Lo spot di Sanremo Giovani fatto con l’AI sta facendo arrabbiare tutti E hanno ragione

Da qualche giorno sta circolando online il nuovo spot di Sanremo Giovani: una pubblicità in chiave fantasy dove Gianluca Gazzoli è ritratto come un cavaliere che riceve l’investitura dal “re” Carlo Conti. C’è solo un problema: lo spot è fatto quasi del tutto con l’AI. La patina “digitale” della pubblicità è in effetti più che evidente, tra dettagli in primo o secondo piano che cambiano a seconda dell’inquadratura, doppiaggi che arrivano in ritardo e la profonda artificialità del girato. 

Lo stampa lo ha definito (con un generoso eufemismo) “divisivo” ma la verità è che la pubblicità ha davvero fatto arrabbiare tutti. In effetti, a vederne l’infima, imbarazzante qualità, viene da domandarsi dove vadano a finire i soldi con cui paghiamo l’ormai famigerato Canone Rai, una tassa che in Italia è imposta anche a chi non possiede una televisione. Ma l’allarme che ha generato nelle persone è più legato al fatto che sarebbe forse bastato un giorno di riprese per girarlo “in carne e ossa”, e soprattutto che lo spot sarebbe stato utile a impiegare veri professionisti e veri set. Il vero problema è che questo promo potrebbe essere soltanto l’inizio.

Non c’è “Rai” senza “AI”?

Prima di procedere un chiarimento: un utente di X ha fatto analizzare il video all’AI Grok, che ha risposto che il video non sarebbe stato creato interamente con l’AI ma dovrebbe in teoria essere in CGI (quindi animato al computer ma male) con diversi elementi dell’animazione riconducibili all’AI Sora. La Rai non ha veramente chiarito questo punto, ma nel corso dello spot una voce fuori campo parla di un «un castello reale, un po' artificiale» facendo volutamente intendere che l’uso di intelligenze artificiali fosse deliberato e quasi programmatico.

Secondo alcuni commentatori, questo spot è in realtà una maniera indiretta per la Rai di far abituare il pubblico a un uso ancora più esteso dell’AI che vedremo in futuro sui canali della televisione nazionale. Una misura che si vorrebbe far passare per rivoluzionaria e avveniristica ma che forse in realtà ha motivazioni ben più deprimenti: si vuole, come sempre, risparmiare.

La Rai ha finito i soldi?

@tonymic73

suono originale - TonyMic

Creare uno spot del genere dal vivo, in effetti, sarebbe forse stato alquanto dispendioso: regia, equipaggiamenti vari, costumi, location, comparse, trucco e via dicendo. E anche se la Rai possiede già certe risorse interne (sicuramente set e costumi) viene da domandarsi se la società dietro l’emittente, che è controllata dallo stato ed è a tutti gli effetti un servizio pubblico, non sia in modalità di taglio ai costi. In effetti, a giugno, i giornalisti e presentatori dell'emittente fecero un sit-in per protestare contro i tagli al palinsesto.

Secondo una articolo di qualche anno fa de L’Espresso, Rai guadagna circa 1,7 miliardi di euro ogni anno attraverso il canone. A questi vanno aggiunti i soldi delle pubblicità (nel 2021 erano 590 milioni per dare un’idea) e anche i finanziamenti aggiuntivi che ogni tanto manda lo Stato. Per quest’anno non abbiamo numeri precisi, ma sappiamo che i primi sei mesi del 2025 si sono chiusi con un miglioramento degli utili rispetto al 2024 dovuto anche al taglio dei costi.

Se a questo dato (cioè che Rai è stabile ma non in aperta crisi) aggiungiamo  l’ultima legge di bilancio che non solo impone all’emittente di non aumentare le spese ma addirittura di fare tagli di almeno il 2% sui costi nel 2026 e il dato riscontrabile un po’ ovunque che la Rai stia perdendo sempre più audience, verrebbe forse da dire che lo spot di Sanremo Giovani fatto con l’AI dimostra che i forzieri di Via Mazzini sono, se non prosciugati, almeno abbastanza vuoti. Rimaniamo comunque curiosi di vedere come sarà la prima fiction Rai fatta con l’intelligenza artificiale: considerata la loro qualità attuale, sarà difficile per l’AI fare di peggio.