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Dopo l’India, il lusso accessibile conquisterà il mondo

Il paese potrebbe diventare il nuovo trampolino di lancio di brand europei e locali

Dopo l’India, il lusso accessibile conquisterà il mondo Il paese potrebbe diventare il nuovo trampolino di lancio di brand europei e locali

Per diversi anni dopo il lockdown, il mondo del lusso si è domandato se l’India stesse per diventare la nuova Cina – ovvero un nuovo serbatoio più o meno intatto di clienti ad altissimo reddito. Un interesse culminato simbolicamente l’anno scorso con lo show di Dior a Mumbai ma ancora di più con gli investimenti. Nel 2023, i brand di lusso hanno espanso di molto la propria presenza in India in una corsa agli affitti con 56.000 metri quadrati di nuovo spazio commerciale in vari formati, il 170% in più rispetto al 2022, come riportato dalla società di consulenza immobiliare CBRE South Asia e dalla Camera di Commercio e Industria PHD:  un aumento del 300% nei centri commerciali, un altro aumento del 100% per i negozi high street e un altro del 200% per negozi autonomi. Suddividendo la distribuzione, i negozi high street rappresentavano circa il 45% del totale delle locazioni di lusso (stando al report in questione «Le high street sono tipicamente mercati aperti in un'area di rilievo con una forte presenza di vendita al dettaglio (più di 2-3 negozi), mentre gli sviluppi standalone sono singoli sviluppi che ospitano uno o più grandi marchi» ovvero delle boutique multimarca) mentre i centri commerciali costituivano il 40%, e i negozi autonomi rappresentavano il restante 15%.

Questa espansione riflette l'aumento dell'attrattiva dell'India come mercato redditizio per i brand di moda, trainato dalla crescente classe di consumatori aspirazionali. Ma l’alta marea solleva tutte le barche: l’avanzata trionfale di una nuova classe medio-alta di consumatori non significa solo opportunità per i grandi player del lusso ma per una legione di altri brand definibili come “lusso accessibile” o “alternative to luxury”, che in effetti stanno guadagnando molto terreno nel  paese.

Come si sta evolvendo il mercato indiano?

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Le proiezioni per il mercato del lusso in India sono davvero impressionanti. Secondo Euromonitor International, il mercato del lusso in India è proiettato verso un impressionante aumento a 82.186 crore di rupie entro il 2027, un aumento sostanziale rispetto ai 53.561 crore di rupie del 2022. Allo stesso modo, Bain & Company prevede che il mercato del lusso in India potrebbe espandersi fino a 3,5 volte le sue dimensioni attuali entro il 2030, trainato da una crescita demografica più giovane e da un aumento della classe medio-alta. Uno dei principali motori di questa rapida crescita è il crescente numero di individui facoltosi in India. I rapporti di Credit Suisse e UBS indicano un aumento previsto del 69% nel numero di milionari in India tra il 2022 e il 2027, superando il tasso di crescita medio globale del 45%. Va comunque detto che attualmente il paese è il sesto al mondo per numero di milionari e che secondo Business Today l'India dovrebbe aver perso nel 2023 6.500 milionari, una cifra significativa di per sé, ma un passo indietro rispetto ai 7.500 milionari emigrati nel 2022 che mette il paese al secondo posto come uno dei principali perdenti di milionari dopo la Cina, che si prevede dovrebbe averne persi 13.500 nel 2023, dopo i 10.800 andati via dal paese nel 2022. 

Non di meno, sempre secondo il report di CBRE South Asia, «nel 2023 le vendite al dettaglio del lusso in India hanno raggiunto l'incredibile cifra di 7,7 miliardi di dollari e si prevede che questa cifra raggiungerà i 9,9 miliardi di dollari entro il 20286, riflettendo una robusta traiettoria di crescita di circa 1,3 volte». L'inaugurazione del centro commerciale Jio World Plaza a Mumbai lo scorso novembre ha rappresentato un notevole aggiunta al panorama dello shopping di lusso dal momento che ospita un'ampia gamma di brand come Gucci, Cartier, Bottega Veneta, Valentino, Saint Laurent, Versace, Tiffany e via dicendo. E presto anche Galeries Lafayette arriveranno a Delhi e Mumbai. I marchi di lusso tra l’altro non solo si stanno espandendo in nuovi mercati, ma stanno anche crescendo nelle città dove la loro presenza è attualmente limitata, cercando spazi più ampi anche in posizioni esistenti per far fronte alla crescente domanda nata dopo il lockdown, che ha  visto il potere di spesa degli indiani più facoltosi riversarsi all’interno del paese e non fuori.

