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Il lusso rilassato della collezione Resort 2021 di Bottega Veneta

Daniel Lee prosegue nella sua esplorazione dell’identità del brand dopo la pandemia

Il lusso rilassato della collezione Resort 2021 di Bottega Veneta Daniel Lee prosegue nella sua esplorazione dell’identità del brand dopo la pandemia

Dopo l’anticipazione giunta nei giorni scorsi con il video Men girato da Tyrone Lebon, Daniel Lee ha presentato ieri la collezione Resort 2021 di Bottega Veneta. Il designer inglese, già da due anni alla guida del brand, porta avanti lo studio sulla silhouette e sui materiali iniziato con lo show FW20 del brand dello scorso febbraio. Gli elementi principali della collezione invernale (la ricerca sui tessuti e le silhouette, il virtuosismo tecnico nella composizione di maglieria e item in pelle) sono presenti nella pre-collezione presentata ieri ma il passo avanti che è stato compiuto è il modo in cui, adesso, gli abiti siano diventati un riflesso dell’attuale momento storico. Dopo il lockdown e il Covid-19, infatti, i design di Lee si fanno morbidi e avvolgenti, si concentrano sulla familiarità della maglieria e tornano a giocare sui fit e sui colori.

Una moda più rilassata e comoda è quella che emerge dalla quarantena, che si porta dietro una certa spensieratezza e giocosità – antidoti alla cupezza dei tempi - ma senza rinunciare alla sofisticazione formale. Rimane però invariata la teatralità delle silhouette che da snelle e sensuali diventano morbide e accoglienti. L’estetica loungewear si manifesta nel gioco fra pantaloni a vita alta dal fit ampio quanto quello di una tunica e da top, sia maschili per femminili, leggermente cropped alla vita. Meno radicale è la silhouette femminile, che compensa però in rotondità e morbidezza quanto perde in vaporosità e ampiezza: l’item più importante della collezione in questo senso è il completo lilla in knitwear che apre il lookbook insieme ai vari cappotti in faux-fur.  Altro elemento in cui la giocosità di questa collezione si manifesta sono le scarpe che, oltre ai design già noti, diventano tondeggianti e lucide, ma assai meno futuristiche delle calzature apparse nella collezione FW20.

Insieme alle forme, i colori diventano l’elemento fondamentale che vivifica i design di Lee e del suo team. L’emozione e la giocosità che si volevano dare alla collezione vengono comunicati attraverso sfumature di lilla, di antracite e di giallo. È il lato womanswear della collezione il principale campo da gioco di colorway e texture diverse e anche l’unico in cui appare un vivace pattern a stampa giallo e verde, composto da figure umane nude intrecciate le une con le altre, che è una delle novità della collezione è che certamente continueremo a vedere in futuro. Più severa è invece la palette di colori per l’uomo, ricca di colori scuri e sobri, ma con occasionali lampi di verde e rosso che fanno capolino da sotto le giacche.

Fra tutte le collezioni finora disegnate da Lee, questa è quella che legge con maggior leggerezza l’identità di Bottega Veneta – identità che si manifesta attraverso la moltiplicazione delle forme a V che costellano l’intera collezione sotto forma di dettagli sartoriali: baveri di giacche, taschini, intarsi nei maglioni e, soprattutto, in una nuova borsa di pelle dove la V di “Veneta” diventa un fermaglio a metà fra il liberty e il futuristico. È una risposta personale al concetto di logomania, ancora importante per enormi brand come Dior ad esempio, che vuole trasformare il logo, inteso come elemento estraneo alla struttura del capo, in signature mantenendo la sua riconoscibilità e, soprattutto, coltivando una radicale originalità. Sulla questione, Lee stesso si è espresso con grande semplicità ed eloquenza:

«Si tratta di creare abiti che non si trovano in altri negozi. Altrimenti qual è il punto?»