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Cosa significa il fallimento della Silicon Valley Bank per il settore moda?

In breve: la fine di un'era

Cosa significa il fallimento della Silicon Valley Bank per il settore moda? In breve: la fine di un'era

Il fallimento della Silicon Valley Bank non ha determinato solo una turbolenza significativa nel mondo delle Big Tech, anche tra le start-up di moda, la chiusura dell’istituto finanziario ha seminato il panico. Secondo BoF, tra le aziende di moda direttamente colpite dal crollo ci sono marchi quotati in borsa come StitchFix ed Etsy, il brand di abbigliamento inclusivo Universal Standard e il marchio di scarpe sostenibili ThousandFell, anche se le conseguenze hanno toccato anche realtà che, pur non avendo rapporti bancari diretti con SVB, si affidavano a società di elaborazione dei pagamenti che invece ne avevano. Molti fondatori e dirigenti di start-up si sono trovati impossibilitati ad accedere alla liquidità necessaria per pagare dipendenti e fornitori, una crisi che è durata complessivamente 72 ore, presto sanata da un intervento governativo, quando la Federal Reserve, il Dipartimento del Tesoro e la Federal Deposit Insurance Corporation, hanno annunciato che avrebbero protetto tutti i depositi della Silicon Valley Bank. In questo modo le aziende sono state in grado di pagare le retribuzioni anche se la loro banca è fallita e alla fine l'impatto immediato dell'intera vicenda per le aziende di moda e non è stato ridotto al minimo. Eppure, lo spettro dell’inflazione aleggia ancora.

Il crollo di SVB può essere direttamente collegato al crescente tasso di inflazione. Essendo la banca preferita dalle start-up che ricevono iniezioni di denaro finanziate da venture capital, SVB è stata in grado di crescere rapidamente, investendo i suoi depositi in obbligazioni, che, con l’aumento dell'inflazione e dei tassi di interesse, hanno perso valore. Quando il mercato se n'è accorto, ha scatenato una corsa agli sportelli. Un effetto a catena che si sta manifestando nell'economia generale e avrà implicazioni per l'industria della moda: a febbraio i tassi di interesse negli Stati Uniti sono aumentati del 6% rispetto a un anno fa, superando l'obiettivo del 2% fissato dalla Fed e, se continueranno a salire, potrebbero emergere problemi in altre banche. 

Il crollo di SVB non è dunque solo indice di una crisi ben più vasta, ma anche il più grande segnale che l'era delle start-up di moda sostenute da venture capital potrebbe essere giunta al termine. SVB è stata l'opzione di riferimento per molte start-up e imprenditori, offrendo l'accesso a servizi come il finanziamento del debito di rischio e le linee di credito che le banche più grandi non offrirebbero normalmente alle piccole imprese con flussi di cassa imprevedibili. L'inflazione e i tassi d'interesse hanno giocato un ruolo importante, sia perché hanno ridotto la domanda dei consumatori, sia perché hanno reso più costoso per le società di venture capital finanziare marchi in perdita. Il clima economico generalmente sfavorevole potrebbe indurre un maggior numero di aziende del settore moda a ricorrere al bootstrapping, ovvero all'autofinanziamento delle proprie attività, rendendo ancora più elitario e complesso farsi strada con la propria attività in un settore in recessione. La recente crisi bancaria, che ha avuto ripercussioni sul Gruppo Credit Suisse, non è una buona notizia neanche per i grandi gruppi di lusso nostrani. Con gli acquirenti europei e statunitensi messi sotto pressione e la Cina ancora in fase di disgelo, Burberry Group, Kering e Hugo Boss, hanno già registrato un calo nella domanda. Se fino a qualche mese fa alzare i prezzi degli item era sembrata una strategia vincente per far fronte all’inflazione, di fronte ad una crisi che non dà segni d’arresto e file che scarseggiano di fronte ai negozi, le sorti del retail appaiono sempre più incerte.