Siete pronti alla “Ethel Cain Summer”? Il country-grunge della cantante americana sarà ovunque nei prossimi mesi
Quando alla fine del secondo weekend di Coachella, Charli XCX ha fatto scorrere sullo schermo messaggi di supporto a diversi artisti il cui album è in uscita nei prossimi mesi estivi, un nome su tutti è parso più significativo del solito: quello di Ethel Cain, apparso nella scritta “Ethel Cain Summer”. Figura ormai quasi di culto in uno scenario di donne popstar sempre più saturo, oltre che modella per Miu Miu e moderno personaggio del web data l’abitudine della cantante della Florida di interagire moltissimo con i propri fan attraverso YouTube e i social ma anche attraverso Tumblr – tutti spiragli in cui i suoi seguaci possono gettare un occhio nella sua vita privata oltre che nelle sue opinioni personali. Con un album in uscita ad agosto, Cain sembra non solo prossima ad appassionare fan di mezzo mondo ma anche a catturare l’atmosfera dello stile di quest’estate, tanto da farci domandare se davvero il vibe dell’estate che sta per svolgersi sarà quello evocato dalla cantante. Più che alla sua musica, chiaramente, ciò a cui ci riferiamo è il personaggio di Cain stessa, che al di là dei photoshooting e le apparizioni in fashion week, ha coltivato una presenza online incredibilmente sincera e priva di filtri con i propri fan, dando voce a molte delle proprie opinioni su Tumblr (opinioni, aggiungiamo, su cui è facile trovarsi d'accordo) ma anche numerose foto di sè stessa, scattate in qualità granulosa, forse dalla sua stessa webcam, a volte in posa con una pistola, a volte in giro per desolati paesaggi autunnali. Ma qual è di preciso lo stile di Ethel Cain?
@jac111nda if u guys havent checked out her non music related youtube videos yet ur missing out fr i love her mind so much
10 minutes, meditation, sleep, mindfulness, night(951759) - Gloveity
Accorpato sotto la sommaria etichetta di “Southern Gothic”, originatasi inizialmente in campo letterario, lo stile della cantante è un mix fra certe atmosfere ottocentesche da La Casa nella Prateria e una sorta di informale grunge contemporaneo in cui vestiti da notte vintage, abiti lunghi dal taglio vittoriano o da chiesa del Sud si alternano short in denim, flanelle, tube top, cappelli trucker, pesanti stivali di pelle. Il tipo di vestiario che si può trovare nel remake del 2003 di Non aprite quella porta (la cantante ha pure ricreato il look di Jessica Biel nel film per una festa di Halloween nel 2023), in Bones and All, White Lightnin’ o Badlands ma anche nei film di Ti West con Mia Goth, X e La Casa del Diavolo di Rob Zombie. È un tipo di estetica che gioca molto sugli opposti, esattamente come la musica di Cain che oscilla tra l’etereo e il violentemente cupo: per citare Cain stessa, che però si riferiva alla scelta del proprio nome, potremmo definire il suo guardaroba come «womanly, matronly, old American» da un lato, e ispirato all’immaginario delle comunità rurali americane dall’altro. Il camouflage e l'estetica della caccia sono inoltre elementi ricorrenti: ovunque nella gallery della pagina Facebook della cantante, ma soprattutto in una serie di post pubblicati nel giugno 2022 in cui si vedono due foto di un uomo che presumiamo essere il padre di Cain indossare completi camouflage, tra cui una in cui tiene per le corna un cervo morto a mo' di trofeo; in molti altri post successivi, sia amatoriali che photoshooting, appaiono pistole e soprattutto guanti balistici, indossati dalla cantante anche in diverse performance live.
