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La semplicità complessa della collezione SS21 di Prada

Minimalismo, richiami all'estetica di Linea Rossa e la prospettiva di cinque creativi per interpretare l'identità del brand

La semplicità complessa della collezione SS21 di Prada Minimalismo, richiami all'estetica di Linea Rossa e la prospettiva di cinque creativi per interpretare l'identità del brand

Dopo una poco entusiasmante edizione londinese e una francese con esiti decisamente superiori, la Digital Fashion Week è arrivata anche a Milano. Uno dei primi brand a presentare la propria collezione SS21 è stato Prada che ha intitolato il proprio show Multiple Visions. Invece che basarsi su una singola prospettiva, la brand identity di Prada viene scomposta attraverso il prisma del digitale e interpretata da cinque creativi diversi attraverso cinque diversi cinque video-capitoli che compongono la presentazione. Terence Nance, Joanna Piotrowska, Martine Syms, Juergen Teller e Willy Vanderperre hanno infatti offerto ognuno la propria unica prospettiva creativa per rappresentare uno degli aspetti della nuova collezione di Prada.  

Lo show inizia con una serie di completi sartoriali maschili dalla silhouette maschile snella e precisa, man mano che i look proseguono appaiono impieghi innovativi del classico nylon Prada e materiali tecnici elastici accoppiati alla classica divisa sartoriale. Nei look femminili, invece, i protagonisti sono volumi e trattamenti couture dei materiali – che elevano la semplicità dei capi a design concettuale puro. L’unione di significati e scopi diversi si riflette nelle tecniche classiche con cui vengono rielaborati gli indumenti industrial mentre le influenze dello sportswear di Linea Rossa vengono applicate invece a pellami, cotoni e taffettà. Insieme al concept della forma che segue la funzione, in risposta a un mondo esterno dominato dal caos, lo snellimento e semplificazione dello stile guarda anche all’idea di vulnerabilità, fragilità e umanità – caratteristiche rappresentate a livello di materiali e di colori dalle maglie, dai tessuti leggeri e dai colori tenui. Più che di pura semplicità, bisognerebbe parlare di purezza estetica, in diretta opposizione a ogni superflua complessità. La vera complessità ricercata da questa collezione è l’equilibrio fra rigore e dinamismo, passato e futuro, densità e leggerezza.

La moltiplicazione della prospettiva messa in atto dai cinque creativi, poi, che hanno creato i propri contenuti sfruttando la Fondazione Prada come location in tutta la sua versatilità e le sue molte anime, vuole capovolgere il tradizionale concept della sfilata tradizionale: da un lato le cinque prospettive separate rappresentano le varie posizioni (tanto fisiche quanto ideologiche) degli osservatori di una tradizionale sfilata, ma dall’altro l’appartenenza di tutti e cinque i capitoli al medesimo orizzonte estetico, pur con le proprie differenze estetiche, riconduce la diversità dei punti di vista nella medesima direzione. Idealmente, dunque, il progetto vorrebbe anche simboleggiare l’unione di una comunità composta da voci e personalità diverse in un momento storico in cui le comunità non possono riunirsi. 

La collezione in sé spicca fra le recenti di Prada per il proprio minimalismo: nelle parole che accompagnano la presentazione digitale «quando i tempi diventano più complessi, gli abiti diventano semplici». La somiglianza di questa passerella digitale con la celebre collezione SS99, quella in cui l'estetica di Linea Rossa apparve in maniera conclamata in una sfilata, è assai significativa – come è significativa la ricerca di un vestiario che funga da supporto alla vita. In questo senso, la commistione di estetica sportiva e costruzione formale rappresenta un’altra molteplicità dell’identità Prada che trova corrispettivo nella molteplicità delle interpretazioni creative con le quali essa è presentata.