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Cosa può imparare Tik Tok da Vine?
Un valido insegnamento per non ricadere negli stessi errori
20 Gennaio 2025
Gli ultimi giorni non sono stati certamente sereni per TikTok in America, con tanto di chiamate da parte dei suoi utenti al numero di emergenza 911. Come si è arrivati a questo? Una legge dell’aprile scorso negli Stati Uniti obbligava la casa madre dell’app, ByteDance, a vendere l’attività a un compratore americano entro il 19 gennaio di quest’anno, pena il blocco della piattaforma nel Paese. La società cinese era stata al centro di preoccupazioni per la sicurezza nazionale. Nel frattempo, si erano fatti i nomi di Jeff Bezos ed Elon Musk come potenziali acquirenti, ma la vendita non è avvenuta nei termini previsti. L’interdizione, quindi, è stata messa in atto nel giorno stabilito, scatenando un’ondata di panico collettivo e numerose telefonate da parte di chi sospettava un guasto del servizio. La piattaforma è tornata attiva dopo sole quattordici ore, grazie all’intervento di Donald Trump. Il neo presidente ha dichiarato alla NBC News che avrebbe concesso una proroga di novanta giorni per la vendita. Tuttavia, nonostante i suoi sforzi, sembra improbabile che con i suoi poteri limitati possa opporsi a una legge approvata dal Congresso e confermata dalla Corte Suprema. La questione resta aperta e, a pagare il prezzo più alto di questo clima di incertezza, sono gli influencer e i creator. Soprattutto a partire dalla pandemia del 2020, molte di queste figure hanno fatto di TikTok la loro principale fonte di reddito, arrivando quasi a dipendere dall app di video sharing. Viene da chiedersi, perciò, quali siano le conseguenze per questa categoria.
@dailytelegraph TikTok has restored service in the United States after briefly going dark, as a law banning the app on national security grounds came into effect. TikTok credited President-elect Donald Trump, who retakes power on Tuesday AEDT, for making the reversal possible – though the outgoing administration of President Joe Biden had earlier said that it would not enforce any ban. See the link in our bio for more #tiktok #trump #donaldtrump #biden #joebiden #tiktokban original sound - The Daily Telegraph
Anche se il ban venisse annullato, i recenti eventi hanno evidenziato i rischi di affidare tutto il proprio successo e gli investimenti a una sola piattaforma. I TikToker, punti di riferimento della Gen Z, hanno reagito trasferendosi su applicazioni già ampiamente note, come Instagram e YouTube, o su piattaforme nuove come la cinese Red Note. Quest’ultima è tra le app più scaricate della settimana sull’Apple Store. Tuttavia, data la sua provenienza, potrebbe sollevare le stesse preoccupazioni che hanno colpito Tik Tok, attirando l’attenzione delle autorità. Gli influencer sentono l’esigenza di rafforzare la loro presenza su altre piattaforme ed è fondamentale che i follower li seguano nei loro spostamenti. Per incentivare i seguaci, alcuni mettono in palio premi, mentre altri usano lo stesso nickname per essere più facilmente rintracciabili. Tuttavia, nell’operazione una parte del seguito inevitabilmente andrà persa. Gli influencer ne sono consapevoli e, in parte, rattristati. Al momento, nessuna delle alternative riesce a eguagliare TikTok per numero di utenti o rilevanza culturale. Basti pensare ai numerosi micro-trend e -core lanciati dalla piattaforma: da “very demure, very mindful”, all’estate brat fino al Barbiecore. Il sentimento di malinconia che accompagna questo ban potrebbe essere considerato simile, in parte, a quello provato dai millennials nel 2017 per la chiusura di un’altro social network: Vine.
@oldvinetimes #funnyvines #foryouall #oldvine #foryall #classicvines #for #foryoupageoffical #oldvinetimes #Foryoupage #vine #vinedays #FYp #foryoi #foryoupageofficall #foryouguys #classic #vinememes #foryoupage #foryou original sound - Offical Vinepage for Tiktok
Vine nasce nel 2013 come app di video sharing e permetteva di condividere contenuti lunghi sei secondi, ripetuti in loop. è stato il propulsore di trend come “eyebrows on fleek” e “do it for the vine”, espressioni che hanno oltrepassato la piattaforma e, per la forte influenza culturale, sono entrate nel gergo di un’epoca. Concetti come viralità, trend e challenge accomunano Vine a Tik Tok, tanto da poter considerare il primo progenitore del secondo. A portare all’epilogo di Vine è stata una decisione di natura economica da parte della società proprietaria, allora Twitter, che aveva deciso di puntare su altre app, dopo un periodo difficile. I Viner, i creatori di contenuti, prima dei Tik Toker avevano fatto l’errore di legare troppo saldamente la propria fama ad un solo social, vivendo un sentimento di perdita alla scomparsa della piattaforma. Pochi giorni fa, per evitare che i TikToker si trovino impreparati in caso di un divieto definitivo, alcuni ex creator di Vine hanno condiviso consigli pratici al The Washington Post. Tra chi consiglia , banalmente, di salvare il loro archivio video o di concentrarsi sul contenuto più che sull’obiettivo di diventare virali, tutti sembrano concordi sull’importanza della fluidità e di padroneggiare i linguaggi di diverse piattaforme. Il caso TikTok, come quello di Vine, sottolinea quanto sia cruciale per i creator diversificare la propria presenza digitale. Saper adattarsi a nuove piattaforme e costruire una comunità resiliente rappresenta la chiave per sopravvivere in un ecosistema digitale in continua evoluzione.