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Come è stata la Riyadh Fashion Week 2025 Quando la moda parla la lingua delle stelle

A Riyadh, quando la sera scende lenta e le palme si accendono di riflessi dorati, la città sembra sospesa in un tempo fluido. È in questa atmosfera che la Riyadh Fashion Week 2025 ha aperto la sua terza edizione, trasformando la capitale saudita in un palcoscenico dove tradizione, creatività e sperimentazione si incontrano senza confini.

Per sei giorni, designer locali e internazionali hanno raccontato una storia di radici e innovazione attraverso tre location simboliche: Bedrock, custode del passato, dove la memoria delle tradizioni prende forma; The Roof – Al Mamlaka, cuore pulsante del presente, che fonde eleganza e contemporaneità; e Jax B5, laboratorio del futuro, dove sperimentazione e audacia plasmano nuove visioni. In ciascuno di questi spazi, la moda saudita ha trovato un linguaggio universale, capace di parlare al mondo mantenendo un’anima profondamente locale.

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Vivienne Westwood
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Vivienne Westwood
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Vivienne Westwood

La settimana si è aperta con un omaggio a Vivienne Westwood presso The Palm Grove, un dialogo tra creatività e ribellione che ha ricordato quanto la moda possa essere gesto culturale e politico. A Bedrock, la storia ha preso vita sulle passerelle: Tima Abid, amen e Atelier Hekayat hanno raccontato la tradizione saudita in chiave contemporanea, tra ricami come costellazioni e silhouette leggere che oscillano tra eleganza e poesia. Qui il passato non è nostalgia: è materia viva, da indossare, reinterpretare e trasmettere.

Il presente ha preso forma sulle passerelle de The Roof – Al Mamlaka, dove designer come Abadia, Razan Alazzouni e Reem AlKanhal hanno mostrato una moda cosmopolita, attenta al dettaglio sartoriale e al dialogo con la città che si apre al mondo. Ogni collezione ha raccontato l’oggi della moda saudita: raffinata, consapevole, senza paura di confrontarsi con le tendenze globali. Infine, il futuro è esploso al Jax B5, tra sperimentazioni audaci e approcci inediti, con le creazioni di Ih Nom Uh Nit, Hajruss, Hindamme e 1886. Qui la moda è avventura, energia, sfida: forme nuove, colori decisi, dettagli artigianali che diventano narrazione. In questo spazio, il domani della creatività saudita appare tangibile, fresco, eppure profondamente radicato.

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Atelier Hekayat
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Atelier Hekayat
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Atelier Hekayat
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Razan Alazzouni
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Razan Alazzouni

Sotto il cielo stellato del Palm Grove, la magia ha preso forma con il debutto in Medio Oriente di Vivienne Westwood. In collaborazione con Art of Heritage, la maison britannica ha presentato una capsule di abiti couture ricamati a mano da artigiane locali: Hashu, Nadqdah, Dabkah e Zari. Fili d’oro intrecciati, gesti antichi e precisione sartoriale inglese hanno trovato la loro voce nella delicatezza del ricamo arabo, creando un dialogo perfetto tra tecnica e poesia. Accanto a queste opere, alcuni look della collezione Spring/Summer 2026 hanno mostrato la cifra stilistica di Westwood: proporzioni audaci, corsetti scultorei, abiti fluidi ma potenti.

Il CEO della Riyadh Fashion Week, Burak Cakmak, ha raccontato come questa edizione rifletta l’evoluzione della moda saudita, sottolineando la centralità del consumatore locale: “In Arabia Saudita abbiamo la fortuna unica di avere il nostro pubblico ideale a portata di mano. Questo permette ai designer di sperimentare e creare pensando prima di tutto alle persone che indosseranno le loro collezioni.” Ha aggiunto che la tradizione non è un limite, ma un punto di partenza: “Qui la tradizione non è un limite, è un punto di partenza. I nostri designer sanno unire l’eredità culturale con le tendenze globali, creando capi che parlano sia ai sauditi sia al resto del mondo.” Riyadh, secondo lui, è ormai un ponte tra culture: “La città sta diventando un punto di incontro tra culture. Da qui possiamo dialogare con l’Europa, gli Stati Uniti, l’Asia centrale fino al Giappone e alla Corea, mostrando che la moda saudita ha una voce globale.”

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Rebirth
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Rebirth
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Abadia

Il CEO ha inoltre sottolineato la fluidità che caratterizza la moda locale: “In Arabia Saudita puoi passare in poche ore da un abito tradizionale a un look contemporaneo. Questa capacità di adattarsi è ciò che rende la nostra creatività così unica.” E ai giovani designer che sognano di costruire il loro futuro nella moda, il suo consiglio è semplice ma potente: “Abbiate il coraggio di essere autentici. Partite da ciò che siete, dalle vostre radici e dai vostri simboli. È lì che si nasconde la chiave dell’universalità.”

Più che una semplice settimana della moda, la Riyadh Fashion Week 2025 è diventata un racconto collettivo di radici e visioni future. Le palme del Palm Grove, che oscillano nel vento caldo della sera, sembrano ricordare a ogni sguardo che passato, presente e futuro possono convivere in armonia, e che la moda saudita, pur con accento locale, parla ormai un linguaggio universale.