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Le regole del gioco di Demna Gvasalia

E i 5 segreti del suo successo

Le regole del gioco di Demna Gvasalia E i 5 segreti del suo successo

 

Un tempo la moda creava un sogno: le persone sognavano vestiti straordinari che probabilmente non avrebbero mai indossato nella loro vita, ma questo creava loro un’illusione. Ora il focus è sul prodotto: qualcosa che desideri per poterlo davvero indossare”.

In questa frase Demna Gvasalia condensa l’essenza della sua filosofia: l’attenzione non è più posta sulla spettacolarità di un capo, ma sulla sua reale portabilità. Il designer georgiano discute di questo e molto altro nella sua ultima intervista rilasciata a WWD, nel corso della quale delinea le regole del gioco della moda e suggerisce ciò che avverrà durante il suo mandato nei panni di direttore creativo presso Balenciaga.

In soli due anni il suo brand – Vêtements – ha stravolto le consuetudini del calendario della moda parigina, accendendo i riflettori sulla scena underground della capitale francese e catapultandola senza mezzi termini in passerella.

Se tradizionalmente l’ispirazione stagionale di un designer proviene da fonti artistiche privilegiate – pittura, scultura, fotografia, musica, viaggi, personalità storiche – Gvasalia ha sempre dichiarato di trarre i suoi principali stimoli dalla strada: una corsa in metropolitana, un bar anonimo del decimo arrondissement o le persone in fila al supermercato.

Ogni momento è quello giusto per dilettarsi in osservazioni sociologiche e rielaborare capi eterni in relazione agli usi e costumi odierni. Un processo apparentemente semplice o scontato, che ha consentito però al designer e alla sua gang (i sette creativi che lavorano con lui allo sviluppo delle collezioni del marchio) di affermarsi e consolidare il suo ruolo all’interno del panorama della moda internazionale nel giro di appena una manciata di stagioni.

Quali sono, dunque, i segreti del successo di questo designer così sovversivo? Ve lo sveliamo attraverso le sue dichiarazioni più interessanti rilasciate a WWD.

 

#1 Ha carpito i trucchi del mestiere da Martin Margiela. Prima di affrontare la sua esperienza “monografica”, Gvasalia ha lavorato in seno ad aziende francesi del calibro di Maison Margiela e Louis Vuitton. Presso il primo, afferma: “Ho imparato personalmente ad amare i vestiti e a decomporli, ad osservare come sono fatti e a lasciarmi ispirare da vestiti esistenti per crearne di nuovi”.

Una foto pubblicata da VETEMENTS (@vetements_official) in data:

 

#2 Lotta Volkova Adam è il suo asso nella manica. Dell’amica stylist russa dice: “Mi aiuta in tutto, dal brainstorming ai casting allo styling. È una sorta di interfaccia per me, ogni volta che ho bisogno di confrontarmi con una donna per parlare di vestiti o avere un punto di vista femminile sulle cose mi rivolgo a lei”. Queste stesse mansioni saranno mantenute anche presso Balenciaga.

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#3 Collabora con un amico sociologo per comprendere ciò che le persone vogliono realmente indossare. “Lo mando in giro per le strade di Londra e Parigi a chiedere alle persone perché hanno scelto di indossare quel particolare modello di jeans, cosa li ha spinti a comprarlo, se sono ad alta o bassa vita e se gli vanno comodi. Queste cose sono molto importanti da sapere quando crei vestiti”.

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#4 È un fan della comunicazione online. “Mi piace discutere le idee con i miei collaboratori e con i tre stagisti interni al brand, sia in gruppo che separati. Il 30% della nostra comunicazione si svolge online”.

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#5 Crede nel potere dell’individualità più che in quello della tendenza. “Al giorno d’oggi le persone cercano un approccio individuale, per distinguersi dagli altri”. A tal proposito cita la morte della “it” bag.

@sickymagazine

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