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I 5 migliori momenti della Paris Fashion Week

Dal tributo a Virgil Abloh allo show di Thom Browne

I 5 migliori momenti della Paris Fashion Week Dal tributo a Virgil Abloh allo show di Thom Browne

Se c’è un qualcosa che le fashion week ci stanno insegnando in questo periodo, è che non bisogna sottovalutare la potenza del menswear. E nemmeno ridurlo a tailoring, camicie, scarpe e ai cliché formalii. La Paris Fashion Week non non ha fatto eccezione: silhouette di tutte le taglie - anche se i corpi perfettamente scolpiti abbondavano, non sono mancati designer che hanno dato voce a forme decisamente più naturali come quelle dei modelli portati in scena da Louis Gabriel Nouchi o Marine Serre - acrobazie al limite del sexy e un miscuglio di estetiche, immaginari e subculture che passano dai soft boy di Dior ai zazous parigini immaginati da Dries Van Noten fino all'Egitto gotico proposto da Rick Owens.

Abbiamo selezionato i 5 momenti più significativi per questa Paris Fashion Week appena giunta al termine.

Il tributo a Virgil Abloh

In attesa del nuovo direttore creativo, la collezione SS23 di Louis Vuitton è stata disegnata da un team di designer selezionati dallo stesso Virgil Abloh. Un gruppo che è stato in grado di accogliere e reinterpretare le visioni di Abloh, rendendogli un omaggio che sa di nostalgia e dell’inevitabile bisogno di vedere al timone una nuova guida. Guida che dovrà lasciare un’impronta e un metodo che possano reggere il confronto con l’immaginario sconfinato di Virgil. Il tutto ha preso forma nella splendida cornice del Cour Carrée del Louvre, dove il rapper Kendrick Lamar si è esibito in un’ode dal vivo all’ex direttore creativo di Louis Vuitton.

Le acrobazie da Issey Miyake

Impalpabili, eppure così consistenti da poter dare sostegno al motivo iconico della maison: il plissé. Tra un andirivieni di look monocromatici, i modelli  sono diventati tutt'uno con i danzatori all’interno di una struttura di ferro e acciaio a pilastri e archi segnati dal sole. Una messa in scena di contrasti che ha preso la forma di una catena umana che è terminata in una corsa che, per un attimo, sembra aver sfidato le leggi della gravità. 

Ludovic de Saint Sernin da Rick Owens

In mezzo a delle palle di fuoco che animavano la fontana del Palais de Tokyo, Rick Owens ha tradotto una sua esperienza personale - un viaggio in Egitto - in una riflessione universale sul senso delle catastrofi. Da qui l’utilizzo del Dyneema, una fibra che Owens ha dichiarato a Vogue essere «apparentemente una delle più resistenti al mondo. Lo trovo rassicurante». E persino incursioni in palette cromatiche al di fuori del solito nero: giallo, fucsia e viola sono esplosi durante lo show. Anche il casting era estremamente omogeneo nella sua proposta, tanto da includere il designer francese Ludovic de Saint Sernin. Ci sono forse i presupposti per una collaborazione?

Cara Delevigne da AMI Paris

Si era presa una pausa dalle sfilate l'attrice e supermodella britannica per tornare alla ribalta durante questa Paris Fashion Week. Ha sfilato allo show SS23 di AMI, intitolato Cœur Sacré, all’esterno della basilica del Sacro Cuore a Montmartre. Un inno al glamour parigino che ha visto la presenza di super model come Carla Bruni, Naomi Campbell e Farida Khelfa. C’era persino Carine Roitfield tra gli ospiti, quasi a rimarcare l’effetto back to the 90s.

Lo show di Thom Browne

Fino a che punto ci si può spingere con le uniformi del menswear? Più di quanto si possa immaginare guardando alla collezione SS23 disegnata da Thom Browne: abiti succinti - l’underwear, persino nella variante jockstrap, è diventato uno dei punti focali della collezione - ispirati all'ideologia della couture degli anni '40 e '50 che più che shockare una clientela cisgender, ha giocato in maniera irriverente sull’idea di abbigliamento. Una performance che ha deviato dal precostituito, scegliendo di puntare su un qualcosa che la moda spesso dimentica, il divertimento. Non in questo caso, dato che i modelli scherzavano e ridevano insieme al pubblico.