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I modi più celebri di ricevere un Oscar

Ormai ci si può aspettare di tutto in quella serata

I modi più celebri di ricevere un Oscar Ormai ci si può aspettare di tutto in quella serata

In decenni di premiazioni degli Oscar si è visto di tutto, tra cui molte modalità per accettare quello che è considerato il più importante riconoscimento dell’industria cinematografica. I vincitori, nei loro discorsi, dalla prima edizione del 1929 fino a oggi – hanno proposto una grande varietà di reazioni. Da chi si è limitato a dire solamente un «grazie» a chi ha parlato per diversi minuti, mettendo in difficoltà gli organizzatori della serata; da chi lo ha ricevuto per errore a chi ha rifiutato la statuetta.

Ecco alcune delle modalità più celebri e al tempo stesso atipiche che si sono viste nell’accettare un Oscar, così da arrivare preparati all'imminente edizione 2024.

Accettare il premio parlando troppo, o troppo poco

@oscars Believe it or not, this isn’t the shortest Oscar speech ever given. Joe Pesci won the Oscar for Actor in a Supporting Role for his performance as Tommy DeVito in 'Goodfellas' at the 63rd Academy Awards. #joepesci #goodfellas #oscars #academyawards #movies #1990s original sound - The Oscars

Nel 1943 l’attrice britannica Greer Garson vinse l’Oscar come "Miglior attrice protagonista" per la sua interpretazione nel film La signora Miniver, del regista statunitense William Wyler. Nell’accettare il riconoscimento fece un discorso di oltre cinque minuti. Più o meno lo stesso accadde nel 1997, quando l’attore Cuba Gooding Jr., che ricevette l’Oscar come "Miglior attore non protagonista" per il film Jerry Maguire, tenne un discorso di più di un minuto. La cerimonia degli Oscar, soprattutto oggi, si basa su tempi ben definiti, solitamente molto brevi: per questo gli organizzatori della serata – per far desistere Gooding Jr. nel continuare con il suo speech, che aveva ampiamente superato il tempo consentito – fecero partire una musica di sottofondo, nella speranza di "fermarlo". Avvenne il contrario: l’attore statunitense continuò, alzò la voce, iniziò a saltare e dire quanta amava tutti. Il pubblicò in sala reagì con una standing ovation e il suo divenne uno dei discorsi più celebri e divertenti della storia degli Academy Awards. Tutto il contrario di Patty Duke, che nel 1963 – nel ritirare l’Oscar alla miglior attrice non protagonista per il film Anna dei miracoli – si limitò a dire, commossa, semplicemente un «grazie». Esattamente come Joe Pesci circa trent’anni dopo: quando nel 1991 gli consegnarono l’Oscar come "Miglior attore non protagonista", per il film Quei bravi ragazzi di Martin Scorsese, disse soltanto «è un privilegio, grazie», e se ne andò.

Accettando il premio, rifiutandolo

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Durante la notte degli Oscar è capitato anche che i vincitori si rifiutassero di ritirare il riconoscimento. Successo nel 1973, quando Marlon Brando, che aveva vinto come miglior attore protagonista con Il padrino, decise di boicottare la premiazione. Brando era dato come ampiamente favorito: certo di vincere, dopo alcuni anni di declino e di contrasti con le grandi aziende cinematografiche statunitensi, mandò a ritirare il premio Sacheen Littlefeather, una donna di 26 anni di discendenza apache – una popolazione nativa dell'area sud-occidentale dell'America settentrionale. Al momento della proclamazione Littlefeather salì sul palco e si rifiutò, in nome di Brando, di accettare la statuetta. Pronunciò poi un discorso di circa un minuto, in cui spiegò che l’attore statunitense non voleva ricevere il premio per protesta contro il trattamento dei nativi americani nel cinema e nella televisione. Nel suo speech Sacheen Littlefeather venne interrotta da alcuni fischi e offese, e venne fatta uscire di corsa dal palco. Nel 2022 l’Academy of Motion Picture Arts and Sciences, l’organizzazione che assegna gli Oscar, ha poi chiesto ufficialmente scusa a Sacheen Littlefeather per il trattamento che ricevette dalle persone presenti alla cerimonia del 1973.

Accettare la sconfitta, più che il premio 

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Durante la cerimonia degli Oscar del 2017 avvenne una cosa quasi senza precedenti. Quando gli attori Warren Beatty e Faye Dunaway annunciarono il vincitore del premio Oscar per il "Miglior film", il più importante di tutti, la busta che avevano ricevuto dagli organizzatori era sbagliata. Il premio, così, inizialmente andò al film La La Land, ma poco dopo si scoprì che il vero vincitore del premio era la pellicola di Barry Jenkins, Moonlight. Si intuì che qualcosa fosse andato storto fin dalla lettura della busta contenente il nome del vincitore, fatta con evidenti perplessità. Dopo quasi due minuti di discorsi da parte dei produttori di La La Land (sono queste figure a ricevere il premio per il "Miglior film"), salirono sul palco le uniche due persone che sapevano chi aveva vinto i premi Oscar ancor prima della cerimonia, i quali riferirono che il vero vincitore era Moonlight. Nella storia degli Oscar l’unico incidente simile era successo nel 1964, quando il ballerino Sammy Davis Jr. aveva annunciato il vincitore del premio per la miglior colonna sonora "originale" invece della miglior colonna sonora "adattata" – un riconoscimento assegnato solo per pochi anni e che oggi non esiste più. Anche in questo caso gli era stata data la busta sbagliata, ma non fu un gran problema. Nelle due categorie, infatti, non c’erano gli stessi film, e non poteva quindi nascere un equivoco come quello capitato nel 2017. Ma soprattutto, non si trattava dell’Oscar più importante di tutti.