
Che fine ha fatto Ultima Generazione? Il movimento ha ridimensionato le sue azioni di protesta, anche a causa della repressione del governo
Di recente, a Roma, sono stati affissi – e poi rimossi dal Comune a causa del loro contenuto apertamente discriminatorio – alcuni manifesti voluti dalla Lega per promuovere il Decreto Sicurezza, una legge che introduce pene più severe su vari aspetti legati all’ordine pubblico, tra le altre cose. In uno dei tre manifesti diffusi c’è un’immagine – generata con l’AI come negli altri casi – che mostra degli attivisti impegnati in un blocco stradale, mentre tengono in mano uno striscione con la scritta «Ultima degenerazione». Il riferimento – sarcastico – è al movimento Ultima Generazione, attivo in Italia dal 2022. Rispetto ad altri gruppi ambientalisti come Fridays For Future, Ultima Generazione – soprattutto in passato – ha prediletto forme di protesta piuttosto radicali, seguendo l’esempio di varie realtà a livello internazionale, tra cui Just Stop Oil nel Regno Unito. In quest’ottica gli attivisti di Ultima Generazione hanno più volte interrotto il traffico su alcune delle principali arterie stradali italiane, come il Grande Raccordo Anulare di Roma. Queste azioni, molto contestate sia dall’opinione pubblica che dagli stessi automobilisti che si ritrovano coinvolti, vengono organizzate dal gruppo nel tentativo di spingere i cittadini a considerare il cambiamento climatico un problema serio – attraverso forme di protesta spesso divisive. L’obiettivo è rendere il tema maggiormente sentito, così che le istituzioni prendano provvedimenti per limitare le già gravi conseguenze del riscaldamento globale. Uno degli obiettivi di Ultima Generazione, nello specifico, è ostacolare quello che viene definito “negazionismo climatico leggero”, cioè la convinzione che tale crisi avrà un reale impatto sulla popolazione soltanto tra molti anni.
@zanzararepublic Ester di "Ultima Generazione": giusto occupare le strade, 14.07.2025 #zanzararepublic #giuseppecruciani #crux #lazanzara #davidparenzo #ultimagenerazione suono originale - Zanzara Republic
A seguito delle numerose polemiche generate dai blocchi stradali, diversi esponenti dell’attuale governo di destra – in particolare Matteo Salvini, soprattutto da quando è diventato Ministro dei Trasporti – avevano dichiarato che queste azioni sarebbero state represse in modo più severo. E così è stato, almeno sulla carta: il Decreto Sicurezza – entrato in vigore lo scorso aprile – ha infatti introdotto sanzioni più severe per chi partecipa a un blocco stradale. In precedenza era prevista una multa che andava da mille a 4mila euro, mentre oggi si arriva alla reclusione fino a trenta giorni. Inoltre, questo approccio repressivo ha finito per legittimare le stesse forze dell’ordine a intervenire in maniera più severa contro gli attivisti di Ultima Generazione, a volte anche in maniera violenta. I numerosi arresti effettuati hanno portato all’apertura di centinaia di processi: non a caso, la maggior parte delle risorse che Ultima Generazione riceve dalle donazioni spontanee serve a sostenere le spese legali dell’organizzazione.
Lusso sfrenato e povert, le due facce dell'Italia. Federica Merlin di Ultima Generazione: "E' diventato difficile anche fare la spesa. Vogliamo chiedere al governo di tagliare l'iva per abbassare i prezzi"#ÈsempreCartabianca pic.twitter.com/fDhMTZtgyB
— È sempre Cartabianca (@CartabiancaR4) July 1, 2025
Anche a causa di tutte queste difficoltà, da oltre un anno il movimento ha ridotto notevolmente le azioni di protesta più radicali (come per l’appunto i blocchi stradali), e opera sempre più spesso attraverso manifestazioni autorizzate – che però fanno “meno notizia”. In sostanza, l’orientamento repressivo del governo nei confronti degli attivisti del clima ha effettivamente intimorito molte persone che gravitano attorno all’organizzazione. Da tempo, comunque, all’interno di Ultima Generazione si era sviluppata una corrente che ambiva a un cambiamento nelle modalità di protesta. Molti attivisti di Ultima Generazione credono che, oggi, affiancare le azioni radicali a forme di manifestazione più tradizionali potrebbe avere un impatto maggiore sull’opinione pubblica. Lo stesso percorso è stato seguito dal gruppo Extinction Rebellion, che lo scorso anno ha annunciato la conclusione (almeno momentanea) delle azioni che violano la legge. Anche in questo caso l’intento è coinvolgere sempre più persone preoccupate per il cambiamento climatico, pur continuando a credere nelle potenzialità delle azioni dimostrative. Rendere le proteste più “inclusive”, inoltre, consente la partecipazione anche dei cittadini comuni che vogliono prendere posizione sulle questioni climatiche, favorendo il coinvolgimento di potenzialmente molte più persone.










































