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Talent Corner - Licia Florio

La moda come esperienza sensoriale

Talent Corner - Licia Florio La moda come esperienza sensoriale

Un nome ed un cognome come tanti altri. Solo apparentemente. Perché, in realtà, dicono molto a chi di moda davvero se ne intende ed è cultore di quella moda poetica e spontanea. È così che ci piace definire lo stile di Licia Florio: poetico ed ispirato ad una realtà contemporanea, in cui romanticismo androgino e semplicità avanguardista fanno da capisaldi ad una visione concettuale dai toni sommessi e al tempo stesso catalizzatori. Molti la conoscono e ricordano per le sue brogues bicolor senza lacci ma lei è davvero una stilista a tutto tondo, che si inventa e reinventa attraverso due diversi brand: il primo è LF Unisex, brand delle famose brogues che detiene con il suo fidanzato, mentre il secondo è più semplicemente Licia Florio, che costituisce il vero fulcro artistico della giovanissima stilista. E per inaugurare questa nuova rubrica non potevamo che scegliere lei come primo talento da intervistare.

 

1. La tua collezione porta il tuo nome, non hai mai pensato ad un nome diverso?

Mi piace raccontare la mia personale visione della moda e del prodotto. Il mio nome mi rappresenta e mi piace creare un dialogo tra me e il mio fruitore. Cosa c'è di meglio che presentarsi? Anche nella linea di scarpe L'F il nome è un anagramma tra il mio Licia e quello del mio fidanzato Francio. Noi siamo quello che disegniamo.

2. Qual è stato il tuo percorso formativo e professionale?

Mi sono diplomata all'Istituto marangoni di Milano e ho fatto un master in costume teatrale. Ho fatto alcune esperienze in maison di moda, ma dopo il secondo anno di lavoro ho iniziato subito ad affrontare il mercato e la moda in prima persona, con il mio brand.

3. Le tue collezioni emozionano. Cosa ti ispira?

Ci sono persone che mi circondano, immagini che incontro, città e suoni. Non è che un confine tra la mia vita privata e quella professionale. Voglio che ogni collezione parli di quello che vedo.

4. Una volta creata una collezione va anche scelto come comunicarla. Mi ricordo uno dei tuoi primi video che mi ha colpita moltissimo. Come nasce l'idea di raccontare una collezione attraverso un video emozionale?

Il video è una delle arti più complesse e più dense di significanti. Nelle prime collezioni abbiamo unito immagine/suono/parola per creare un immaginario da raccontare. Nelle ultime collezioni ho lasciato che fossero i capi a racchiudere tutto quello che fino ad ora aveva fatto il video. Nelle prossime vedremo.

5. La tua è una moda Made in Italy: ci racconti come avviene il processo produttivo?

Ho passato mesi a trovare fornitori che potessero darmi una mano nella creazione del mio prodotto. È stata una selezione naturale, empatica ed alchemica con alcuni laboratori e produttori che mi hanno permesso di fare quello che sto facendo.

6. Quanto è difficile essere un designer emergente oggi?

Faccio la designer e lo faccio qui e ora, non ho idea se un tempo sia stato più semplice.  Non mi piace lamentarmi. Ho voluto fortemente fare quello che faccio e lo faccio con tutte le energie. Passo dopo passo ho creato una società con il mio fidanzato e insieme gestiamo i nostri brand e i nostri progetti. Ci divertiamo e non smettiamo mai di imparare. Il passaggio dalla scuola al mondo del lavoro e dell'impresa è stato difficile, ma ci vuole metodo, fare piccoli investimenti e tanto senso critico.

7. Quali sono le vie attraverso le quali cerchi di farti conoscere (eventi, temporary shop...)?

Mi piacciono le persone e condividere con loro la mia storia e la mia visione. Il mezzo non è fondamentale, preferisco il messaggio.

8. Quanto conta avere idee nuove oggi? Contano di più le idee o la capacità di metterle in pratica e di essere non solo designer ma manager di se stessi?

Le idee non hanno peso, serve la capacità di darle una forma. Fare è la base fondamentale per innovare. Preferisco raccontare le idee che non riesco a seguire perché qualcuno le faccia, piuttosto che tenerle nascoste.