ethel cain summer pic.twitter.com/iiCv8KqkST
— SITA (@raspberhrriies) June 5, 2025
È un immaginario in realtà ben codificato anche nelle sue polarità già nelle sue origini, rappresentate ad esempio dai due personaggi del celeberrimo quadro American Gothic di Grant Wood che dipinge un uomo in grezzi abiti da lavoro (salopette e camicia bianca e giacca) e una donna in un abito tradizionale con tanto di rigido colletto simil-puritano e cammeo al collo. I due opposti estremi dello stile di Ethel Cain sono già qui, tranne forse l'iconografia religiosa che l'accompagna. Una stessa tensione tra la concretezza e la prosaicità degli abiti da "american teenager" (titolo di uno dei grandi successi di Cain, che però ha in parte ripudiato come Kurt Cobain fece con Smells Like Teen Spirit) e quelli più rievocativi di un mondo più spirituale, suggestivo del nostro. Si tratta di un vestire intenzionale ma allo stesso molto sincero, la cui autenticità si percepisce perché, in fondo, è proprio il personaggio di Cain e le atmosfere in cui si muove a elevare un everyday look i cui singoli addendi, in realtà, non hanno quasi nulla di esuberante o originale e che trovano interesse proprio nel loro sembrare così distanti dai trend, così pragmatici e anti-commerciali ma situati in un'atmosfera e scenario ben precisi. Un’estetica molto americana su cui si sovrappongono elementi religiosi, macabri e pro-gun in cui croci e armi da fuoco diventano parte di un’estetica che, sull’onda di quel mix tra Y2K e workwear sbiadito e usurato degli ultimi anni, sembra effettivamente lo stile che dominerà nei prossimi mesi estivi.
In effetti, le ringer tee, i denim stinti, le hoodie grafiche e le maglie smanicate, i cappelli a visiera, gli abiti che evocano il mito americano del '900 e il camouflage sono già ovunque nelle strade e nei feed di mezzo mondo, la mescolanza di stivali biker e ariosi prendisole bianchi si vede già anche riproposta come giustapposizione di elementi morbidi e leggeri tendenzialmente molto chiari e altri scuri e pesanti, ispirati al punk, in pelle nera. Tra gli uomini, poi, si vanno cercando le t-shirt ormai consunte dal cui colletto inizi a staccarsi il tessuto rivelando lembi di pelle – meglio se pesantemente sbiadite, abbinate a catene e a tutto quell’apparato che evoca la sincerità e la vita vissuta in una macro-cornice culturale dove proprio il concetto stesso di autenticità, di classe sociale e di personalità individuale sembrano avere perso ogni contorno. Il mondo cupo ma evocativo di Ethel Cain non è certo l’ispiratore di quest’estetica che, come si accennava, viene da molto lontano ma ne è però la sintesi più moderna e rilevante, essendo anche giustapposto a tematiche di queerness e riappropriazione di un linguaggio visivo molto radicato in ideologie in cui la bipartizione netta dei generi è un assunto fondamentale – ideologie che ovviamente Cain rimette in discussione, ricentrandone il punto. Un po’ come il cappello camouflage virale della campagna presidenziale di Kamala Harris, che univa a ideali più liberali un’identità visuale che un osservatore esterno avrebbe assegnato, forse superificialmente, alla frangia politica opposta. Proprio da questa contraddizione, in effetti, deriva l’ironia di alcune pagine di meme che hanno giustamente notato come questo guardaroba accomuni tanto i conservatori di campagna che i giovani progressisti di città, i quali lo indossano in modo spesso puramente performativo ma ironico.
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Nelle passerelle questi segnali sono arrivati in modo alterno. Brand come Diesel, Dsquared2 o Balenciaga, nelle ultime collezioni di Demna, hanno attinto molto a un’estetica grunge e iper-realistica che per altri brand puramente americani come ERL o R13 è assai più connaturata. In realtà la moda, più che copiare il look di Cain, ne ha fatta un personaggio, una protagonista di campagne per Miu Miu e per Enfants Riches Déprimés – brand, quest’ultimo, forse più in sintonia con le tinte fosche di cui il personaggio di Cain si ammanta. Nelle scorse e presenti stagioni, poi, diversi brand hanno ripensato sia il look tra il grunge e il nonchalant dell’America rurale che quel vestire insieme pratico e civettuolo che si è visto nella primissima collezione di David Koma per Blumarine, ma anche da Collina Strada o Stella McCartney. Più fortuna ha avuto forse, in tempi di conservatorismo, il vestito da prateria o l’abito-négligé apparso da Valentino, Ralph Lauren, Gabriela Hearst, Anna Sui e Coach ma soprattutto da Erdem. Il che non significa che il mondo reale, quello dei giovani che la moda la fanno indossando abiti che non sono quelli del lusso, non stia seguendo questo trend. La stessa Cain, in occasione allo show FW24 di Miu Miu a Parigi, sentenziò «I’m obsessed with not being on the Internet right now», e in effetti la Ethel Cain Summer sembra proprio fatta per chi vuole disconnettersi e toccare finalmente un po’ d’erba. Oppure, al massimo, rievocare col proprio vestiario tempi più semplici.