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Kim Kardashian mente sui mobili del suo ufficio

Una nuova occasione per mettere in pratica i suoi studi in legge

Kim Kardashian mente sui mobili del suo ufficio Una nuova occasione per mettere in pratica i suoi studi in legge

A Milano si stanno avvicinando i giorni della Design Week, ma la notizia inerente al mondo dell’arte d’interni più scoppiettante del momento arriva dagli Stati Uniti, più precisamente dalle labbra di Kim Kardashian. Mentre pochi mesi fa il mondo intero strabuzzava gli occhi di fronte alla perfezione minimalista dell’ufficio della sua azienda, Skims, compreso un modello in 3D del suo cervello, nelle ultime ore è riaffiorato un video tour dello studio in cui Kardashian esclama: «questi tavoli di Donald Judd sono davvero incredibili e si fondono perfettamente con le sedie». Un’affermazione innocua, si potrebbe dire, se non fosse che ieri la Judd Foundation (che dirige la tutela e la diffusione del lascito dell’artista) ha fatto causa all’imprenditrice. I tavoli non sono di Donald Judd, e Kim Kardashian non ha mai posseduto alcun opera dell’artista. 

Secondo quanto riportato dal New York Times, sono stati citati a giudizio sia Kim Kardashian, che ha affermato di possedere i tavoli di Donald Judd, sia l’azienda di design di interni Clements Design di West Hollywood, che ha firmato la progettazione dell’ufficio della fondatrice di Skims. La Judd Foundation accusa la società di aver copiato due pezzi originali dell’artista americano, ossia il tavolo La Mansana 22 (dal costo di $90mila) e la sedia 84 ($9mila). A supporto delle accuse della Judd Foundation è stata presentata una fattura della Clements Design di West Hollywood in cui i mobili vengono descritti “nello stile di Donald Judd”, oltre alle prove che, dei tre tavoli autentici venduti negli ultimi 15 anni, nessuno è mai stato acquistato da Kim Kardashian. 

È da tempo che la Judd Foundation prova ad ammonire Kim Kardashian di aver detto il falso. Tre giorni dopo l’uscita del video hanno chiesto che fosse rimosso, che i tavoli fossero distrutti e riciclati, e che Kim Kardashian offrisse le sue scuse pubbliche, ma una portavoce del team di Kim Kardashian ha proposto invece l’aggiornamento della didascalia del video con una rettifica e un post in supporto sui social media. Intervistati da The Cut, i rappresentanti dell’azienda che si è occupata di realizzare i mobili per Kardashian ha dichiarato che ci sono «differenze chiave evidenti» tra l’opera originale e la “copia”, e di volere « risolvere questa questione amichevolmente ».