9. Qual è la tua posizione nei confronti dei nuovi influencer del mondo moda? Hai collaborato con i fashion blogger?

Mi piace vedere i miei capi indosso a persone che sappiano interpretarli. Mi piace vederli felici ed è questo quello che conta. I fashion blogger, in genere, si mostrano ed hanno una platea di fan che li seguono, una versione amplificata dell' "amica vestita bene". Ci sono alcuni che mi piacciono e altri che reputo sopravvalutati. Tutto qui. Mi piace, tuttavia, leggere di moda da persone che la hanno studiata, vissuta.

10. Se non facessi la designer... cosa faresti?

Essere una designer è uno dei ruoli marginali di cui mi occupo in questo momento. Lavorerei nell'arte, ma anche questo lo faccio nel tempo libero.

11. Progetti per il futuro: sarai presente a qualche fiera/evento nei prossimi mesi?

Stiamo rilanciando il nostro e-commerce con nuove collaborazioni e nuove linee. Uno shop virtuale in piena regola.

 
 
A name and surname like many others. Only apparently, since they say a lot to those who really understand fahsion and are cult lovers of a poetic and spontaneous art. This is how we like to define Licia Florio’s style: poetic and truly inspired to our contemporary world, where androginous romanticism and avant guarde simplicity are the cornerstones of a conceptual vision of subdued and catalyzing tones. Many know and remember her for her laceless bicolour brogues but she is an all round designer, capable of inventing and reinventing herself  through two different brands:  the first one is LF Unisex,  the famous brogues’ brand that she owns with her boyfriend, while the second one is simply Licia Florio and constitutes the very artistic fulcrum of  the young designer. And, to launch this brand new column we couldn’t choose any other talent to interview but her, Licia Florio


Your collection brings your name and surname, have you ever thought of another name?
 
I like telling my personal vision of fashion and products. My name represents me perfectly and I like creating a dialogue between me and the general public. What is a better  way than introducing oneself? The shoes collection L’F is an anagram of my name, Licia, and my boyfriend’s Francio. We are what we design.
 
Can you tell us more about your studies and career?
 
I graduated at Marangoni institute in Milan and I completed a MA in theatral costume. I also had few experiences in several fashion houses but, soon after my second year of work, I started to face the fashion market myself, through my own brand.
 
Your collections leave people thrilled. What’s your inspiration?
 
People that surround me, images that I encounter, and, then, the city and its sounds.  It is just a subtle border between my private and professional life. I want every colletion to talk about what I really see.
 
After the creation of a collection, it is fundamental to choose how to communicate it to the public. I remember one of your first videos that particularly impressed me. How does the idea of telling a collection through a video originate  from?
 
Filming is one of the most complex and meaningful arts. During the first collections we united image/sound/word to create a broader image to tell. During the last collections, I let the clothes themselves represent  what the video has done till now. As for the future, we’ll see. 
 
Yours is a collection all made in Italy: can you tell us more about the productive process?
 
I spent months to find suppliers that could help and support the creation of my products. It was an empathic, natural and alchemic selection when it came to choose and be chosen by those laboratories and producers.
 
How difficult is it  to be an emerging talent today?
 
I am a designer. I am a designer here and now and I have no clue whether or not it was easier than now. I don’t like complaining. Doing what I do today has always been my biggest desire and I do it with all energies. Little by little I set up a brand with my boyfriend and we now manage together this company and all our projects. We have fun and we never stop learning. The passage from school to work has been very hard: one needs to have a rigurous method and a lot of critical sense.
 
How do you “market” your brand (events, temporary shops, etc)?
 
I like people  in general and I like sharing my vision and story with them. The message and not the means is what is essential.
 
How much does it count to have ideas today? Is it more important having original ideas or being capable of translating them into practice and being your own manager?
 
Ideas do not have any weight, what is importanti s giving shape to them. “Doing” is the basis of making innovation. I’d rather tell those ideas that I can’t put into practice and let someone else use them than hide them.
 
What is your position as to the new fashion system influencers? Have you done any collaboration with bloggers?
 
I like seeing my creations on people that are able to interpret them. I like seeing them happy and that’s what counts to me. Fashion bloggers usually show themselves and have a pletora of followers and fans, like an “amplified” version of a friend who dresses very well”. I like some of them while I think that others are simply overestimated. That’s it. I like, however, reading about fashion from people who really studied it.
 
If you were not a designer, what would you be?
 
Being a designer is one of the marginal roles that are keeping me busy at the moment. I’d probably work in the art industry.
 
Any projects for the future?
 
We are relaunching our e-commerce with new collections and collaborations. A proper virtual shop.