
Il Gruppo Prada continua a investire nel Made in Italy Tra investimenti del gruppo e altri privati, fatti da Patrizio Bertelli in persona
Il Gruppo Prada ha da poco annunciato la firma di un nuovo accordo con Rino Mastrotto Group, uno dei principali player globali nella concia e lavorazione della pelle, per entrare nel capitale della società veneta con una quota di minoranza del 10%. L’operazione, strutturata su più livelli, prevede il conferimento del 100% di due asset fondamentali già sotto il controllo del Gruppo Prada: Conceria Superior S.p.A., eccellenza conciaria con sede a Santa Croce sull’Arno (Pisa), e Tannerie Limoges S.A.S., storica conceria francese specializzata nella lavorazione delle pelli d’agnello. A questo conferimento si affianca un investimento incontanti non meglio specificato, ma sufficiente a portare la partecipazione totale del gruppo Prada al 10% del capitale sociale di Rino Mastrotto Group. Una mossa strategica che si va ad aggiungere ai molti investimenti che il Gruppo ha già fatto negli ultimi mesi per rafforzare ulteriormente il proprio controllo sulla filiera produttiva, confermando la propria vocazione industriale e la volontà di presidiare direttamente le fasi più strategiche del processo manifatturiero nel settore del lusso. Il closing dell’operazione è previsto tra la fine del secondo trimestre e l’inizio del terzo trimestre del 2025, subordinato al verificarsi di alcune condizioni sospensive di natura regolamentare e societaria. La famiglia Mastrotto, secondo quanto riportato da fonti del settore, manterrà il 30% delle quote del gruppo, mentre il socio di maggioranza rimane il fondo Renaissance Partners, attuale azionista di controllo.
Questa mossa rappresenta la naturale evoluzione di un rapporto industriale già consolidato. Prada era infatti entrata nel capitale di Conceria Superior nel 2022, riconoscendo nella realtà toscana un presidio fondamentale per la lavorazione del vitello, settore in cui l’azienda è riconosciuta a livello internazionale per la combinazione tra tradizione artigianale e tecnologia innovativa. Nel caso di Tannerie Limoges, l’ingresso di Prada risale al 2014, quando la maison acquisì la maggioranza della società francese, punto di riferimento nella concia delle nappe plongées, pelli d’agnello note per la loro eccezionale morbidezza, elasticità e finitura impalpabile. Rino Mastrotto Group, con sede a Trissino, nel vicentino, rappresenta una delle realtà più rilevanti del settore pelle a livello mondiale. Conta oltre 1.300 dipendenti, opera in cinque continenti e genera un fatturato annuo di circa 360 milioni di euro. Oltre al comparto moda, l’azienda è attiva anche nei settori automotive, interior design e tessile tecnico. Ha inoltre integrato nel tempo diverse eccellenze artigianali italiane, tra cui Basmar, Pomari, Mapel e Morelab, contribuendo alla crescita di un distretto industriale verticale, integrato e fortemente specializzato.
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Oltre a questa significativa operazione industriale, Patrizio Bertelli continua a investire nel territorio italiano, e in particolare nella sua città natale, Arezzo. Dopo aver rilevato nel corso degli anni alcuni dei luoghi simbolici della città – tra cui il Caffè Costanti, i ristoranti Buca di San Francesco e La Capannaccia, e Palazzo Carbonati – il presidente di Prada ha siglato il preliminare per l’acquisto dell’area ex Lebole, storica manifattura tessile chiusa nel 2002. L’area, estesa per oltre 150.000 metri quadrati, è situata in una posizione strategica, considerata una delle porte di accesso alla città. Per oltre vent’anni è rimasta in stato di abbandono, divenendo simbolo di degrado urbano. Il valore stimato dell’operazione è di 8 milioni di euro, secondo indiscrezioni di stampa, e il contratto preliminare dovrebbe essere perfezionato nel mese prossimo. La destinazione finale dell’area non è stata ancora comunicata ufficialmente, ma in passato si era parlato anche di possibili progetti residenziali o misti.Questa acquisizione ha anche un importante valore simbolico: Bertelli, recentemente nominato Cavaliere del Lavoro, restituisce così alla città di Arezzo un’area abbandonata da oltre due decenni, confermando una visione imprenditoriale in cui industria, cultura, territorio e responsabilità sociale coesistono e si alimentano reciprocamente.














































