
Il C2C Festival 2025 è stato un trionfo L'edizione di quest'anno ha visto un record di affluenze
Dopo aver dominato i social media negli ultimi giorni, il C2C Festival ha chiuso i battenti della sua ventitreesima edizione con un successo che supera ogni aspettativa. Durante il lungo ponte dell'Art Week, dal 30 ottobre al 2 novembre, l'evento ha registrato il quarto sold out consecutivo, attirando ben 42.000 spettatori (un incremento rispetto ai 41.000 dell'anno precedente) e segnando un nuovo primato con il 40% di visitatori provenienti dall'estero. Questo non è solo un festival musicale: è un'epopea contemporanea che intreccia performance live, dibattiti intellettuali e installazioni immersive, consolidando il ruolo di Torino come capitale europea della sperimentazione sonora.
La manifestazione ha invaso la città con un programma esteso su quattro giorni intensi, ospitato in location iconiche che trasformano gli spazi industriali e storici in templi della musica contemporanea. Al centro dell'azione, Lingotto Fiere e OGR Torino hanno pulsato come cuori meccanici, accogliendo concerti e showcase che spaziavano dal post-punk elettronico alle fusioni avant-garde. Non da meno il Teatro Regio, che ha ospitato le sessioni diurne di C2C Talks: conversazioni tra artisti, curatori e pensatori che hanno esplorato temi come l'impatto della tecnologia sulla creatività e il futuro del live entertainment.
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Una novità che ha entusiasmato il pubblico è stata l'estensione di C2C HQ presso Combo, con un giorno aggiuntivo rispetto alle edizioni passate, offrendo workshop interattivi e jam session aperte. Infine, l'affascinante sala da ballo Le Roi, situata in via Stradella 8, ha ospitato lo Young Showcase x C2C Festival, una vetrina dedicata ai talenti emergenti che ha infiammato le notti con set audaci e inaspettati. Per il terzo anno di fila, il progetto C2C Kids! ha aperto le porte alle nuove generazioni alle Fonderie Limone, anticipando il main event con attività ludiche e laboratori musicali pensati per i più piccoli, instillando fin da subito il seme della passione per l'arte sonora.
In totale, 68 artisti da 21 paesi diversi hanno dato vita a 65 spettacoli, di cui 21 presentati in anteprima italiana e 7 assoluti debutti mondiali. Queste performance si sono distribuite su sei venue d'eccezione, creando un mosaico sonoro che va dal minimalismo glitch al massimalismo orchestrale, passando per influenze globali che riflettono la diversità del panorama indipendente odierno. Artisti come i pionieri dell'elettronica scandinava, le voci soul dell'Africa occidentale e i producer berlinesi hanno condiviso il palco, confermando C2C come uno degli appuntamenti imperdibili del circuito internazionale, al fianco di eventi come il Sonar di Barcellona o il Mutek di Montreal.
Quest'anno, però, il festival ha portato con sé un velo di malinconia. È stata la prima edizione senza Sergio Ricciardone, il visionario fondatore scomparso nei mesi scorsi, che aveva plasmato C2C fin dal suo esordio nel 2003. In un contesto segnato da lutti e incertezze, l'organizzazione ha dimostrato una resilienza straordinaria, trasformando il dolore in un tributo vivo e pulsante. "Questa edizione rappresenta il culmine di un periodo tra i più duri che abbiamo mai affrontato", ha dichiarato Guido Savini, direttore artistico del festival. "Senza Sergio, abbiamo dovuto navigare acque tempestose, ma con il sostegno di tutta la community siamo riusciti a mantenere intatta l'essenza dell'evento. Oggi è chiaro che C2C non è solo un festival: è un bene prezioso per Torino e il Piemonte, un'eccellenza italiana che brilla a livello europeo e globale. Lo proteggeremo e lo faremo evolvere, onorando ciò che Sergio amava di più: la capacità di generare stupore e meraviglia".
Le parole di Savini risuonano come un manifesto per il futuro, sottolineando come l'evento sia radicato nel tessuto locale ma con uno sguardo cosmopolita. I numeri parlano da soli: l'aumento di presenze e la quota internazionale record testimoniano un'attrattiva che trascende i confini, attirando fan da tutta Europa e oltre. A rendere questa edizione ancora più memorabile è stato l'inserimento di iniziative innovative, come TMLAB – Transnational Music Lab, un programma triennale finanziato dall'Unione Europea. Questo progetto di cooperazione internazionale mira a lanciare carriere di artisti under 30, promuovendo scambi culturali e mobilità transnazionale attraverso residenze, mentorship e performance condivise. Grazie a TMLAB, diversi talenti europei hanno debuttato sul palco di C2C, aprendo dialoghi tra scene musicali spesso isolate.














































