
Marc by Sofia, storia di un’amicizia Sofia Coppola porta fuori concorso a Venezia82 il documentario sul designer Marc Jacobs
La notte degli Oscar del 2004 Sofia Coppola va a ritirare la statuetta per la miglior sceneggiatura originale per Lost in Translation. Un modello a sottoveste di satin viola, un abito Louis Vuitton disegnato appositamente dal suo amico direttore creativo Marc Jacobs. Era da più di dieci anni che i due si conoscevano e avevano intrapreso un rapporto d’affetto profondo, sincero, basato tanto su affinità sentimentali quanto, di fatto, elettive. Era la stessa visione del mondo che aveva portato i due creativi ad avvicinarsi, proprio nel momento in cui uno dei due non veniva compreso dalla galassia a cui apparteneva. Era il 1992 e Jacobs portò in sfilata lo stile grunge durante la collezione ideata per Perry Ellis. Camice di flanella, forme extra-large, magliette di band tra cui, su tutte, capeggiavano i Nirvana. Uno stile talmente tagliato e preciso che sarebbe diventato una prerogativa dei ragazzini e le ragazzine degli anni Novanta, ma che portò anche il creativo al licenziamento per aver fatto indossare a Naomi Campbell e Kate Moss gonne scozzesi e abiti di misure tre volte più grandi. La stessa sera, però, dall’altro lato della strada, Sofia Coppola era intenta a mettere in piedi un guerriglia show con Kim Gordon e Daisy von Furth per il lancio di X-Girl, un brand che rispecchiava il ribaltamento dell’establishment da un punto di vista femminile e che comunicava benissimo con la bandiera grunge sventolata da Jacobs. Un evento che aveva tra i suoi volti Chloë Sevigny, che dei 90s è stata una giovane icona, e la cui presenza in sfilata si è trasformata persino in un videoclip girato tra le strade di New York del gruppo Sonic Youth per il brano Sugar Kane.
Come spesso accade in queste occasione, si ha come la sensazione che tutto fosse già scritto. Coppola e Jacobs solidificano nel corso del tempo una conoscenza che diventò ben presto un’amicizia, che proseguirà nel corso della vita e carriera trentennale dei due portandoli più di una volta ad incrociarsi professionalmente. L’ultima occasione sarà alla Mostra del Cinema di Venezia 2025, dove la regista e sceneggiatrice presenterà fuori concorso Marc by Sofia, non solo un ritratto dello stilista, ma primo documentario per l’autrice di Somewhere e Il giardino delle vergini suicide. Un’opera che non vuole solo focalizzarsi sugli anni di lavoro dell’artista, bensì un racconto a tutto tondo sulla sua persona e sul loro essere amici. A differenza di Coppola, che si cimenta per la prima volta col cinema del reale, per Marc Jacobs non è il primo documentario da protagonista. Era già successo che fosse inquadrato dall’occhio della camera da presa nel 2007 per il Marc Jacobs & Louis Vuitton di Loïc Prigent. Stavolta, però, è possibile immaginare una fotografia più intima del personaggio pubblico, partendo da quel sentimento di fiducia che intercorre tra le due personalità e che compongono anche il titolo. L’opera, infatti, utilizza i loro nomi, non i cognomi che, sappiamo bene, sono marchi di fabbrica. Qui si tratta di Marc by Sofia. Marc e Sofia, semplicemente.
Per quanto la complicità abbia fatto parte delle loro esistenze lontano dai riflettori, vista la condivisione di gusti, estetica ed interessi, era ovvio che prima o poi Coppola e Jacobs avrebbero collaborato insieme. La prima volta è stata nel 2004, stesso anno della premiazione della regista e dell’abito agli Oscar. Anno suggellato dallo scatto di Juergen Teller che ritrae i due abbracciati in un letto, impiegato come campagna pubblicitaria per la promozione del primo profumo dello stilista (anche qui dal nome, semplicemente, Marc). Non sono mancate in seguito altre collaborazioni. Si è andati dalla linea di borse firmata insieme durante la direzione creativa di Jacobs di Louis Vuitton al brand per teenager Heaven by Marc Jacobs, dalla regista che ha posato come sua modella per la campagna primavera-estate 2015 insieme a Cher e Winona Ryder fino allo spot per il profumo Daisy. Un’unione che porterà insieme il duo al Lido, con la presentazione del documentario e in contemporanea l’uscita di un libro omonimo pubblicato dalla casa di produzione e distribuzione A24.



























































