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Naplestreetstyle.com racconta: DMY International Design Festival

Naplestreetstyle.com racconta: DMY International Design Festival

Dal 9 al 13 Giugno 2010, a pochi giorni dal più noto BBB, Bread & Butter Berlin, nella capitale tedesca si parla di Design al DMY Intenational Design Festival. ZE123 Industrial Design Container era lì per voi. Se volete comprendere questo festival, iniziate a immaginare l'aria che si respira, ed a liberare la mente dalle dinamiche milanesi di salone e fuorisalone, quando la città si mobilità, i prezzi degli alberghi sono alle stelle e gli aerei diventano introvabili.

Siamo a Berlino, e tutto è vissuto senza frenesia, ad iniziare dal Design, tecnico e  puro tanto da sembrare incontaminato e semplice, distante dal vortice commerciale che ha reso negli anni la bellissima Zona Tortona un "mercato" al pari del Suk, e il salone satellite un luogo di esposizione per i ricchi asiatici e i sovvenzionati europei, dove ormai, per i giovani designers made in Italy, costretti a sobbarcarsi tutte le spese,  è sempre più difficile esporre. Al DMY si espone gratuitamente, e gli espositori, per partecipare, devono vincere un concorso o essere segnalati, insomma devono meritarlo.  Ma iniziamo a raccontare quello che abbiamo vissuto... Sarà merito della città e della sua storia, ma la location è da urlo, infatti da quest'anno è la stessa del Bread and Butter, l'aereoporto di Tempelhof ed i suoi hangar, soffitti enormi, travi in acciaio, vetrate, nastri per i bagagli usati come espositori e tanta ma tanta creatività. E' un salone esclusivamente per i giovani designer che ancora non hanno firmato royalty con multinazionali e che presentano i loro progetti in vendita durante l'anno, magari nei loro studi/laboratori disseminati per la città, non ci sono stand di grandi aziende, ma solo grandi promesse, in una nazione in cui la professione del progettista è vista con rispetto e considerazione, e la loro opera seguita con attenzione.

Gli espositori son per lo più tedeschi,danesi e svedesi, e il minimo comune denominatore di tutti i progetti, quello che subito risalta agli occhi, è l'uso del legno, nelle più svariate essenze e in abbinamento con i più svariati materiali. Tantissimi poi i progetti in lastre di acciaio e alluminio, sapientemente piegate e calandrate, un'esperienza di materiali nostri da sempre, e forse più vicini all'uomo;  poca plastica, poco Corian, molta artigianalità, come giusto che sia per un salone di giovani proposte, dove c'è da ammirare la creatività e non le magie che il materiale dal costo esorbitante permette, ed allo stesso tempo vieta, come invece da anni accade a Milano. Naturalmente anche qui ci sono le eccezioni, come stand di Designer più affermati con prodotti finiti e sapientemente realizzati, ma il contesto è diverso, tra gli stand si respira un'aria rilassata, si vendono ragazzi che si divertono consapevoli di vivere in un contesto privilegiato, e alla fine del percorso, una consolle da dj lancia, come da tradizione tedesca, musiche tecno che incorniciano l'esperienza del DMY . In città, sopratutto nei quartieri giovani e creativi della "ex Berlino Est",  una ben fatta guida indica i vari studi/laboratori segnalati per il fuori salone, il DMY Extended, ed anche qui la sorpresa e di quelle che non ti aspetti, gli studi di architetti e designer Tedeschi, non sono nascosti ai piani alti degli edifici o comunque in posti poco visibili, ma sono fronte strada, come fossero i negozi, cammini per le strade e al fianco della normale boutique di moda trovi con tanto di vetrine gli studi, in una vetrina i progetti in vendita, nell'altra il tavolo da lavoro con computer, schizzi, matite, lampade e i progettisti all'opera.

Ci sono poi, quelle che se le racconti a noi italiani, possono sembrare leggende, gli studi dei designer in container sui tetti degli edifici, o in moduli in cemento precompresso nel bel mezzo di un prato.
Ci entri incuriosito, li incontri, ci discuti, ti spiegano, e scopri quanto sia facile poter riuscire in questa città. Il motivo lo ritrovi proprio ad iniziare dalla triste storia della città, ed è facilmente spiegabile: è una città giovane, per giovani, dove è possibile aprire uno studio fronte strada in pieno centro perché gli affitti sono pari a quelli di un posto auto nelle città italiane. Ci si sposta poi in bici, o in metro, e non guardi la città chiuso in un auto, e già così si ricevono continui stimoli progettuali.

Berlino è una città che dalla tragedia degli anni di divisione, alla caduta del muro è saputa risorgere, ricostruendo una città non preoccupandosi di recuperare il passato, bensì mescolandolo alla modernità, e così nello Skyline cittadino, lo sguardo incontra Potsdamer Platz dove si ammira un sapiente Renzo Piano, proprio a due passi dalla Porta di Brandeburgo, dove trovi una banca "made in"  Frank O. Gehry da urlo, e 50 metri più in là, il parlamento, distrutto parzialmente durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale è stato ricostruito sommando allo storico edificio una cupola di acciaio e vetro di Norman Foster da cui si ammira tutta la città Ma questo è solo un esempio, perché poi ci son Libeskind, Zaha Hadid, Mies Van der Rohe , Alvaro Siza, e tanti altri. I nomi dell'architettura moderna, lì a lasciare un segno della città del passato, gli altri a giocare, se così si può dire, sul filo della città che era rimasta, e magari a progettare dialogando con edifici prefabbricati tipici della vecchia Berlino est.


Tutte le migliori firme dell' architettura moderna e contemporanea hanno lasciato un segno in questa città, trasformandola in una delle più stimolanti e creative d'Europa.