistere prima all’arrivo di Internet e poi del digitale terrestre, mantenendo invariate certe sue peculiarità – tanto che ancora oggi è dentro le tv degli italiani. Le persone che ci lavorano sono oltre una decina, ed è attiva anche una versione online, che riporta l’iconica impaginazione su sfondo nero. Per un po’ di tempo, poi, è stata anche disponibile la rispettiva app. Televideo copre ogni giorno un range molto ampio di notizie – dalle breaking news fino alle condizioni meteo. I contenuti sportivi sono quelli che vanno per la maggiore: le rispettive pagine generate nel corso del 2020, ad esempio, sono state oltre 30mila – anche perché vengono affrontati persino gli sport minori, come il calcio a 5, le bocce o il ping-pong.

Qual è la storia del Televideo

@effeesse.ux Il televideo sta per andare in pensione? Quando internet e gli smartphone non erano ancora diffusi si usava questo sistema per vedere in diretta informazioni utili come: i risultati calcistici, le notizie d’attualità, ecc.. Senza dover aspettare il telegiornale o le trasmissioni sportive ad esempio. La parola televideo richiama fortemente agli anni 90, come d’altronde il suo design che è pixelato e ricco di colori sgargianti. L’esperienza d’uso invece era davvero particolare, bisognava rimbalzare da una pagina all’altra digitando numeri sul telecomando. Ma ricordiamoci che all’epoca era un qualcosa di molto innovativo e che risolveva un grande problema per gli italiani, portando le informazioni in diretta, grazie alla televisione, un’ogetto che più o meno tutti avevano nelle proprie case a differenza di magari gli smartphone, computer e lo stesso internet. Voi conoscevate il televideo? Fatemelo sapere nei commenti! Seguitemi se vi fa piacere sostenermi #tv #televideo #design #tech #vintage #curiosita suono originale - Effe Esse

Il Televideo nacque nel settembre del 1984 come una sorta di giornale molto minimale fruibile attraverso la tv. La stessa Rai lo definì un’innovativa «tv da sfogliare». In qualche modo rappresentava un precursore dell’informazione online, dato che era gratuito, aggiornato praticamente in tempo reale e consultabile potenzialmente sempre. All’epoca l’informazione non era accessibile costantemente: per rimanere aggiornati sull’attualità era necessario attendere l’edizione di un telegiornale o acquistare un quotidiano il mattino seguente. Anche per questo, il Televideo per circa un decennio ebbe molto peso nel panorama giornalistico del Paese: il servizio si espanse, e aumentò anche la frequenza degli aggiornamenti. All’apice della sua rilevanza arrivò ad ospitare nel complesso più di mille pagine, e ad avere una redazione di oltre 20 persone, che lavoravano al servizio a tempo pieno, nonché numerosissimi collaboratori. Il Televideo si trovò anche a competere con i servizi equivalenti delle televisioni private, tra cui il Mediavideo di Mediaset, lanciato nel 1997. La sua popolarità continuò fino ai primi anni anni Duemila, restando sempre molto simile alla sua forma originale, tanto nell’aspetto minimale quanto nel linguaggio essenziale e diretto.

Cos’è oggi il Televideo

Il numero di lettori che fruiscono il Televideo è difficile da stimare, anche perché non sono disponibili dati in merito, ma il suo pubblico probabilmente è perlopiù anziano. Nel 2018 alcune indagini interne alla Rai stimavano che il servizio era in grado di raggiungere circa l’8% della popolazione italiana, vale a dire diversi milioni di persone – simile alla penetrazione dei giornali online nello stesso anno. Dal 2013 il Televideo non è più una testata autonoma, ma è diventato parte di RaiNews. Rientrando all’interno del servizio pubblico, il suo approccio all’informazione è sempre stato molto neutrale, cosa che lo ha reso ancor più apprezzato. La necessità di sintesi nel riportare le notizie, poi, ha fatto il resto, insieme all’impaginazione minimale. A farci caso il Televideo è a tutti gli effetti il brand Rai più copiato, con una decina di siti e app non ufficiali che riprendono le sue pagine. E il fatto che il servizio resista non è per nulla scontato: altrove, per esempio nel Regno Unito, il solo arrivo del digitale terrestre ha determinato la chiusura di portali simili.