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5 cose da aspettarsi dalla Paris Fashion Week FW24 Women’s

Un programma a dir poco carico

5 cose da aspettarsi dalla Paris Fashion Week FW24 Women’s Un programma a dir poco carico

71 show, 38 presentazioni e una somma totale di circa 109 eventi. Questi sono gli enormi numeri della Paris Fashion Week FW24 Women’s che prende l’avvio oggi con gli show di Marie Adam-Leenaerdt, Vaquera e CFCL. Gli appuntamenti da attendere sono a dir poco numerosi: i nuovi show di Saint Laurent, The Row e Undercover e la seconda collezione di Stefano Gallici per Ann Demeulemeester sono solo alcuni degli appuntamenti più attesi di un calendario che include i nomi già familiari di Rick Owens, Chanel, Loewe e di tutto il vasto universo di designer che popola la scena parigina. Quest’anno però tra grandi ritorni, sfilate attesissime e debutti eccellenti l’attenzione sulla capitale della moda francese appare centuplicata.

Ecco dunque cosa aspettarsi dalla Paris Fashion Week FW24 Women’s.

1. Off-White torna a sfilare dopo un anno

Avevamo già discusso in precedenza delle implicazioni del ritorno di Ib Kamara e Off-White nel calendario di Parigi, di come dopo lo show dell’anno scorso e dopo due presentazioni via lookbook, il brand abbia bisogno di tornare con un’identità forte che sappia sia rendere omaggio a Virgil Abloh che uscire dalla sua ombra come un’entità autonoma e capace di reggersi da sé. Non c’è dubbio che il team dietro il brand (che comunque ha continuato a registrare robusti ritmi di vendita) abbia messo ancora più impegno in uno show che è attesissimo e che rappresenterà sicuramente un nuovo capitolo della grande saga dello streetwear nella moda oltre che la prosecuzione ideale dell’opera di Virgil Abloh a tre anni dalla sua prematura scomparsa.

2. La nuova era di Alexander McQueen, Chloé, Rochas e Lacoste

Seán McGirr da McQueen, Chemena Kamali da Chloé, Alessandro Vigilante da Rochas e Pelagia Kolotouros da Lacoste. Per i quattro brand che abbiamo elencato, i prossimi giorni segneranno l’inizio di una nuova era: se McGirr ha risvegliato l’interesse nel lato (dimenticato) più dark e trasgressivo di Alexander McQueen, gli allibratori della moda stanno facendo puntate altissime su Chemena Kamali e sul suo nuovo Chloè. Sempre grande attenzione circonda lo show di Lacoste, che si terrà martedì prossimo poco prima della chiusura della settimana, e che marcherà il tentativo del popolarissimo brand di elevare il proprio lungo heritage, mentre il “nostro” Alessandro Vigilante, nome finora milanesissimo, ci farà vedere la sua nuova concezione per Rochas dopo la breve era di Charles De Vilmorin.

3. Il decennale di Nicolas Ghesquiere da Louis Vuitton

Se c’è un brand che ama fare le cose in grande è sicuramente Louis Vuitton che, oltre alla chiusura della fashion week, festeggerà quest’anno il coronamento della storia d’amore tra il brand e Nicolas Ghesquiere che va avanti da dieci anni e proseguirà grazie al recente rinnovamento del contratto del designer. E dunque non ci sono dubbi che il primo brand della moda francese, oltre che il più redditizio purosangue della scuderia di LVMH, non lesinerà sulle celebrity, sulla location e sulla collezione – attendiamoci qualcosa di faraonico.

4. Ovviamente, Miu Miu

Già da qualche anno, l’appuntamento parigino con Miu Miu, che arriva quasi sempre a chiusura della settimana, è il più atteso e importante di tutti: non solo perché il brand è il più ricercato e desiderato del momento ma anche perché le sue collezioni, con lo styling della mano impeccabile di Lotta Volkova, indicano la direzione che la moda seguirà nei mesi successivi e rivelerà quelle che potrebbero essere le tendenze e le ossessioni di tutto il futuro anno.

5. L’evento per Joe Biden di Anna Wintour

Questo fundraiser, organizzato nella città santa della moda dalla papessa ufficiale dell’intera industria, e in onore del candidato democratico alle prossime elezioni presidenziali americane è forse un primato assoluto nella storia della Paris Fashion Week. A nostra memoria, infatti, moda e politica dialogano spesso con profitto ma non si prendono mai a braccetto: la decisione di Anna Wintour di organizzare un evento del genere, in un clima politico così teso e carico (solo qualche giorno fa i manifestanti di Attac hanno appeso il cartello “Tax the Rich” alla facciata del nuovo hotel di Louis Vuitton sugli Champs-Élysées) non promette solo di essere un ballo dei più opulenti, ma anche di corteggiare ogni sorta di controversia.