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La Shanghai Fashion Week è stata rimandata

L'aumento dei casi di Coronavirus ha portato brand e organizzatori a cancellare eventi e sfilate fisiche

La Shanghai Fashion Week è stata rimandata  L'aumento dei casi di Coronavirus ha portato brand e organizzatori a cancellare eventi e sfilate fisiche
Fotografo
nss magazine

Dopo essere stata la prima Settimana della Moda investita dalla pandemia e la prima a trovare un formato digitale vincente, nel corso dello scorso anno la Shanghai Fashion Week era riuscita a tornare ad organizzare eventi in presenza, grazie ad un sensibile calo dei contagi e ad una situazione che ricordava molto la vita pre-pandemia

Non sembra andrà nello stesso modo la prossima edizione dell'evento, secondo quanto riporta oggi Vogue Business: l'evento che avrebbe dovuto svolgersi a marzo secondo fonti non ufficiali sarebbe già stato rimandato ad aprile. La Shanghai Fashion Week non ha confermato ufficialmente il cambiamento di data, ma solo qualche giorno fa Canada Goose, che avrebbe dovuto tenere un evento per presentare la collaborazione con Angel Chen all'interno dello shopping mall Shanghai IAPM, ha optato invece per un lancio online, su WeChat. Anche Cartier, che aveva in calendario un evento per il 29 gennaio ha preferito cancellarlo, senza fornire spiegazioni. 

Dopo un leggero aumento dei casi dall'inizio di dicembre, in particolare nelle province più ad est della Cina, dove erano stati imposti nuovi lockdown e test di massa, i controlli si sono fatti più stringenti sulla popolazione di due distretti di Pechino la scorsa settimana. Il 27 gennaio la Commissione Nazionale di Sanità cinese aveva rilevato 53 nuovi casi di Coronavirus, inclusi sette nuove casi a Shanghai. In confronto ai numeri che si registrano in queste settimane in Europa e negli Stati Uniti, si tratta di cifre irrisorie, ma le autorità cinesi hanno preferito imporre misure preventive, come lockdown localizzati, test di massa e soprattutto introducendo delle limitazioni agli spostamenti e ai viaggi in vista del Capodanno Cinese. La festività, che ricorre il 12 febbraio, è una delle più sentite nel Paese, tanto che solitamente milioni di persone si spostano e si avvicinano alle grandi metropoli proprio in questa occasione. Lo scorso anno, la città di Wuhan era stata messa in quarantena due giorni prima del Capodanno Cinese, ma moltissime persone erano già in viaggio per raggiungere la città. Il governo cinese prevede che nei quaranta giorni tra il 28 gennaio e l'8 marzo si registreranno 1.7 miliardi di viaggi. Le autorità cinesi invitano dunque i cittadini a festeggiare "on the spot", nel luogo in cui si trovano, senza spostarsi, riducendo i rischi di contagio.

Con la cancellazione della Shanghai Fashion Week e soprattutto con le limitazioni per il Capodanno Cinese, i luxury brand internazionali temono una ripercussione non indifferente sulle vendite, in una regione che è diventata sempre più fondamentale per il settore. Secondo la società di investimenti Jefferies, lo scorso anno il 37% degli acquisti luxury si è registrato in Cina, una percentuale destinata a crescere nel corso del 2021 (e un discorso applicabile anche al fast fashion). Le restrizioni del governo non prevedono tuttavia la chiusura dei negozi e dei grandi commerciali, ma solo un aumento dei controlli con scan e termometri, e una sanificazione più sistematica degli spazi. Secondo gli addetti ai lavori, l'impossibilità di viaggiare sarà in ogni caso compensata da acquisti locali e online. 

La decisione del governo cinese e il probabile slittamento della Shanghai Fashion Week gettano comunque un'ombra lunga sulle Fashion Week europee, che vista la situazione attuale, si preparano ad almeno altre due stagioni totalmente online.