A Guide to All Creative Directors

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È uscito il sequel di "The Accountant"

Ben Affleck riprende il ruolo di Chris Wolff accanto al “fratello” Jon Bernthal

È uscito il sequel di The Accountant Ben Affleck riprende il ruolo di Chris Wolff accanto al “fratello” Jon Bernthal

Passano gli anni e, a volte, gli studio hollywoodiani sentono il bisogno di realizzare dei sequel anche se gli altri, quel bisogno, non lo hanno proprio. Accade con The Accountant, uscito nel 2016, che all’epoca era stato in grado di riscuotere una certa attenzione col suo arrivo sul grande schermo, offrendo a Ben Affleck un ruolo insolito. Un contabile il cui lavoro ha a che fare con la malavita, affetto da Asperger e con un’infanzia segnata da ripetuti traumi e abbandoni, i quali lo porteranno a ricongiungersi solo anni dopo assieme al fratello Braxton, interpretato da Jon Bernthal. La performance di Affleck, convincente pur nel suo essere sempre al limite tra l’accettabile e l’imbarazzante, riusciva ad integrarsi in un action abbastanza canonico che verteva attorno alla personalità e alle abilità del suo protagonista Chris Wolff. Un film che non lasciava necessariamente un finale aperto, ma su cui Warner Bros. ha deciso comunque di puntare un’altra volta a nove anni di distanza. E il risultato, più o meno, è lo stesso della prima pellicola, forse anche leggermente migliore. 

@warnerbrosuk That sibling energy #Accountant2 is in cinemas April 25. #BenAffleck #JonBernthal original sound - Warner Bros. UK

La verità, però, è che il The Accountant del 2016 non ha superato bene la prova del tempo, risultando più divertente nella memoria di quanto lo sia rivedendolo effettivamente oggi, e per questo con un sequel che si presenta più appetibile per il panorama attuale. Se nel primo film Chris e il fratello Brax si ritrovano dopo una serie di improbabili e incalcolabili coincidenze, The Accountant 2 li vede collaborare dall’inizio per un’indagine che amplierà alcuni dei temi già affrontati nell’opera precedente, soprattutto quando si tratta di infanzia e famiglia. Diretta da Gavin O’Connor e scritta da Bill Dubuque, esattamente come la pellicola precedente, l’opera action amplia il discorso sulla protezione dei genitori verso i propri figli, come aveva già tentato di fare con modi più o meno discutibili il padre dei protagonisti. Stavolta è la ricerca di una donna e del proprio figlio a condurre le sorti della trama, allargando il discorso sulle capacità speciali che persone come Chris possono possedere e mostrando una grande affezione quando si guarda alla difesa di coloro che ne hanno più bisogno. 

Anche il lato comico viene esplorato maggiormente, concedendo alla pellicola più momenti di respiro, i quali a tratti creano una sorta di scollamento dal resto del racconto. Situazioni in cui può venir strappato anche un sorriso, ma a volte è più per l’assurdità di ciò che si sta guardando che per l’effettivo portato umoristico del film. Come un inedito Ben Affleck che si districa tra appuntamenti combinati e passi di danza country, con un discorso tutto incentrato sulle difficoltà relazionali che il protagonista continua ad avere anche dopo essersi sbloccato, sebbene poco, nell’opera del 2016 grazie alla co-protagonista impersonata all’epoca da Anna Kendrick. Un lato del personaggio che rimane però molto aperto, poco risolto se si tratta della vita sociale del protagonista, e speriamo che il motivo non sia il desiderio di andarla a indagare maggiormente con un terzo film della saga. Anche sul versante action The Accountant 2 non coreografa sequenze memorabili, affaticando anzi un lungo terzo atto con qualche volo iperbolico di troppo e svariati buchi nella sceneggiatura, la quale è stata probabilmente tagliata e alleggerita per cercare di non appesantire le già dense e corpose due ore e più di film. Fortunatamente Ben Affleck e Jon Bernthal interagiscono con dinamismo e ironia, altrimenti sarebbe stato complesso per il pubblico arrivare fino alla fine. Speriamo dunque che i conti siano stati finalmente chiusi, e lo siano davvero una volta per tutte.