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Le vendite di Celine stanno per superare i 2 miliardi di euro

Hedi Slimane e il potere della coerenza

Le vendite di Celine stanno per superare i 2 miliardi di euro Hedi Slimane e il potere della coerenza

Negli scorsi giorni, all’indomani del grande show del brand al The Wiltern di Los Angeles, Celine ha rivelato a BoF che dall’arrivo di Hedi Slimane le vendite del brand si sono moltiplicate per 2,5 volte con gli analisti che prevedono per il 2023 un profitto annuo di 2,2 miliardi di euro – tutto secondo i benchmark stabiliti da Bernard Arnault nel 2018, all’epoca della nomina di Slimane. Secondo Fashion Network, ai tempi di Phoebe Philo, il fatturato del brand fluttuava tra i 430 e i 440 milioni di euro. A dispetto delle controversie dovute al rebranding imposto da Slimane, le vendite erano salite a 494 milioni di euro, nel 2018, poi a 611 milioni nel 2019 per poi crollare a 409 milioni in pandemia ma esplodere del 78% l’anno scorso generando 728 milioni di euro. I dati pubblicati da Fashion Network, comunque, «non riguardano tutti i business del brand» e dunque la cifra del fatturato annuale potrebbe attualmente aggirarsi poco sopra il miliardo. Le vendite sono rimaste forti anche in Cina, dove i lockdown proseguono, raddoppiando in Europa e triplicando in America – una forza, quella del mercato americano, che è stata anche il motivo per cui il brand ha tenuto il suo show a Los Angeles.

In un’intervista tra Slimane e la giornalista Lizzy Goodman rilasciata dallo stesso brand, il designer ha sottolineato come questi risultati siano dovuti alla coerenza: «Si può essere una sola cosa e si vuole essere una sola cosa o essere ricordati per una sola cosa... si può avere la fortuna di avere un solo stile, uno stile proprio che diventa una caricatura di sé, un proprio "suono" […]. Probabilmente sono sinonimo di punk rock e di indieness nella moda, oltre a essere conosciuto per i miei modelli androgini. Sono stato precisamente questo nella moda per più di 20 anni. Questa è un ruolo che rivesto volentieri». Il consulente Robert Burke, interpellato da BoF, ha proprio parlato della «stabilità» di Celine: si può comprare un intero look senza sembrare la classica fashion victim ma soprattutto, e questo lo dice l’autrice del pezzo Lauren Sherman, Slimane ha capito di poter utilizzare le sue abilità di designer per elevare pezzi classici come il jeans, il trench, il blazer, lo stivale che i clienti del lusso non hanno la voglia, il tempo o la capacità di ricercare o trovare attraverso i rivenditori di vintage a volte anche per anni, colorando ciò che un tempo era l’offerta di un brand avant-garde e cerebrale con la patina della grandeur francese e dunque rilanciando le classiche borse Triomphe degli anni ’70 e ’80 e facendone una delle linee più vendute del brand, presentando una collezione di alta profumeria di grande successo e persino proponendo un servizio di borse di coccodrillo su misura incrostate di diamanti e un servizio di abiti su misura che è basicamente haute couture tranne che nel nome e la cui clientela aumenta considerando come proprio questi abiti rappresentino il 20% dei look nelle sfilate femminili.

Effettivamente, cercando online tra i prodotti vintage d’archivio di Celine, quelli dell’era di Michael Kors e anche precedenti, si nota come Slimane abbia favorito un senso di continuità tra la produzione passata del brand e quella presente, a partire dalla linea Triomphe, ma anche includendo pezzi dell’archivio vero e proprio come certi mantelli o cappotti, o anche attraverso significanti come gli accenti metallici e i due diversi loghi del brand, il già citato Triomphe e il secondo, che invece ritrae una carrozza. Il catalogo online del brand, poi, a differenza di quelli di altri suoi pari, appare anche molto editato: una decina di modelli di scarpe per l’uomo, una selezione di venticinque modelli circa per la maglieria, numerosi modelli di camicie basic e non e prodotti in denim. La loro tipologia oscilla tra pezzi quotidiani e più giovanili come denim o felpe logate e pezzi più pronunciatamente “slimaniani” come le hoodie in mohair, i teddy in lana, le giacche di pelle oltre che le opzioni eleganti come completi da uomo e camicie classiche. I risultati ottenuti in così poco tempo dal brand e le proiezioni del successo futuro di cui potrebbe godere sono un indicatore della nuova svolta della moda nell'anno a venire: branding minimalistici, prodotti stabili e immuni al trascorrere dei trend ma anche uno storytelling capace di giostrarsi tra audience diverse con tanto eclettismo quanta continuità e coerenza di linguaggio.