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Subversive basics: il trend di TikTok che racconta i valori della Gen Z

Vecchie calze squarciate e tubini forati contro lo status quo

Subversive basics: il trend di TikTok che racconta i valori della Gen Z Vecchie calze squarciate e tubini forati contro lo status quo
@nensidojaka
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@stefancooke
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Vecchie calze squarciate e tubini forati: Subversive basics è il nome del micro trend nato su TikTok e divenuto ben presto un fenomeno da 64 milioni di visualizzazioni, che dal web alle strade sta mettendo in crisi la categoria dei capi basici. Il termine è stato coniato dalla TikToker @thealgorythm, un'ex forecaster di tendenze WGSN diventata freelance, che in un suo video ha spiegato come questo nuovo stile sia "tutto basato su elementi basici che si ribellano fino al punto di perdere la loro utilità". Una sensualità fatta di ritagli audaci, squarci, torsioni, stratificazioni, lembi di tessuto tenuti insieme da cinghie e spille da balia che prosperano in un terreno culturale in cui il cut-out dei brand emergenti, i corpi discinti del ritorno Y2K e l'abbigliamento kitsch fai-da-te, si incontrano ponendo le basi ad una nuova estetica che sa allo stesso tempo di avanguardia e passato, ma anche di ribellione.

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La riscoperta del rapporto con il capo nel senso più empirico, la ridefinizione di sexyness - dopo anni in cui per la moda sesso e carne sono stati un tabù - la modifica amatoriale dei capi contro l’omologazione estetica dei capi basic del Fast Fashion portano ai jeans aperti sui fianchi di Maison Margiela, i pullover forati di Prada indossati uno sopra l’altro in nuances a contrasto, il romantico minimalismo di Nensi Dojaka, l’atmosfera da rave di KNWLS, insieme alle geometrie di Isa Bouler e Stefan Cooke. Tra i brand che più si avvicinano all'estetica subversive - anche in senso ideologico - Ottolinger merita una menzione d’onore per aver reso il cut out il manifesto  di un universo fantascientifico, al limite del distopico, in cui i capi vengono sezionati per raffigurare la perdita delle certezze nella società del postmoderno, in una sorta di post-moda. Decostruire e ricostruire sono termini più comunemente associati al movimento punk degli anni Settanta e in seguito all'estetica d'avanguardia di Martin Margiela, ma il duo dietro Ottolinger sta riportando alla ribalta questo approccio ribelle al design, sostenendo un'estetica disfatta, apparentemente confusa, ma è decisamente il risultato di "errori meticolosi".

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Con il DIY la moda è diventata uno strumento di evasione durante la pandemia. Tendenze come cottagecore, regency core, summer camp-core - praticamente qualsiasi "core" hanno aiutato chi li indossa a trascendere la realtà mentre le persone cercavano di far fronte all'incertezza dell'anno, un allontanamento dall'estetica di tendenza che "degli abiti minimalisti e funzionali" ora sfocia in una pletora di adolescenti che si è rivolta a TikTok per creare i propri pezzi sovversivi con calze e vecchie magliette. Come in Fontana l’atto di tagliare l’oggetto materiale ci apre ad universi paralleli, significati altri, la caduta dei cardini dello stile tradizionale si concretizza nella letterale distruzione dello status quo della moda che coincide anche con la distruzione del binario di genere, la perdita di utilità delle collezioni divise in stagioni, della distinzione tra abbigliamento da giorno o da sera. I basici sovversivi, per la loro natura sovversiva, non conoscono limiti.

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In questo momento di cambiamento culturale, indossare calze sminuzzate su tutto il corpo potrebbe essere normale, se non chic e man mano che le regole vengono riscritte, ciò che si classifica come un top o un vestito, diventa oggetto di dibattito. Per una parte della generazione come la Gen Z che si augura, utopicamente, di superare ogni differenza e categorizzazione, non può più esistere un ideale di sexyness che non si faccia portatore di un messaggio più profondo, che dia potere a chi lo indossa e allo stesso tempo racconti la storia di una generazione che si è trovata a far fronte ad una società in decadenza e ad un sistema valoriale anacronistico rispetto ai ritmi del progresso tecnologico. Nell’era del capitalismo, del culto ricchezza e del successo ad ogni costo, forse l’unico atto di ribellione che gli adolescenti possono permettersi è andare in giro vestiti di calze bucate, lo specchio di quel sistema - altrettanto bucato - che loro vorrebbero cambiare per sempre, pur non sapendo come fare.