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Come portare la moda nella terza dimensione secondo Greight

Un brand emergente tra i pionieri dei lookbook 3D in Italia

Come portare la moda nella terza dimensione secondo Greight Un brand emergente tra i pionieri dei lookbook 3D in Italia

«Durante il lockdown abbiamo dovuto imparare a viaggiare con la fantasia usando gli strumenti digitali e in qualche modo reinventare il processo di ricerca creativa e sviluppo di nuovi usi, abitudini e consumi», ci ha spiegato Daniele Grotto, fondatore di Greight, un brand Made in Italy che nasce seguendo la strada dell’innovazione di una moda sostenibile e genderless e che ha di recente presentato la sua Vortex Collection tramite un rivoluzionario lookbook 3D realizzato in collaborazione con Pezzo di Studio. Un lookbook tridimensionale è, in effetti, qualcosa che non si vede tutti i giorni nella moda. «La Vortex Collection ci sembrava la più adatta a essere rappresentata così», ci ha spiegato Grotto, «la collezione precedente, la Logo Drop, invece parlava di movimento e punti fermi, quindi abbiamo scelto di fotografare i ragazzi sfocati in movimento».

Una moda che si inventa e si reinventa, ma che soprattutto sperimenta altri format collaborativi che vanno al di là dell’abito e toccano la rappresentazione digitale di una filosofia di design («L’idea gender fluid della collezione si adatta benissimo all’estetica 3D», ci ha spiegato Grotto) che però rimane abbastanza variabile e multiforme da poter riscrivere l’estetica del brand su tutti i livelli collezione per collezione. L’idea di un lookbook digitale, dunque, si è unita, nella Vortex Collection, a «elementi distintivi delle grafiche che sono presenti sia come patches sulle giacche sia come rivisitazioni del logo sulle felpe e magliette» con colori «ispirati al mondo digitale come il verde fluo, nero, blu elettrico e bianco».

«Non crediamo ci siano dei veri e propri limiti, dipende sempre dal tipo di output che si sta realizzando» ci ha detto Grotto parlando dei limiti della trasposizione digitale dei capi fisici. «In questo caso abbiamo dato meno importanza al singolo dettaglio per dare più importanza a una estetica perché in fondo questo è un lookbook e l’obiettivo è raccontare un immaginario». Quella messa in atto da Greight, nonostante sia ancora in una fase quasi sperimentale, rappresenta comunque un coraggioso passo avanti verso la digitalizzazione della moda, che nell'epoca del Metaverso e degli show in streaming è diventata quasi una necessità e un obbligo per quei brand che vogliono davvero guardare alla moda con gli occhi del futuro.