L’edizione numero 93 di Pitti Uomo si conclude con un omaggio ai nuovi talenti della moda giapponese.
Per la prima volta Jun Takahashi di Undercover e Takahiro Miyashita, conosciuto come The Soloist, dividono la passerella, in un set che ricorda 2001 Odissea nello spazio e presentano le loro collezioni in continuità, uno dopo l’altro.
Inizia lo show Undercover con la sua “Order-Disorder”, collezione che fonde ispirazione workwear, tema surviving e elementi presi dal capolavoro di Kubrik.
I 40 looks proposti sono insieme futuristici e nostalgici: maxi tute da lavoro, completi sartoriali, pezzi in montone, pile e in velluto a coste, lunghe gonne plissettate, pullover avvolgenti, bermuda abbinati a calzettoni alti fino al ginocchio, grandi impermeabili in nylon e in vinile, spille da balia, quadri, stampe astrali e citazioni kubrickiane come “Human error” o “Computer malfunction”.
Dallo spazio di Takhashi si passa ai guerrieri undeground di Takahiro Miyashita.
Hanno il volto coperto da cappucci e sciarpe come ninja pronti a sbarcare sulla luna e indossano maxi mantelle simil pelle e outfits ultra-coprenti, armature fatte di corsetti, sciarpe sfrangiate cinghie, zip.
Pitti Uomo presenta le stagioni più oscuri e combattive della FW18.






























