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5 cose in comune tra uno store Apple e uno Supreme

Dalle vetrate all'uso del legno, cos'hanno in comune Jebbia e Jobs

5 cose in comune tra uno store Apple e uno Supreme Dalle vetrate all'uso del legno, cos'hanno in comune Jebbia e Jobs
Shezi Manezi for nss magazine
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Con l'apertura del nuovo store Supreme in Corso Garibaldi a Milano è stato impossibile non concentrarsi sul mondo costruito da James Jebbia in quell'angolo di shopping nella città meneghina. Così come Apple, anche Supreme utilizza una struttura precisa quando si tratta di pensare e progettare uno store, creando una finestra in un mondo la cui filosofia è scritta tra le vetrine e le scaffalature che presentano i prodotti in vendita, che si tratti dell'ultimo iPhone o di una Box Logo

1. La posizione

Nonostante una discreta differenza numerica, gli store Apple e quelli Supreme condividono la medesima idea dietro la scelta delle location. Città di punta e vie sempre affollate sono i punti preferiti dai due brand, che cercano di attirare il maggior numero possibile di clienti attraverso un scelta strategica nel posizionamento dei propri punti vendita. Nonostante Apple scelga spesso i centri commerciali come luogo strategico per i propri punti vendita, sono tanti gli store sparsi nelle capitali mondiali e posizionati nel centro storico o nelle vie dello shopping.


2. Gli interni

Spazi ampi e ordinati, ma soprattutto tanto legno. Entrambi i brand amano creare una sensazione di ordine rendendo i propri store minimali e puliti, esponendo sempre una quantità ponderata di prodotti per creare ancora di più una sensazione di esclusività. L'uso del legno è poi un altro parallelismo fin troppo palese: Apple lo utilizza nei suoi iconici tavoli sui cui distribuisce in modo quasi religioso iPhone e altri devices, mentre negli store Supreme è protagonista tanto nella pavimentazione quanto nelle scaffalature.


3. La distribuzione

Se Supreme ha sempre venduto direttamente solo nei propri store, negli ultimi anni anche Apple ha iniziato a ridurre la distribuzione dei propri prodotti verso store esterni. Entrambe le aziende puntano quindi ad accentrare tutto il loro fascino nelle mura di casa, aumentando l'idea di esclusività dietro ai propri prodotti e creando dei veri e propri punti di aggregazione intorno ai loro punti vendita.


4. Gli store "mecca"

Le ampie vetrate che caratterizzano gli store Apple e quelli Supreme sembrano essere delle enormi finestre verso un mondo aspirazionale. Non è certo un segreto, ma dietro la scelta architettonica dei due brand si nasconde una strategia precisa pensata per attirare gli acquirenti tentandoli con un'occhiata all'interno di un mondo pensato per rappresentare il punto di arrivo ideale per qualsiasi cliente.


5. Le file

Shezi Manezi for nss magazine
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Se la cultura del campout ci fa pensare immediatamente al mondo delle sneaker e allo streetwear, anche i fan più accaniti di Apple conoscono i dolori di una nottata passata su una sedia da campeggio nella speranza di mettere le mani sull'ultimo iPhone. Fa tutto parte dell'hype, un ideale punto di arrivo immaginario di un percorso fatto di scelte strategiche ben precise che ci riportano alla realtà dei fatti, rendendoci delle semplici pedine nell'enorme scacchiere delle strategie aziendali.