Perché i brand accessibili vogliono entrare nel mercato indiano

Come si diceva, l’alta marea solleva tutte le barche. Isabelle Guichot, amministratore delegato di SMCP, la società madre di Sandro e Maje, brand che apriranno a Mumbai nei prossimi mesi, ha detto a BoF: «Non ci sono molti marchi di moda accessibile di lusso in India, quindi pensiamo che sia il momento di essere pionieri». Un sentimento che evidenzia il crescente riconoscimento tra i brand globali che il mercato della moda indiano presenta vaste opportunità al di là dei tradizionali ambiti del puro lusso. L'attrattiva del “lusso accessibile” o premium risiede nella sua capacità di soddisfare un ampio spettro di consumatori, che vanno dai consumatori esperti di lusso agli individui il cui reddito è in crescita che cercano di elevare il loro stile di vita - previsioni sostanziate da quelle di Boston Consulting Group India, citato da BoF, che prevede una crescita a due cifre nel segmento del lusso accessibile nei prossimi cinque anni. 

L’idea di base è che i brand di lusso tradizionali espanderanno sì la propria presenza nel paese, ma sempre e comunque con i propri prezzi proibitivi: la loro offerta sarà dunque assai inferiore alla domanda, lasciando spazio per brand europei e non dai prezzi più abbordabili. Lo zoccolo duro di questa nuova ondata di consumatori aspirazionali, come indicato da BoF, è un gruppo in crescita di individui abbienti con un reddito pro capite superiore ai diecimila dollari annui che, secondo un report di Goldman Sachs, dovrebbero passare dagli attuali 60 milioni a 100 milioni in tre anni e che dunque presenta un'opportunità redditizia per i marchi premium. Questi clienti, sempre secondo BoF, hanno nuovi gusti: meno loghi e più design, ma anche più varietà ed esplorazione nei confronti dei nuovi brand, anche grazie all’accelerazione digitale dei social. È un boom di cui stanno approfittando anche gli stessi brand indiani che si pongono come rivali del classico lusso con la loro offerta qualitativa (ricordiamo che l’India è uno dei paesi-chiave del mondo tessile), rilevanza culturale e appeal cosmopolita. Marchi come Pero, Dhruv Kapoor e Rahul Mishra, che ha da poco lanciato il ready-to-wear, si sono ritagliati uno spazio sulla scena della moda indiana pur mantenendo una prospettiva globale e sfilando tra Milano e Parigi.

Cosa significa per il resto del mondo?

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Avere successo nel mercato indiano significa, per brand di range medio-alto, avere la possibilità di moltiplicare le proprie vendite in una maniera che semplicemente non era possibile basandosi solo sui mercati occidentali e su quelli, comunque già saturi, di Cina e Giappone. La presenza di una nuova classe media, la stessa classe media la cui scomparsa ha cancellato i clienti aspirazionali della moda europea facendo crollare diversi bilanci, è un’opportunità enorme – specialmente se un brand dalla fama più consolidata si affaccia nel mercato del paese per la prima volta. Secondo le predizioni, Sandro e Maje sono soltanto i primi di una vasta schiera di brand premium/alternative to luxury che letteralmente andranno nel paese per cercare fortuna: l’opportunità è grande indicatore del fatto che fare successo lì può significare, in un futuro, un’espansione ancora più forte (e magari anche un riposizionamento) nei mercati di origine. Dopo tutto, Sandro e Maje hanno avviato contratti di distribuzione con lo stesso magnate, Mukesh Ambani di Reliance Industries, che distribuisce già nel paese brand come Valentino, Balenciaga e Diesel – brand, quest’ultimo, che rappresenta un’altra proposta di lusso accessibile che sta guadagnando trazione nel paese insieme a marchi premium come Polo Ralph Lauren, Versace Jeans Couture, Fred Perry e Zimmerman. Ma chissà quali altri brand potranno trovare fortuna in India in futuro e, da lì, conquistare il resto del mondo.