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Il salto quantico di Balenciaga per la stagione FW21

La nuova collezione di Demna Gvasalia è stata presentata con un videogioco

Il salto quantico di Balenciaga per la stagione FW21 La nuova collezione di Demna Gvasalia è stata presentata con un videogioco

Secondo la fisica e la fantascienza, un “salto quantico” è il passaggio repentino da un sistema quantico a un altro, senza fasi intermedie. Ed è esattamente ciò che ha fatto Balenciaga con la presentazione della sua collezione FW21 trasformatasi in un videogioco di nome Afterworld: The Age of Tomorrow (nome che già si è attirato la sua prima controversia online),  ambientato in una futuristica New York popolata di droni e autobus volanti -  oltre che di una serie di personaggi in-game che indossavano i look della nuova collezione.  Si tratta di un progetto ambizioso, il più grande video project di moda mai realizzato secondo lo stesso brand – e mescola, in maniera inattesa, un fantasy di sapore medievale con la fantascienza distopica. 

In un’intervista rilasciata a WWD, Gvasalia ha parlato degli abiti come di «una moderna armatura», metafora che sarebbe trita se il designer georgiano non l’avesse presa del tutto alla lettera abbinando agli outfit dei suoi personaggi elementi di una vera armatura medioevale. Nello sviluppo del progetto, durante il quale ha voluto tenersi lontano dal campo dei fashion film, Gvasalia ha scoperto come couture e game design siano discipline simili fra loro: «Sono sempre stato affascinato dall’estetica dei video-game dagli anni ’90 a ora». Anche il concetto di sostenibilità è stato approcciato da un’angolazione del tutto insolita. Parlando dei trattamenti di distressing e invecchiamento artificiale che numerosi capi presentano, Gvasalia ha detto:

«Credo che in futuro, il consumo sostenibile e smart ci incoraggerà a indossare i nostri vestiti finché non cadono a pezzi e dunque questa collezione è piena di abiti che sembrano vecchi, usurati e anche quasi distrutti».

Il medium del videogame consente a Gvasalia di esaltare la dimensione scultorea dei look, che è possibile analizzare in massimo dettaglio e a 360° dopo aver conluso il «viaggio allegorico» del videogioco. La novità rispetto alle precedenti collezioni è l’aggiunta di un aspetto di texture e patina ai classici design di Gvasalia, che rende gli abiti da un lato più colorati e da un lato dotati di una patina “invecchiata” che è sia parte del moodboard apocalittico-distopico immaginato per la collezione sia risultato dell’upcycling di materiali di scarto del brand. Ci saranno, in edizione limitata, una versione in cuoio degli stivali a forma di armatura che si vedono attraverso i cinquanta look della collezione – stivali che, per il gioco, sono stati creati in un’autentica versione metallica da un artigiano francese specializzato nelle ricostruzioni storiche.

Sul versante dell’estetica pop, si aggiungono alla collezione apparizioni del logo NASA e della PS5 – un tentativo che, come Gvasalia stesso ha ammesso, è mirato al pubblico sempre crescente dei gamer («un’importante base dei consumatori del lusso») ma che guarda anche alla cultura neo-occultistica del manifesting che sta prendendo piede in America e sui social media. La scena finale del gioco, con la protagonista che respira dopo aver affrontato il suo viaggio, è carica di messaggi spiritualistici a cui si allinea una coscienza e una paura del futuro che sono assolutamente moderne. Gvasalia ha detto a Vogue:

«Credo in un futuro spirituale. […] E anche i giovani stanno diventando spirituali a loro modo. Faccio parte di questo movimento. Ho un life-coach, vado in terapia per superare i miei traumi. Medito. Dobbiamo imparare a rimanere calmi e lasciare andare. A dire addio al vecchio mondo e lasciarci il passato alle spalle. Molte cose nuove stanno per nascere».

Per il futuro, Gvasalia prevede un’ulteriore esplorazione del videogioco. C’è un grande potenziale, secondo lui, nella fusione dei due linguaggi, senza parlare delle possibili implicazioni per lo shopping in-game. Un tipo di approccio tecnologico che dimostra la capitale importanza che la cross-settorialità ha nella moda di oggi e che potrebbe contaminare persino la collezione Couture che Gvasalia si prepara a presentare nei prossimi mesi. Secondo il designer, infatti: «L’unico limite è il cielo».