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Le 5 sfilate più iconiche degli anni ‘80

Da Thierry Mugler a Comme des Garçons

Le 5 sfilate più iconiche degli anni ‘80 Da Thierry Mugler a Comme des Garçons

Fino alla metà degli anni Sessanta, la sfilata di moda era governata da regole immutabili: modelle che si muovevano silenziosamente tra clienti e giornalisti. Poi con Courrèges e Kenzo le modelle iniziarono a ballare piuttosto che camminare, fino a quando, negli anni ’80 quelle presentazioni diventarono dei veri propri happening con tanto di performance teatrali e guest star in passerella. Da Claude Montana a Thierry Mugler, da Giorgio Armani a Franco Moschino, da Jean Charles de Castelbajac a Christian Lacroix, sono stati tanti gli stilisti che hanno plasmato l’estetica dell’epoca con le loro creazioni ed i loro show.

Noi ne abbiamo scelto cinque iconici per gli abiti, il set, i modelli o la performance.

Vivienne Westwood FW 1981

Pirate non segna solo l'ingresso di Vivienne Westwood nell’establishment fashion internazionale, ma è anche la sua prima collezione a venire presentata con una sfilata vera e propria durante la London Fashion Week del 1981. Lasciato da parte il punk, la stilistacerca ispirazione nell’arte e nella storia. Il risultato è una serie di capi per la FW romantici, unisex e colorati che evoca un immaginario di banditi, dandy e bucanieri e diventeranno l’uniforme di molte pop star parte del movimento underground New Romantics, da Boy George ad Adam and the Ants. L’item cult della collezione sono i Pirate Boots che, realizzati a mano a Londra e dotati di una tomaia flessibile, sono l'incarnazione del laid-back cool, tanto da venire riproposti stagione dopo stagione. Recentemente hanno anche ispirato una particolare versione di Sk8-Hi Platform di Vans

 

Thierry Mugler Haute Couture Fall 1984 

1984. A Parigi, per la prima volta un couturier svela la sua collezione al grande pubblico, che può acquistare il suo biglietto come per un concerto. Si tratta di Thierry Mugler che, per festeggiare il decimo anniversario del suo brand, porta in scena l'Hiver des Anges allo Zenith nel quartiere Villette, davanti ad un pubblico pagante di 6.000 persone. Più che una semplice sfilata, lo show è una performance artistica in cui si fondono moda, musica e teatro, con modelle trasformate in angeli o vestite con outfits ispirati alle olimpiadi, lo spazio e la religione. Nel finale, che la giornalista Marion Hume ha descritto come "una coraggiosa, folle dichiarazione che gli stilisti, e anche i comuni mortali, non hanno bisogno di essere limitati dalla gravità del pianeta Terra", Pat Cleveland in versione Madonna scende dal soffitto tra una pioggia di petali.

Rievocando quel momento, Pat racconta:

Ero incinta di sei mesi quando sono scesa dal cielo [….] Ho detto ok e mi hanno agganciato a questo aggeggio nel soffitto. Si attaccava sotto le braccia e sotto il sedere, come un paracadute; se avete mai visto Peter Pan, è la stessa cosa. [….] Il dio della moda mi fece scendere dal cielo come il Miraculus [in un] vestito con bellissime pietre blu… È stato un magnifico. [….] Mi sono sempre sentita [come se stessi facendo la storia] quando partecipavo [ai suoi] spettacoli perché è uno dei più favolosi showman creativi.

 

Jean-Paul Gaultier SS 1985

Le creazioni di Jean-Paul Gaultier hanno sempre superato i confini di genere, giocando con i ruoli tradizionali, mescolando maschile e femminile, sartoriale e casual, tradizione e modernità. Nel 1985, durante la sua memorabile sfilata Et Dieu créa l'Homme (un omaggio al famoso film con Brigitte Bardot Et Dieu créa la femme), lanciò la gonna per gli uomini. 

La mia prima gonna da uomo che in realtà era un pantalone/gonna. - Ha spiegato lo stilista -  Non ho mai voluto scioccare, ho solo pensato che fosse il momento giusto. Quando pensavo a questo show una delle mie amiche etero è tornata dalle vacanze ed è entrata nel mio studio indossando un pareo. Mi ha mostrato che avevo ragione e che la gonna da uomo era nell'aria.

Nonostante il tiepido successo commerciale iniziale, questo l’item ha il merito di rompere i tabù e di sollevare nuovi interrogativi sull'identità sessuale. Anche se il Gaultier sottolinea:

Un uomo non indossa la sua mascolinità nei suoi abiti. La sua mascolinità è nella sua testa. 

 

Comme des Garçons Homme Plus SS 1987

Con le sue creazioni per Comme des Garçons, Rei Kawakubo ha offerto un’alternativa completamente nuova e rivoluzionaria rispetto alle tendenze del momento, fornendo un antidoto alle proposte esagerate e raffinate che caratterizzavano gli anni ‘80. La sua moda black e quasi monastica e la sua visione radicale della moda hanno conquistato un pubblico abituato ad eccesso, colore e capi vistosi che comprende anche molte celebrities. La più iconica fra queste è stata Jean-Michel Basquiat che ha partecipato come modello, sfoggiando un paio di completi grigi, alla sfilata SS 1987 di Comme des Garçons Homme Plus. Oltre a Basquiat, hanno calcato la passerella di CDG anche gli artisti Robert Rauschenberg e Francesco Clemente e gli attori John Malcovich, Dennis Hopper, Julian Sands.

 

Christian Lacroix Haute Couture Spring 1988

Christian Lacroix ha definito il look degli anni '80, combinando colori brillanti e decorazioni stravaganti. Il suo stile neobarocco, ricco di ricami, velluti, ruches, decorazioni,  gioielli, elementi folcloristici e tradizionali rifletteva i desideri di una nuova generazione affamata di lusso. L’esempio perfetto di questa opulenza era "le pouf", la gonna a palloncino, spesso indossata con una corta giacca-bolero. Le sfilate di alta moda esaltavano al massimo tutti questi aspetti e ottenevano un successo strepitoso tanto che la giornalista Julie Baumgold parlando della sua moda scrisse:

Abiti così meravigliosi e di un tale lusso provocante si sono forse visti l’ultima volta nel XVIII secolo, quando gli aristocratici francesi su carri che passavano con gran strepito sull’acciottolato, intrapresero il loro viaggio verso la ghigliottina.