
Alaïa e Balenciaga in mostra al Museo del Tessuto di Prato Per il suo cinquantesimo anniversario, il museo mette in dialogo due titani dell'Haute Couture

Balenciaga costruiva abiti come edifici per un'eleganza di proporzioni e di linee che sfidano la gravità. Alaïa, invece, scolpiva il corpo con la precisione di un anatomista, rendendo la maglia e la pelle strumenti di seduzione. I due couturier hanno condiviso origini umili, mani sapienti e una fede assoluta nel lavoro sartoriale. La mostra porta in Italia per la prima volta dodici disegni originali di Balenciaga con annotazioni tecniche e campioni di tessuto affiancati da fotografie d’epoca che raccontano la nascita di un capolavoro. E accanto, Alaïa: l’ultimo vero couturier, che ha fermato il tempo scegliendo di presentare le sue collezioni solo quando erano pronte, fuori dalle logiche del calendario.
Esiste una connessione ancora più intima tra i due. Quando, nel 1968, Balenciaga chiuse l’atelier, la sua storica collaboratrice Renée affidò ad Alaïa alcune creazioni del couturier. Fu un momento rivelatore: toccando quelle stoffe, Alaïa riconobbe la perfezione che avrebbe guidato tutta la sua carriera. Da allora, Balenciaga divenne per lui un punto di partenza e un'ispirazione costante. Il percorso si completa con il film di Joe McKenna dedicato alla vita di Alaïa e un video inedito proveniente dagli archivi Balenciaga, con le collezioni Haute Couture del 1960 e 1968. Con questo progetto, il Museo del Tessuto festeggia il suo cinquantesimo anniversario e riafferma la sua missione di custodire la memoria della moda.



























































