
Anche sul nuovo "Lilo & Stitch" ci sono polemiche In sala dal 21 maggio, ci si domanda se un cambiamento rispetto all’originale sia a causa di un’intenzionale censura o meno
La sfilza dei live-action continua. Sebbene Biancaneve potrebbe essere stato il punto di non ritorno per la Disney e la riproposta dei suoi classici - un investimento da 209 milioni di dollari per un incasso globale che si arresta ai 204,835,385 milioni di dollari - a due mesi dal film con Rachel Zegler e Gal Gadot segue al cinema il già programmato e meno controverso Lilo & Stitch, in sala dal 21 maggio. Quarantaduesimo titolo della raccolta dei classici Disney, il film animato uscì per la prima volta nel 2002 per la regia di Chris Sanders e Dean DeBlois. Pur universalmente meno riconosciuto rispetto alle principesse come Cenerentola o gli eroi come Aladdin, l’opera segnò una generazione soprattutto grazie al suo buffo e improbabile alieno blu, regalando una delle frasi più iconiche dell’intero panorama d’animazione: “Ohana significa famiglia e famiglia vuol dire che nessuno viene abbandonato o dimenticato”. Pur presentandosi a grandi linee fedele alla sua versione di inizio Duemila, anche il nuovo Lilo & Stitch non ha mancato di accendere su di se i riflettori di una piccola polemica, riguardante uno dei personaggi della storia e legato al mondo LGBTQIA+.
Di cosa parla il live-action di "Lilo & Stitch"
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Come anticipato, il racconto del live-action di Lilo & Stitch non si discosta troppo dall’originale. L’ambientazione restano le Hawai, in cui vivono le due sorelle Lilo e Nani, le quali sono rimaste orfane dopo la morte dei genitori - nel remake avvenuta diversi anni prima rispetto al cartone animato. Le due devono lottare per dimostrare ai servizi sociali che Nani è in grado di crescere la sorella più piccola, la quale un giorno adotta casualmente l’esperimento 626, l’alieno che Lilo scambierà per un cane e che conosceremo tutti come Stitch. A stendere la sceneggiatura del live-action sono Chris Kenaniokalani Bright e Mike van Waes, mentre la regia è affidata a Dean Fleischer Camp, opzionato dopo un’iniziale trattativa cominciata con John M. Chu, regista del musical Wicked. Una scelta insolita vista la carriera del filmmaker. Il lavoro precedente a Lilo & Stitch, infatti, è il ben più autoriale e ricercato Marcel the Shell, opera del 2021 sulla piccola conchiglia candidata agli Oscar, che riprende il lavoro decennale di Fleischer Camp composto da una serie di cortometraggi sempre con la stessa bizzarra protagonista. Un’apertura al mainstream per riuscire magari a finanziare il prossimo progetto d’animazione e continuare a sperimentare come fatto finora con Marcel.
Personaggi assenti e polemiche
So the dangling keys movie got rid of the funniest thing of the OG film and replaced Jumba and Pleakley trying to disguise as humans by making them look like the most boring humans ever.
— Ciela Opinions (YT reviewer) (@CielaOpinions) April 24, 2025
g r e a t. https://t.co/6r66zZrWhD pic.twitter.com/gQSCQ7bYKn
Nonostante la narrazione del live-action poggi sugli stessi punti del film d’animazione, si sono andati a togliere dei personaggi e a modificare alcune scene in cui si è vista l’intenzione di escludere un elemento entrato nell’immaginario queer. Da una parte è stato eliminato il personaggio di Gantu, nell’opera del 2002 alieno che nell’aspetto richiama una balena antropomorfa e che ha come obiettivo recuperare l’inacciuffabile Stitch. Il personaggio è un cattivo secondario, sacrificato nel live-action di cui i principali antagonisti sono rimasti Jumba e Pleakley, ed è quest’ultimo ad aver aperto il dibattito su una presunta censura. Pleakly è un alieno e braccio destro del pazzoide scienziato Jumbo che ha creato Stitch e vuole recuperarlo. Per mimetizzarsi in mezzo agli umani, nella pellicola animata, i due si travestono utilizzando degli abiti femminili, il che li ha resi a livello di comunità delle vere e proprie icone drag. Nel film del 2002 non c’è comunque nessun sottotesto che lasci intendere altro se non la necessità da parte dei due personaggi di trovare il modo di nascondersi tra la folla.
Ma i fan non hanno potuto che porre l’attenzione su una delle dinamiche più rilevanti del cartone animato e che invece del travestimento vede i personaggi camuffarsi grazie ad un dispositivo tecnologico in grado di farli sembrare degli umani. Così Jumbo e Pleakly finiscono per avere l’aspetto dei loro doppiatori, Zach Galafianakis e Billy Magnussen. Dopo aver ricevuto numerosi messaggi al riguardo, Dean Fleischer Camp ha deciso di rispondere ai fan, dicendo loro di aver provato ad inserire il travestimento nel film, allegando anche sui social alcuni bozzetti come testimonianza. La Disney non ha invece avanzato alcuna spiegazione ufficiale, lasciando aperta la questione se si sia trattata di una scelta volontaria per escludere qualsiasi potenziale riferimento queer o se sia stata presa una decisione ai fini della migliore trasposizione per il live-action.











































