
Ora si può fare la spesa su ChatGPT Il colosso americano Walmart ha annunciato una partnership con OpenAI
ChatGPT è stato definito in mille modi: psicologo, amante, professore, nutrizionista, per dirne alcuni; ora alla lista si aggiunge ufficialmente anche commerciante. Business of Fashion riporta che il colosso del retail americano, Walmart, ha ufficialmente dato via ad una partnership con OpenAI, con l’obiettivo di incoraggiare gli utenti ad acquistare direttamente dal chatbot.
L’accordo, annunciato da Daniel Danker, vicepresidente esecutivo delle operazioni AI, product & design di Walmart, apre a una nuova fase per lo shopping online: quella in cui l’intelligenza artificiale diventa non solo assistente, ma anche piattaforma di vendita. Su ChatGPT sarà possibile sfogliare e acquistare abbigliamento, prodotti d’intrattenimento, cibo confezionato e articoli per la casa provenienti sia da Walmart che dal supermercato all’ingrosso Sam’s Club, mentre l’integrazione con gli account già esistenti semplificherà il processo di pagamento e consegna.
La novità, che verrà lanciata in autunno, non includerà i prodotti freschi, scelta dettata dal fatto che gli utenti tendono ad acquistare settimanalmente sempre gli stessi articoli. Ma resta un passo decisivo per il retailer, che già da tempo utilizza l’AI per ottimizzare inventari, pianificare turni di lavoro e persino accelerare la produzione nel fashion. «Vogliamo portare la convenienza direttamente dove si trovano i clienti», ha spiegato Danker, evidenziando come l’obiettivo sia trasformare ChatGPT in un importante touchpoint di vendita.
Il nuovo capitolo dello shopping online
@whoismax23 This has gone too far!!
Piano famous song Chopin Deep deep clear beauty - RYOpianoforte
Il movimento di Walmart rientra in una tendenza sempre più diffusa tra i colossi del retail. BoF sottolinea che OpenAI ha già stretto accordi simili con Etsy e Shopify, mentre altri brand stanno sperimentando chatbot capaci di rispondere alle domande dei clienti in tempo reale e di proporre raccomandazioni su misura. Secondo un report di Salesforce, durante la stagione natalizia 2022 le vendite online negli Stati Uniti sono cresciute del 4%, anche grazie all’utilizzo crescente di assistenti AI. Sempre secondo Salesforce, il 92% dei retailer sta già investendo in questa tecnologia, il 59% la impiega per supportare i commessi nei consigli di prodotto e il 55% per aiutare gli acquirenti online a orientarsi tra gli assortimenti.
E le previsioni parlano chiaro: secondo Gartner, entro il 2027 oltre la metà dei consumatori utilizzerà regolarmente personal shopper basati sull’AI per prendere decisioni d’acquisto. Un’evoluzione già in atto, se si considera che, come riportato dalla canadese Springs, il 40% degli utenti utilizza chatbot per esplorare cataloghi online, con un impatto diretto sulle vendite (+67%) e sui profitti (+20-40%).
Abbiamo davvero bisogno di fare shopping su ChatGPT?
Just told ChatGPT to make a meal plan for the week based on what’s on sale at ShopRite and baby.
— Court, LCSW | Black Women’s Therapist (@courtchanelsays) September 15, 2024
The cheat code has been fully realized
L’integrazione di Walmart su ChatGPT apre una domanda più ampia: stiamo concentrando tutte le nostre energie e i nostri dati in un unico punto di accesso? OpenAI in pochi anni è già riuscito a creare dei modelli generativi più usati sul mercato, tra Sora e ChatGPT. Poi lo scorso anno c’è stata anche la partnership con Apple, che ha integrato il modello di linguaggio più usato al mondo all’interno del proprio sistema operativo. Con il nuovo capitolo, viene spontaneo chiedersi se la convergenza verso ChatGPT (o qualsivoglia chatbot) sarà la nuova normalità di un mercato che prima si frammentava tra siti, app e marketplace. Una centralizzazione che, per quanto efficiente, rischia di ridisegnare le dinamiche stesse del commercio digitale, andando anche a toccare territori della vendita non competitiva.
Per i retailer, ChatGPT diventa una vetrina universale capace di filtrare, consigliare e vendere, ma per gli utenti significa affidare la propria capacità di scelta a un sistema che seleziona, organizza e indirizza i consumi in base a logiche di ottimizzazione più che di scoperta. In fondo, l’obiettivo di Walmart è portare la spesa dove già siamo, all’interno di un ecosistema digitale sempre più chiuso, in cui l’intelligenza artificiale media non solo i nostri gusti ma anche le nostre decisioni. È l’ultimo passo verso un e-commerce senza interfacce, in cui il punto vendita non è più un luogo (nemmeno virtuale), ma un algoritmo.













































