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Levi’s Cords by Opening Ceremony

Levi’s Cords by Opening Ceremony

 

Ennesima collaborazione per il team americano di Opening Ceremony, che questa volta sceglie un partner d’eccezione, Levi’s. Il prodotto, interamente Made in USA, non poteva che essere una tinta unita di colori caldi e rassicuranti, declinata su tessuti quali il denim e il velluto a coste, adattata a  tagli classicamente marcati Levi’s.

Nonostante il rispetto e la devozione per l’intramontabile  scuola Levi’s, la forza di questa capsule collection, risiede nell’affascinante campagna pubblicitaria, curata dal fotografo Ryan McGinley, che ha raccontato la suggestione e la leggerezza di un incontro, attraverso i suoi inconfondibili scatti. Figlio della cultura streetstyle, devoto allo skateboarding e alle ispirazioni tratte dalla semplice osservazione delle persone che lo circondano, qualche anno fa, impugna quasi inconsciamente una Polaroid e decide di ritrarre tutti coloro che passavano per casa sua, facendone un immenso colage da costruire pezzo per pezzo sulle sue quattro mura. Congela il momento  e lascia che sia la potenza di uno sguardo e la simpatia di un gesto, a lasciare l’impronta di una sensazione di un attimo di vita quotidiana.

 

Ryan permetteva alle immagini di raccontare qualcosa attraverso ciò che emergeva dal fortuito, fino a quando, intrapresa la strada del fotografo professionista, non decide di ribaltare i canoni utilizzati fino ad ora. Solo da quel punto in poi entra in gioco il progetto e lo studio di una situazione da creare e da imprimere sulla pellicola.

Succede proprio questo nella campagna di “Levi’s Cords by Opening Ceremony”. Un incontro fatto di impatto e sensazioni istintive, dove improvvisamente lui afferra lei e decide di farle osservare le dinamiche del movimento e la bellezza del circostante. Salti, voli e staticità riassumono il mondo. Colori freddi e caldi si alternano in un interno spoglio, dove vengono creati veri e proprio corner di una vita spensierata ma, allo stesso tempo, malinconica. Contrasti voluti, come quello dei richiami all’autunno per una collezione primaverile, come a volersi mettere in sfida con la natura e poter decidere arbitrariamente quando e come cadere, quando e come sorridere, quando e come vivere. Il tutto si ritrova poi nel punto di partenza, dove le due mani si sfiorano con iniziale diffidenza, ma con irrazionale curiosità di un’attrazione effetto calamita, fino ad afferrarsi improvvisamente in un secondo.
Questa la situazione creata da Ryan McGinley, questa la realtà auspicata da Naplestreetstyle.