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Sarebbe un problema se i giovani volassero più dei baby boomer?
Le preoccupazioni per l’ambiente non sarebbero più un disincentivo a volare
12 Marzo 2025
Secondo una recente indagine realizzata dall'ente che regola l'aviazione civile nel Regno Unito, la Civil Aviation Authority (CAA), i giovani volano più frequentemente rispetto ai baby boomer, nonostante spesso i primi dichiarino di essere particolarmente attenti alle tematiche ambientali. Il trasporto aereo è infatti una delle maggiori fonti di emissioni di anidride carbonica, il principale gas serra responsabile del riscaldamento globale. Come spiega il Telegraph, molti giovani riconoscono l’impatto ambientale dei voli, ma non sempre modificano di conseguenza le proprie abitudini di viaggio. Le ragioni di questa apparente contraddizione possono includere sia fattori pratici che di natura economica. Un altro elemento – difficile da verificare – che potrebbe spiegare l’aumento dei viaggi tra i giovani è il desiderio di recuperare il tempo perso a causa delle restrizioni imposte durante la pandemia. Come sottolinea il Telegraph, prima del 2020 il numero di viaggiatori tra le diverse fasce d’età era molto più equilibrato – oggi, invece, gli utenti giovani sono la maggioranza. In particolare, osservando i dati raccolti dalla CAA emerge che quasi tre quarti degli inglesi tra i 18 e i 34 anni ha preso un volo nell'ultimo anno, mentre tra gli over-55 questa percentuale si ferma a circa la metà. Inoltre, due quinti dei giovani prevedono di volare ancora di più nel prossimo anno – una quota doppia rispetto a quella baby boomer. Il sondaggio della CAA sottolinea come i giovani considerino il prezzo dei biglietti il maggiore disincentivo a viaggiare in aereo – più delle preoccupazioni per l’ambiente.
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Tra coloro che di recente non hanno preso un volo, il 38% ha indicato i costi dei biglietti come ostacolo principale, mentre solo il 7% ha citato ragioni legate alle emissioni. Perfino la paura di volare è stata citata più spesso delle preoccupazioni per il clima. Nonostante le problematiche legate ai ritardi e alla sostenibilità, i viaggi in aereo continuano a riscuotere un alto livello di soddisfazione tra i viaggiatori, soprattutto per quelli più giovani. Il sondaggio della CAA rivela che l’80% dei passeggeri si dice soddisfatto dell’esperienza di volo nell’ultimo anno, mentre la percentuale scende al 60% per i viaggi in treno o in autobus. Un altro aspetto evidenziato dal rapporto riguarda la disponibilità a pagare per compensare l’impatto ambientale dei singoli voli: le iniziative di questo tipo, offerte da diverse compagnie aeree, consentono ai passeggeri di investire in progetti che bilanciano le emissioni dei velivoli, finanziando ad esempio iniziative che riducono le emissioni di CO₂. Tuttavia, meno del 15% dei viaggiatori scelgono di farlo – e sembrerebbe, inoltre, che solo la metà di questi lo farebbe con cognizione di causa. Una questione che divide la Gen Z e i baby boomer riguarda proprio le modalità attraverso cui dovrebbero essere coperti i costi per la riduzione dell’impatto ambientale del trasporto aereo. Mentre un terzo dei consumatori più anziani si dice favorevole all’inclusione di tale spesa nei prezzi dei biglietti, la Gen Z tende a non apprezzare la soluzione, ritenendo piuttosto che debba essere il governo a farsi carico della cosa.
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Gli under-30, rispetto ai baby boomer, sembrano comunque maggiormente convinti che il settore dell'aviazione in futuro riuscirà a trovare soluzioni per ridurre il proprio impatto ambientale. Eppure per questo ambito la transizione energetica è particolarmente difficile, dato che ad oggi non esistono tecnologie convincenti che possano anche solo aspirare – nel lungo periodo – a ridurre significativamente le emissioni prodotte in volo. Il problema di fondo per le compagnie aeree è che far decollare e mantenere in quota un aereo richiede – come si può immaginare – moltissima energia, che oggi si ottiene attraverso la combustione del cherosene – il principale carburante impiegato nei velivoli. È per questa ragione che l’aviazione è responsabile di circa il 2% delle emissioni globali di anidride carbonica. Una percentuale enorme, a cui vanno sommate altre numerose sostanze inquinanti disperse in volo. La domanda di collegamenti aerei, inoltre, è in crescita e si stima che continuerà ad aumentare, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo. Alcune previsioni non escludono che entro il 2050 le emissioni di anidride carbonica del settore aereo possano addirittura raddoppiare.