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La velocità della moda sta distruggendo la creatività?

Alcuni stilisti hanno risposto

La velocità della moda sta distruggendo la creatività? Alcuni stilisti hanno risposto
@Dazed
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La settimana della moda londinese si è da poco conclusa. Le nostre bacheche Instagram sono invase di scatti di sfilate, party esclusivi e outfit eccentrici rubati dalla strada. È un susseguirsi frenetico di eventi, news e nuovi trend da promuovere. Non mancano ingegnose trovate “pubblicitarie” per il lancio delle collezioni, come la sfilata di J. W. Anderson trasmessa in streaming sulla piattafoma Grindr. Insomma, la settimana della moda è tra noi. 

Tutto molto bello, come sempre. Tuttavia, è interessante guardare oltre agli abiti e soffermarsi anche su quello che sta accadendo nel panorama della Moda. In questi casi Internet è miracoloso, così, mentre saltavo da un sito web all'altro, ho trovato un articolo di Dazed & Confused che ha stimolato le mie riflessioni. Il pezzo in questione si interroga sui ritmi della moda, sempre più veloci, e sul loro impatto sulla creatività degli stilisti. 

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Che la moda sia un fenomeno in continua trasformazione e movimento non è una novità. Il nodo della questione è capire se questa velocità è positiva oppure deleteria per gli stilisti. Prima di darci una sua risposta, Dazed & Confused ha rivolto la domanda direttamente agli stilisti, offrendoci una raccolta di opinioni sufficiente per fare il punto della situazione.

Le posizioni sono molte e diverse, anche contraddittorie tra loro. Tutti gli intervistati – tra cui J. W. Anderson, Christopher Raeburn, Stuart Vevers e Craig Green – sono d'accordo: sì, la moda è troppo veloce. Diverse però sono le loro riflessioni a riguardo. 

Molti ritengono che i ritmi frenetici della moda siano negativi e pericolosi per la buona riuscita del loro lavoro, soprattutto quando le collezioni da realizzare sono più di due all'anno. Il rischio è quello di scadere nella ripetitività, nella noia e, soprattutto, nell'offrire un prodotto scadente, piatto. 

Un altro punto interessante è quello di Matthew Miller che punta il dito contro la velocità delle nuove tecnologie, piuttosto che contro la moda in sé.

All'opposto, troviamo quelli che accettano la frenesia del proprio lavoro, con tutte le conseguenze del caso, come lo stress, le scadenze pressanti, ecc... Ma se per alcuni questi sono solo aspetti negativi, per altri sono visti come stimoli per rimboccarsi le maniche e affrontare il lavoro con grinta e passione.

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Altri ancora riconoscono che queste sono le regole della moda, anzi, dell'intero mondo odierno: i tempi sono cambiati, la comunicazione è molto più veloce rispetto a qualche anno fa, le collezioni vengono prodotte, presentate e consumate in brevissimo tempo.

Una soluzione sembra essere l'avere il controllo della situazione e del proprio lavoro, chiarirsi bene le idee e mettere a fuoco cosa si vuole realizzare. 

Ne emerge uno spaccato multiforme di come gli stilisti vivono il proprio mestiere oggi. Quel che è certo è che i ritmi della moda sono sempre più rapidi e che possono influenzare negativamente la creatività degli stilisti e, soprattutto, la qualità dei loro lavori. Non dobbiamo però sottovalutare il ruolo delle nuove tecnologie che hanno contribuito a rendere tutto più “immediatamente consumabile”. 

Tuttavia, i ritmi sostenuti possono essere anche degli stimoli per mettersi in gioco e creare ogni volta qualcosa di nuovo e creativo. Infine, bisogna affrontare la realtà e riconoscere che non solo i ritmi della moda sono cambiati, ma anche quelli della vita stessa: quindi, se vuoi lavorare nel mondo di oggi, devi adeguarti ai suoi tempi.