Vedi tutti

I listening bar non sono mai stati così cool

Grazie al successo dei vinili (e dei vini naturali)

I listening bar non sono mai stati così cool Grazie al successo dei vinili (e dei vini naturali)

Nel luglio 2022, un sondaggio condotto dalla piattaforma Keep Hush, specializzata nell'organizzazione e nella promozione di eventi musicali, ha rivelato che il 25% delle persone tra i 18 e i 25 anni è meno interessato a recarsi nei club dopo la pandemia del Covid-19. Diversi fattori hanno contribuito a far nascere negli zoomer e nei millennial ciò che i ricercatori hanno definito "rave fatigue", ma questo non significa che i giovani escano meno - piuttosto sembra che siano ora più aperti a considerare proposte diverse e a ripensare la definizione di divertimento. E se in termini di nightlife, soprattutto nelle città più frenetiche, la scelta non è mai stata variegata come oggi, da qualche anno è emerso un nuovo trend: i listening bar

Cos'è un listening bar ? 

I listening bar nascono negli anni '50 in Giappone con il nome di Jazz Kissa, in un periodo in cui i vinili erano oggetti particolarmente costosi. Sin dall'inizio, i clienti non vi venivano per socializzare, ma per ascoltare in silenzio la musica trasmessa dai giradischi e amplificata da impianti audio di altissima qualità. Negli anni, il concept del listening bar è stato ripreso e reinterpretato da imprenditori statunitensi ed europei. Infatti il listening bar di oggi dà ancora molta attenzione alla cura della selezione musicale e della qualità dell'ascolto, ma affiancando a queste un'atmosfera immersiva. Cosa non può assolutamente mancare nei listening bar contemporanei? Menù raffinati, carte di cocktail e di vini naturali e un attenzione maniacale per l'interior design: entrare in un listening bar è come recarsi in un luogo intimo. Dunque, nei listening bar non si balla senza freni tutta la sera come in un club, bensì si degustano prodotti di buona qualità e si chiacchiera con i propri amici lasciandosi accompagnare da un sottofondo musicale. Questo concept ha reso questi luoghi delle location di successo, in parte anche grazie all'interesse del pubblico per i vinili. Secondo l'ultima indagine della piattaforma Luminate riguardante l'industria musicale, infatti, nella prima metà del 2023 le vendite di vinili negli Stati Uniti sono aumentate del 21,7% rispetto al 2022.

A Parigi, più di 20 listening bar negli ultimi sei anni

Da Londra a Berlino, da Amsterdam a Milano, nelle grandi città europee i listening bar nel corso degli ultimi cinque anni hanno invaso le aree della nightlife. Il londinese Brilliant Corners, aperto nel 2013, ha fatto da pioniere in questo settore, diventando riconoscibile grazie al suo arredamento minimal e alla volontà di tenere alta la qualità dell'esperienza acustica. Anche il berlinese Rhinoçéros, omaggio alla cultura giapponese e fondato nel 2014 combina musica jazz, blues, soul e funk a una carta dei vini di qualità. Parigi ovviamente  non è rimasta a guardare, anzi. All'ombra della Tour Eiffel si contano oggi una ventina di listening bar, tutti nati non più di sei anni fa. Ad aprire le danze nel 2018 è stato Fréquence, lanciato da Guillaume Quenza, Matthieu Biron e Baptiste Radufe, tre appassionati di vinili con un passato nel settore alberghiero e della ristorazione. In questo listening bar caratterizzato da interni in stile scandinavo, una selezione di cocktail caratteristici della cultura giapponese si mescola al sound della black music.

Nel 2019 è nato il Café Montezuma, diventato oggi un punto di riferimento nella capitale francese. Ispirato al Brilliant Corners, il Montezuma Café punta su una cucina bistrot e su un sistema acustico vintage: «Non è solo una questione di qualità del suono. Ciò che è interessante è la comunità che si è creata nel locale. Al Montezuma c'è un pubblico piuttosto giovane, aperto a suoni che altrove non si trovano», ha spiegato uno dei due fondatori, Louis Mesana. Frenati dalla crisi sanitaria iniziata nel 2020, i listening bar parigini hanno conosciuto un interesse sempre più crescente con la fine delle restrizioni, grazie anche al fatto che ognuno dei bar ha uno stile unico. Bambino, ad esempio, dal 2019 ha l'unicità di preparare cocktail alla spina, oltre a poter vantare su una clientela internazionale; Cadence si distingue per il suo menu con prodotti di stagione; il Discobar, aperto nel 2020 nel quartiere di Belleville, accoglie tutti i DJ amatoriali che possono prenotarsi sul sito. Infine, il Book Bar dell'Hotel Grand Amour è stato pensato come un grande salotto d'appartamento pieno di libri, vinili, lampade, tavoli e divani, è anche conosciuto come un luogo di ritrovo per la moda parigina. 

La lista è ancora lunga. Ultimo arrivato, in ordine cronologico, è il ristorante Superflu, gemma nascosta sita nel 18º arrondissement: ideato da Louis Bruneteau, già a capo del listening bar Stereo, e dall'architetto Jean-Baptiste Andrau, questo locale dal soffitto ondulato ogni fine settimana offre, dopo cena, una programmazione musicale house, disco e techno accompagnata da una carta di vini naturali. «Questo binomio funziona particolarmente bene perché a Parigi come in nessun’altra città c'è un’importante cultura del vino naturale», spiega Jean-Baptiste, secondo cui al successo dei listening bar ha contribuito anche l'evoluzione del lifestyle durante la pandemia. «Se prima eravamo abituati ad andare nei club, durante la crisi sanitaria gli unici luoghi di svago erano i bar e i ristoranti» - continua il cofondatore di Superflu. «Così facendo le persone hanno ritrovato il gusto del mangiare bene e del bere bene, cominciando a ripensare il loro modo di fare serata. Quando l’emergenza del Covid-19 è finita, ci siamo ritrovati con una grande richiesta di "locali ibridi", luoghi in cui poter mangiare un boccone, sorseggiare un drink e lasciarsi andare. Così nasce il successo del listening bar»