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L’eleganza radicale della collezione FW21 di Magliano

Il '900 delle lotte di classe italiane fra gli affreschi di Villa Arconati

L’eleganza radicale della collezione FW21 di Magliano Il '900 delle lotte di classe italiane fra gli affreschi di Villa Arconati

Pavese e Pasolini, le processioni popolari a bandiere spiegate che non si sa se siano funerali o proteste, la vita collettiva dell’affresco, i ricami dei fazzoletti e i colletti inamidati. Queste sono le suggestioni che evoca la collezione FW21 di Magliano, teatrale come una Cavalleria Rusticana, raccontata attraverso un video diretto da Tommaso Ottomano – lo stesso autore e regista di BODY, il film che verrà presentato con la Digital Cover di Febbraio di nss magazine e il cui trailer è visibile cliccando il link. Per il video che accompagna la collezione, di nome Magliano Forever, un cast di personaggi ispirati alle lotte di classe e contadine che celebra un surreale rito funebre per un angelo caduto nelle sale affrescate di Villa Arconati di Bollate. 

Il range dei capi è ristretto e conciso – una collezione che vuole rievocare le liriche di Pavese, sospese fra mitologia e civiltà contadina, ma anche Le Belle Bandiere di Pasolini e le lotte di classe. Una collezione dunque su cui, nelle stesse parole del designer, «una particolare patina, sintomo del passaggio del tempo, si è sedimentata sul guardaroba di Magliano», simboleggiata dai tweed e dalle stoffe quasi arcaiche, resistenti, che ricordano gli antichi abiti da lavoro. Non per questo però Luca Magliano ha rinunciato alla sua solita ironia e ai suoi innuendo, inserendo nel cast di suoi personaggi il “Cruiser” e il “Frocialista” accanto a operai e contadini, al gruppo punk CCCP, ai ricordi dello scrittore Yukio Mishima e all’attivista Angela Davis.

La collezione FW21 di Magliano è un esempio di come un designer riesca a viaggiare nel tempo, ancorché un passato recente, seguendo il filo delle sue ossessioni, mescolando registri narrativi ma anche stilistici ed estetici, per produrre uno spettacolo che, nel suo rievocare il mito di una classe operaia animata da pensieri di rivoluzione, racconta anche qualcosa del nostro complicato presente.