Talent Corner - Licia Florio
La moda come esperienza sensoriale
15 Maggio 2013
Un nome ed un cognome come tanti altri. Solo apparentemente. Perché, in realtà, dicono molto a chi di moda davvero se ne intende ed è cultore di quella moda poetica e spontanea. È così che ci piace definire lo stile di Licia Florio: poetico ed ispirato ad una realtà contemporanea, in cui romanticismo androgino e semplicità avanguardista fanno da capisaldi ad una visione concettuale dai toni sommessi e al tempo stesso catalizzatori. Molti la conoscono e ricordano per le sue brogues bicolor senza lacci ma lei è davvero una stilista a tutto tondo, che si inventa e reinventa attraverso due diversi brand: il primo è LF Unisex, brand delle famose brogues che detiene con il suo fidanzato, mentre il secondo è più semplicemente Licia Florio, che costituisce il vero fulcro artistico della giovanissima stilista. E per inaugurare questa nuova rubrica non potevamo che scegliere lei come primo talento da intervistare.
1. La tua collezione porta il tuo nome, non hai mai pensato ad un nome diverso?
Mi piace raccontare la mia personale visione della moda e del prodotto. Il mio nome mi rappresenta e mi piace creare un dialogo tra me e il mio fruitore. Cosa c'è di meglio che presentarsi? Anche nella linea di scarpe L'F il nome è un anagramma tra il mio Licia e quello del mio fidanzato Francio. Noi siamo quello che disegniamo.
2. Qual è stato il tuo percorso formativo e professionale?
Mi sono diplomata all'Istituto marangoni di Milano e ho fatto un master in costume teatrale. Ho fatto alcune esperienze in maison di moda, ma dopo il secondo anno di lavoro ho iniziato subito ad affrontare il mercato e la moda in prima persona, con il mio brand.
3. Le tue collezioni emozionano. Cosa ti ispira?
Ci sono persone che mi circondano, immagini che incontro, città e suoni. Non è che un confine tra la mia vita privata e quella professionale. Voglio che ogni collezione parli di quello che vedo.
4. Una volta creata una collezione va anche scelto come comunicarla. Mi ricordo uno dei tuoi primi video che mi ha colpita moltissimo. Come nasce l'idea di raccontare una collezione attraverso un video emozionale?
Il video è una delle arti più complesse e più dense di significanti. Nelle prime collezioni abbiamo unito immagine/suono/parola per creare un immaginario da raccontare. Nelle ultime collezioni ho lasciato che fossero i capi a racchiudere tutto quello che fino ad ora aveva fatto il video. Nelle prossime vedremo.
5. La tua è una moda Made in Italy: ci racconti come avviene il processo produttivo?
Ho passato mesi a trovare fornitori che potessero darmi una mano nella creazione del mio prodotto. È stata una selezione naturale, empatica ed alchemica con alcuni laboratori e produttori che mi hanno permesso di fare quello che sto facendo.
6. Quanto è difficile essere un designer emergente oggi?
Faccio la designer e lo faccio qui e ora, non ho idea se un tempo sia stato più semplice. Non mi piace lamentarmi. Ho voluto fortemente fare quello che faccio e lo faccio con tutte le energie. Passo dopo passo ho creato una società con il mio fidanzato e insieme gestiamo i nostri brand e i nostri progetti. Ci divertiamo e non smettiamo mai di imparare. Il passaggio dalla scuola al mondo del lavoro e dell'impresa è stato difficile, ma ci vuole metodo, fare piccoli investimenti e tanto senso critico.
7. Quali sono le vie attraverso le quali cerchi di farti conoscere (eventi, temporary shop...)?
Mi piacciono le persone e condividere con loro la mia storia e la mia visione. Il mezzo non è fondamentale, preferisco il messaggio.
8. Quanto conta avere idee nuove oggi? Contano di più le idee o la capacità di metterle in pratica e di essere non solo designer ma manager di se stessi?
Le idee non hanno peso, serve la capacità di darle una forma. Fare è la base fondamentale per innovare. Preferisco raccontare le idee che non riesco a seguire perché qualcuno le faccia, piuttosto che tenerle nascoste.
9. Qual è la tua posizione nei confronti dei nuovi influencer del mondo moda? Hai collaborato con i fashion blogger?
Mi piace vedere i miei capi indosso a persone che sappiano interpretarli. Mi piace vederli felici ed è questo quello che conta. I fashion blogger, in genere, si mostrano ed hanno una platea di fan che li seguono, una versione amplificata dell' "amica vestita bene". Ci sono alcuni che mi piacciono e altri che reputo sopravvalutati. Tutto qui. Mi piace, tuttavia, leggere di moda da persone che la hanno studiata, vissuta.
10. Se non facessi la designer... cosa faresti?
Essere una designer è uno dei ruoli marginali di cui mi occupo in questo momento. Lavorerei nell'arte, ma anche questo lo faccio nel tempo libero.
11. Progetti per il futuro: sarai presente a qualche fiera/evento nei prossimi mesi?
Stiamo rilanciando il nostro e-commerce con nuove collaborazioni e nuove linee. Uno shop virtuale in piena regola.