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Quella volta in cui Naomi Campbell trasformò una condanna in una sfilata

Una settimana di lavori socialmente utili diventarono il fashion show personale della Venere Nera

Quella volta in cui Naomi Campbell trasformò una condanna in una sfilata Una settimana di lavori socialmente utili diventarono il fashion show personale della Venere Nera

Naomi Campbell è stata una delle top model più carismatiche, affascinanti e sicure di sé ad aver mai calcato la passerella di una Fashion Week. Grande amica di Gianni Versace e sua musa ispiratrice, amica intima di Kim Jones - per cui ha chiuso insieme a Kate Moss la sua ultima sfilata da Louis Vuitton -, icona indiscussa degli anni Novanta. Nella sua lunga carriera Naomi ha sfilato per le Maison più importanti del mondo, da Chanel, Prada e Fendi, fino a Burberry, Valentino, Yves Saint Laurent e tanti altri. Ma la sfilata più memorabile della Venere Nera resterà sempre quella che ha praticamente improvvisato durante la settimana di lavori socialmente utili a cui è stata condannata

Un po' di contesto. Siamo nel gennaio del 2007, Naomi non riesce a trovare il suo paio di jeans preferiti in giro per casa, chiede alla sua colf, Ana Scolavino, che però non sa darle una risposta. La Campbell, in uno scatto d'ira, pensa bene di scagliare il suo cellulare contro la sventurata, che però non esita a denunciarla. Naomi viene condannata ad una settimana di lavori socialmente utili dalla città di New York, in particolare dovrà prestare servizio nel dipartimento di igiene della Grande Mela: raccogliere la spazzatura, ritinteggiare pareti, cose così, stessa sorte toccata qualche tempo prima anche a Boy George. 

Per ogni giorno di quella settimana la Campbell si presenta a bordo di un van nero con una serie di outfit incredibili. Il primo giorno, appena scesa dall'auto, scambia uno dei poliziotti presenti per uno dei suoi bodyguard, e gli affida la sua borsa, con grande gioia dei tabloid. Sì, perché queste giornate di "volontariato" vengono testimoniate fin nei minimi dettagli su ogni rivista e magazine del mondo grazie alle decine di paparazzi pronti a catturare ogni mossa di Naomi. Già a partire dal secondo giorno sono tantissimi i designer e gli stylist che cercano di mettersi in contatto con la Campbell per poterla vestire durante i lavori socialmente utili. 

Se il primo giorno la Venere Nera era arrivata con un cappotto con dettagli in pelliccia di Giuliana Teso, nelle giornate successive sceglie un bomber totalmente in pelliccia, una giacca in pelle, sempre con un cappellino abbinato, tacchi rigorosamente altissimi, per concludere il tutto con una borsa Kelly di Hermès di dimensioni epiche. Il giovedì si mette un top di Etro, una pelliccia di Pologeorgis e un capellino dei Knicks - un regalo di Spike Lee.

Ma l'apice di questo fashion show Naomi lo raggiunge il venerdì, tirando fuori dall'armadio un abito couture. La Campbell arriva fasciata in un abito di Dolce & Gabbana argento, ricoperto di paillettes e stretto in vita da un'alta cintura anch'essa argentata, portato con pendente e anello in diamanti. Il classico look per l'ufficio insomma. Persino nell'andare via, allontanandosi per sempre da quell'incubo chiamato volontariato, Naomi sale su una Rolls Royce diretta alla festa di compleanno di Elton John. 

In questa manciata di giorni Naomi Campbell ha ricordato a tutto il mondo cosa significa essere una top model. Interrogata sull'esperienza e sulla passerella improvvisata, sarà la stessa Naomi qualche anno dopo a raccontare le sue scelte di stile in un'intervista a Grazia

Cosa avrei dovuto fare? Si aspettavano forse che mi sarei presentata vestita in modo sciatto o trasandato? [...] Non ho pianificato nulla di quello che è successo, decidevo giorno per giorno cosa indossare, e nessun outfit mi ha impedito di fare il lavoro per cui ero lì. 

Chissà quale insegnamento avrà tratto Naomi da questa vicenda, noi di sicuro ora sappiamo che non c'è niente come una condanna per sfoggiare il miglior lato di sé.