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“Fly like a Butterfly”: come Saucony e Tombogo hanno creato il clog dell’anno

Dite addio ai lacci e salutate l’alba del design funzionale

“Fly like a Butterfly”: come Saucony e Tombogo hanno creato il clog dell’anno Dite addio ai lacci e salutate l’alba del design funzionale

Da qualche anno a questa parte il mondo del design iperfunzionale ha trovato una nuova vita. Una generazione di giovani designer e studi creativi intorno al mondo ha esplorato ed elevato creativamente numerosi concept e tecnologie sviluppate nel mondo del performance clothing, portando l’idea di design funzionale a nuove altezze – uno dei prodotti di questo design sono le sneaker modulari, di cui l’ultima collaborazione tra Tombogo e Saucony, detta “The Butterfly” è l’assoluta protagonista. «Mi piaceva l'idea di contribuire con le mie idee fuori dagli schemi e i miei design utilitaristici a uno brand che fatto scuola nel mondo delle sneaker da corsa», ha detto il designer Tommy Bogo in riferimento all’enorme repertorio di design e tecnologie brevettate da Saucony nel corso della sua lunga storia. «Il design modulare e i liner interni rimovibili della Butterfly incarnano perfettamente gli ideali e i prodotti funzionali che il mio brand rappresenta». E in effetti la nuova Butterfly sembra voler raccogliere il lungo heritage tecnico di Saucony, condensarlo e portarlo a un nuovo livello: The Butterfly è effettivamente una sneaker, ma è anche un clog e una ciabatta tecnica – il suo design 3-in-1 rappresenta la stessa leggerezza e naturalezza evocata dal suo nome. «Il design della suola del liner interno rimovibile è fantastico. Il disegno a griglia della sua suola si allinea quello dello zoccolo, consentendo ai due pezzi di agganciarsi e funzionare insieme come un'unica scarpa». Design che rispecchia i valori promossi dal brand stesso e definiti da Paolo Petri, Global Product & Merchandising Director, «innovazione, autenticità e cultura dove all’interno dell’innovazione non parliamo solamente di tecnologia ma anche di nuovo design e sostenibilità».

Il mondo delle sneaker sta cambiando. Più che abbandonare il passato, però, sta esplorando nuovi territori, nuove tecnologie per creare scarpe prive di lacci o anche per raggiungere quell’alchimia rara tra innovazione e fantasia nostalgica che Petri definisce «retro-tech». Ma se altre sneaker di Saucony, come la Pro Grid Triumph 4 che vedremo a fine anno e che si ispira ai modelli Y2K del brand, vogliono esplorare e rieditare l’heritage del passato, The Butterfly è tutta dedicata, se non al futuro, almeno al presente e a quella ricerca collettiva da parte del mondo del design di trovare la prossima catena evolutiva della sneaker: « Credo che The Butterfly contribuisca direttamente a questa conversazione sulla sneaker contemporanea. Non è un segreto che oggi la gente cerchi comodità nella moda. Considerata questa esigenza, noi designer stiamo ridisegnando l'idea di sneaker con queste qualità in mente». Un’esigenza, quella evidenziata da Tommy Bogo che diventa anche il più importante pretesto di trovare autenticità nella moda: «Per me funzionalità significa dare utilità a un design. Nella cultura pop ci sono molti prodotti che non hanno uno scopo al di fuori del loro valore del loro branding. Progettare con in mente la funzionalità è il mio modo di spingere in avanti le possibilità moda». Anche se è chiaro che, come aveva già notato Petri, l’innovazione e l’autenticità non possono comunque mai slegarsi dalla cultura.

Proprio in riferimento alla cultura, e ovviamente alla cultura di Saucony e del suo archivio, Petri parlava del retro-tech. «La scelta di ripartire dai nostri classici è stata abbastanza immediata e per certi versi ovvia», continua a spiegare, anche se dopo la celebrazione durata per tutto il 2021 del 40esimo anniversario della Saucony Jazz e il 30esimo della Saucony Shadow 6000, forse tra le principali icone del brand, inframezzata da release e numerose collaborazioni, il brand sviluppato anche «un look molto più progressivo e contemporaneo». The Butterfly è forse il primo e più importante esempio di questo tipo di ricerca, ma nei piani del brand, che Petri ci ha anticipato, ci sono tre strade da percorrere: «contaminazione dal nostro mondo running e performance, riproposizioni di prodotti tecnici da running dei primi anni 2000 e reinterpretazione dei nostri classici in chiave contemporanea». E dunque accanto alla reinterpretazione dei classici che vedremo quest’estate con il lancio della versione Made in Italy della Shadow 5000 e alla cross-pollination di generi che ha dato vita a prodotti come The Butterfly, appare una nuova categoria che è la riedizione dell’archivio Y2K del brand. Abbiamo già parlato della Pro Grid Triumph 4 che arriverà a fine anno, e che proviene proprio da quell’epoca, ma a Parigi Saucony ha presentato la 3D Grid Hurricane che invece reinterpreta le silhouette di fine anni ’90 del brand.

Che si progetti la sneaker del futuro con Tombogo, che si riediti un classico decennale con prodotti e materiali premium o che si esplori l’archivio del passato per scovare al suo interno tesori d’epoca da far conoscere alle nuove generazioni, l’idea alla base dello spirito di Saucony è, oggi come 124 anni fa, il dinamismo nella sua forma più pura.